Draco e Minerva

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Hogwarts, 13 Giugno 2003

Draco odiava l'estate: faceva caldo e il sole pareva prendersi gioco degli incauti che uscivano nel  pomeriggio. Un tempo aspettava con ansia l'arrivo di Giugno, e quindi anche del suo compleanno, ma negli ultimi anni aveva cercato di evitarlo il più possibile. Qualche settimana prima, quando aveva compiuto ventitré anni aveva passato tutto il tempo chiuse nella sua stanza a Malfoy Manor.

Giugno significava comprendere  che era passato un anno e di conseguenza rendersi conto di non essere riuscito a cambiare la sua situazione. Certo, dopo essere stato rilasciato da ogni accusa gli affari di famiglia avevano avuto un leggero miglioramento ma sentiva fin troppo bene addosso le occhiatacce dei passanti quando aveva il coraggio di andare a Diagon Alley.

Rendevano ancora più stupide le sue ambizioni di sedicenne che assocciava la parola Mangiamorte a potere. Era stato l'inizio di quella che si sarebbe poi rivelata la fine.

Scacciò i ricordi che rischiavano di sommergerlo per l'ennesima volta. Aveva una cosa folle, e piuttosto idiota, da fare prima che perdesse quel poco coraggio che aveva.

Si guardò intorno. Non sarebbe stato facile riuscire a entrare ad Hogwarts senza farsi scoprire. Escluse una Materializzazione: con ogni probabilità avrebbe attivato un incantesimo di sicurezza che si premurava di scacciare i visitatori indesiderati. Stupida stupidissima scuola.

Si sfregò il braccio sinistro come tutte le volte che era nervoso cercando di trovare una soluzione. Alla fine optò per quella più semplice: entrare dalle mura difensive. Un piano fin troppo elementare che avrebbe potuto provocare l'arrivo di qualche Auror in divisa. Salazar Serpeverde si stava sicuramente rivoltando nella tomba.

Draco prese a sfregarsi il braccio in maniera incontrollata per tutto il tempo che impiegò ad arrivare all'interno di Hogwarts aspettandosi di essere beccato da un momento all'altro. Attese diversi minuti ma quando capì che nessuno se ne sarebbe accorto si lasciò scappare un sospiro di sollievo, come aveva immaginato gli studenti e il corpo docenti erano a godersi le vacanze. Anche Gazza doveva essersene andato. Poteva iniziare la sua ricerca.

Il fatto era che non sapeva esattamente dove andare, si era solo trovato inspiegabilmente pronto a un progetto masochista di cui incolpava un boccale pieno di Burrobirra e una giovane strega dalla parlantina fin troppo facile. Il tutto aveva risvegliato i  sensi di colpa che era riuscito con così tanta fatica a sopprimere nel corso degli anni e che avevano ripreso a tormentarlo.

Una breve visita, tanto per essere sicuro che ci fosse.

Incappò nella lapide di Severus Piton per puro caso. Era vicina a un vecchio albero ingrigito dagli anni e si ergeva chiara  e scintillante nel sole pomeridiano.

Lentamente Draco vi si avvicinò. Il nome del professore e la data di nascita e di morte erano vergati in metallo elfico, sotto una scritta elegante recitava: " Qui giace Severus Piton professore, preside e componente dell'Ordine della Fenice che per tutta la sua vita combatté il Signore Oscuro fino a quando non fu assassinato da quest'ultimo ".

Draco la rilesse fino a saperla a memoria. Era strano riconoscere di non avere mai davvero saputo chi fosse Severus Piton. Per i primi anni era stato il professore che lo lodava e toglieva i punti a Potter, al sesto anno era divenuto qualcuno di cui diffidare: avrebbe potuto rubargli la missione, ma mai si era sentito meglio quando lo aveva fatto per davvero. Sentiva ancora la sua mano sulla spalla mentre, dopo avere ucciso Silente, lo portava fuori da Hogwarts e dall'orda di Mangiamorte.

- Curioso signor Malfoy che ci incontriamo proprio ora - .

Draco si girò di scatto con il cuore in gola - Non stavo facendo niente di male - si affrettò a dire.

La professoressa McGrannit lo fissava con cipiglio severo - Questo lo lasci decidere a me, non dovrebbe essere qui - .

A Draco la vecchia era sempre stata antipatica, specialmente per il modo con cui proteggeva Potter e i suoi amici.

Era più grigia di quanto si ricordasse il che gli fece spuntare un improvviso sorriso arrogante - Potrei andarmene anche adesso e nessuno saprebbe niente - .

La McGrannit corrugò la fronte - Tuttavia la mia parola vale molto più della sua e conosco più di un Auror che riuscirebbe a trovarla immediatamente - .

Era definitivamente fregato. Strinse i denti cercando di trovare una via di uscita.

- Avrebbe potuto venire al funerale, signor Malfoy se tanto sentiva la necessità di vedere la lapide del professor Piton - il tono della vecchia gli dava fastidio e la testa iniziava già a martellargli.

- Non ne sono stato informato - mentì pensando ai titoli della Gazzetta del Profeta che ne avevano parlato per settimane.

Lo sguardo inquisitorio della McGrannit lo fece sentire ancora un bambino - Sappiamo entrambi la verità signor Malfoy, è anche lei un'adulto ora - .

Draco preferì riprendere a guardare la lapide. Voleva solo che lo lasciasse in pace, che lo lasciassero in pace tutti.

- Chiuderò un occhio per questa volta considerando che non ha intenzione di entrare nella scuola - le parole della McGrannit lo sorpresero ma cercò di non darlo a vedere.

Aspettò di sentire i passi sul selciato della professoressa ma era ancora accanto a lui.

- Cosa vuole? - sbottò alzando la testa di scatto.

La McGrannit gli indirizzò un'occhiataccia - Signor Malfoy a quanto vedo il suo livello di educazione non è migliorato in questi anni, se fosse ancora uno studente riceverebbe una punizione - .

- Ma non lo sono quindi le spiace se mi lascia solo? - credeva fosse chiaro che non desiderasse compagnia.

La donna si allontanò di un passò ma continuò a guardare la lapide - È strano ma ieri anche il signor Potter è venuto qui. Devo ammettere però che la nostra conversazione è stata molto più piacevole - .

A Draco dava fastidio che anche Potter avesse avuto la sua stesse idea e che l'avesse perfino preceduto.

- Si passano sette anni ad Hogwarts finendo per avere in antipatia una casa e per classificarla in un certo modo - .

- Ci sono molti Serpeverde che hanno fatto la cosa giusta - esclamò Draco. Come Asteria Greengrass, provò un calore piacevole nel pensare a lei.

O Severus Piton. Perché Severus Piton aveva davvero fatto la cosa giusta. Finalmente lo aveva ammesso, si sentì  liberato dopo tanto tempo da un peso.

- Lo terrò a mente - disse la McGrannit con un sorriso? Stava davvero sorridendo? - Ho sempre letto questa effige convinta che mancasse qualcosa lei che dice signor Malfoy? - .

Draco sentì il braccio sinistro pizzicare ma infilò le mani in tasca per evitare di sfregarselo ancora. Gli sembrò di sentire la presenza del professor Piton accanto a lui, sparì in fretta.

- Morto con onore avrebbero dovuto scrivere, forse non è poi una cosa solo da Grifondoro - lo disse a bassa voce ma la McGrannit doveva averlo sentito perché annuì.

- È stata una conversazione interessante, ora la lascio - .

Draco la guardò e si accorse che la rispettava anche se non condividevano le stesse idee.

- Signor Malfoy, la prossima volta che verrà potrebbe informarmi - sapevano entrambi che non ci sarebbe stata un'altra volta.

Draco aveva  il sospetto che fosse il suo ultimo giorno ad Hogwarts.

La professoressa McGrannit se ne era andata. Rimase a guardare la lapide. Il sole era alto e scaldava prepotentemente con i suoi alti raggi, ma per la prima volta dopo tanto tempo Draco lo trovò perfino piacevole.

NOTA AUTRICE : Questo capitolo mi ha dato molto da fare tanto che ho dovuto prendermi un giorno in più per pubblicarlo. Draco Malfoy è un personaggio complesso e riuscire a trasformare il ragazzino viziato e prepotente in un'adulto è stato abbastanza difficile. Spero di essere riuscita a renderlo " vero" come l'originale. 

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