Asteria e Draco

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Diagon Alley , 13 Giugno 2003

Camminava spedita cercando di non andare contro i pochi passanti che non erano ancora al lavoro. Asteria non era mai stata molto mattiniera, alzarsi alle cinque del mattino richiedeva un'enorme fatica, ma un lavoro le faceva comodo, sopratutto da quando se ne era andata di casa per iniziare una nuova vita e proseguire gli studi in Geologia del Mondo Magico e Babbano.

Un'improvvisa ventata di aria fredda, insolita per Giugno, la fece rabbrividire. Si chiese come avesse fatto il signor Weasley a venire fino ai Tiri Vispi solo in pigiama, forse la fama del folle non era poi così immeritata. Era stato molto gentile a concederle una pausa fuori orario proprio quando ne aveva più bisogno. Da quando Asteria aveva scoperto il caffè babbano le sue papille gustative non richiedevano altro.

Decise di evitare il Paiolo Magico e di andare invece al Bacchetta di Sambuco, aperto da poco e secondo le sue amiche uno dei locali più gettonati.

La cosa che Asteria adorava di più della mattina era la calma che si respirava e la totale assenza di conoscenti o amici degli amici che potessero parlare male di lei. La notizia secondo la quale se ne fosse andata di casa per colpa dei suoi genitori, cosa assolutamente falsa, stava iniziando a circolare da qualche settimana. La verità era che Asteria iniziava a sentirsi soffocata dall'ambiente Purosangue e, fin troppo spesso, Serpeverde tanto da arrivare a desiderare una via di uscita: da lì la sua improvvisa richiesta di autonomia.

Quando entrò al Bacchetta di Sambuco si guardò intorno e una volta assicuratasi che ci fosse solo qualche volto anonimo decise di entrare.

Il locale era piccolo con le piastrelle lucide e scure che contrastavano le pareti color crema. Nell'aria si sentiva l'odore del pane e dei dolci all'uvetta candita che misero in allerta lo stomaco di Asteria. Vicino al bancone, in un angolo nascosto all'occhio esterno dei passanti, stava seduto un uomo dall'aspetto famigliare.

Asteria aveva preso le distanze dalla società Purosangue ma ne aveva comunque fatto parte per ventun anni.

Si trattava di Draco Malfoy, Serpeverde, coetaneo di Daphne. Sua madre era una donna ansiosa, mentre il padre, l'unica volta che lo aveva visto, le aveva messo i brividi. Se non si sbagliava entrambi erano stati accusati di essere Mangiamorte, se ne era parlato per mesi nei salotti ammodo della società Purosangue. Ricordava ancora la foto in prima pagina della casa di famiglia sfregiata con scritte di dubbio gusto da qualche giovane mago colpito dalla guerra. Un inquietante famiglia quella dei Malfoy. All'ultimo le arrivò anche il vago ricordo di averne battuto il primogenito da bambini, a un gioco di magia in cui si era dimostrato poco sportivo.

Mentre lo fissava si accorse che Draco aveva percepito di essere osservato. Asteria odiava ignorare le persone forse perché era successo anche a lei da piccola, lungo i corridoi di Hogwarts. Decise che sarebbe andata a salutarlo per poi dileguarsi in fretta.

Draco Malfoy non era cambiato da come se lo ricordava: i lineamenti affilati, il volto pallido e i capelli talmente chiari da sembrare bianchi. All'inizio quando Asteria si fermò davanti al suo tavolo tentò di ignorarla. Portava un completo in velluto blu piuttosto malandato, segno di tempi migliori in casa Malfoy. Faceva caldo nel locale, ma le maniche di Draco erano tenuto con insistenza fino ai polsi.

Asteria cercò di ignorare la sua espressione irritata e poco propensa alle chiacchiere - Forse non ti ricordi di me. Sono la sorella di Daphne - .

Draco aggrottò la fronte - Astoria? - .

- Asteria - lo corresse con un sospiro sedendosi d'impulso su una delle sedie di fronte a lui.

Draco sembrò piuttosto stupito e anche Asteria: evidentemente la fame le giocava brutti scherzi. Rimasero in silenzio per interminabili secondi, entrambi imbarazzati nella speranza che uno dei due si alzasse e se ne andasse.

A tirarli fuori dall'impicciò fu la cameriera - Cosa volete prendere? -.

Asteria ordinò biscotti e caffè mentre Draco chiese a bassa voce una Burrobirra. Asteria non sapeva cosa fare nell'attesa delle ordinazioni quindi iniziò quello che chiamava sempre "discorso di emergenza".

Da quando era piccola aveva sempre avuto una parlantina sciolta e visto che Draco non pareva desideroso di fare conversazione attaccò un breve racconto su quello che stava facendo al momento (cosa che non interessava a lui) per poi passare ai progetti dei loro compagni in Serpeverde (cosa che non interessava a lei). La cameriera ritornò con la colazione di Asteria e il boccale colmo fino all'orlo di Burrobirra ponendo fine alla raffica di parole.

- Tu parli troppo - esclamò Draco con quella voce strascicata che, finalmente se lo ricordava, le aveva sempre dato fastidio.

Cadde di nuovo il silenzio. Asteria tenne gli occhi fissi sulla colazione sentendo l'irritazione crescerle addosso fino ad arrivarle alla testa.

- Non se più tornato ad Hogwarts dopo la morte di Voldemort? - domandò a bruciapelo.

A Draco andò di traverso la Burrobirra - Non pronunciare il suo nome - biascicò, cercando di riprendere ossigeno.

Asteria si coprì la bocca per non mettersi a ridere - Se ricordo bene non c'eri al funerale di Severus Piton - .

Adesso aveva tutta l'attenzione di Draco.

- Era un traditore - lo disse a voce talmente piatta e priva di emozioni da lasciarla interdetta.

Si era dimenticato di stare parlando con un ex Mangiamorte che probabilmente riteneva giusto il razzismo contro i Mezzosangue e credeva negli ideali arretrati del suo casato.

Avvampò cercando di mantenersi calma - Il professor Piton era uno degli uomini più coraggiosi del Mondo Magico e anche uno dei membri più importanti dell'Ordine della Fenice - .

Ad Asteria, Piton non era mai piaciuto, forse perché Pozioni era una delle materie in cui se la cavava a stento, però sapere quello che aveva fatto le aveva dato una lezione. Aveva capito che non bisogna mai giudicare una persona dalle apparenze o credere di conoscerla davvero.

Iniziò a bere il caffè cercando di sbollire la rabbia e ignorando Draco che dopo quello che aveva detto era rimasto in silenzio. Era stata una vera stupida a sedersi al suo tavolo convinta di poter fare una conversazione normale!

- Quindi hai appena iniziato il corso di Geologia - esclamò Draco.

Asteria lo guardò e si sorprese nel vederlo in imbarazzo e soprattutto che avesse ascoltato il suo discorso precedente.

- Mi sto mettendo in pari con gli altri, ma se tutto va bene a Settembre dovrei riuscire a diplomarmi - disse posando la tazzina di caffè sul tavolo.

- Non sono mai stato appassionato della materia - proseguì Draco con un sorriso appena accennato.

Stava davvero cercando di rimediare? Senza accorgersene Asteria iniziò a parlare dei progetti che aveva intenzione di fare, dello studio approfondito a cui si stava dedicando. Ogni tanto si assicurarsi che la stesse ascoltando ma Draco sembrava attento.

- Ti ho detto che studio anche la geologia babbana? - disse con cautela.

Draco accennò una specie di smorfia - Immagino che serva anche quello per i tuoi studi - .

Asteria si mise a ridere nel vederlo così impacciato. Lo sguardo le cadde sull'orario: era più che in ritardo.

- Devo andare - disse alzandosi di scatto e afferrando la borsa.

- Potremmo continuare il discorso domani a mezzogiorno, sempre qui - ancora una volta si stupì delle proprie parole.

Draco la guardò sorpreso ma annuì, sfregandosi il braccio con forza. Asteria gli sorrise prima di andare a pagare.

Non sapeva cosa le fosse preso soprattutto considerando le sue prime impressione su di lui. Decise che lo avrebbe messo alla prova al loro prossimo incontro. Certo, c'era il rischio di venire vista da qualche conoscente dalla lingua lunga, ma a quello ci era fin troppo abituata. Dopotutto si trattava solo di un'uscita, non doveva mica sposarlo!

Con quest'ultimo pensiero in testa si avviò verso i Tiri Vispi Weasley.

Effetto DominoWhere stories live. Discover now