Minerva e Neville

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Casa Paciock , 14 Giugno 2003

Minerva era stanca.

Non si ricordava da quando si era sentita così vacillante, così persa. Con la morte di Voldemort si era impegnata per rimettere insieme Hogwarts, per ricreare la scuola dove tanti giovani maghi avrebbero trovato rifugio. Aveva lottato per riportare tutto alla normalità, per ricostruire un rifugio. Con il sopraggiungere lento dell'estate, e il saluto eccitato dalle vacanze deglu studinenti, Minerva si era ritagliata del tempo per rimanere ancora nelle mura di Hogwarts.

Si risollevò dalla parete a cui si era appoggiata in un momento di debolezza e si avviò a gran passi verso il suo ufficio.

Dopo tanti anni era ancora stupita di non vedere più Albus seduto sulla sedia intento a leggere con gli occhiali a mezzaluna che scivolavano dal naso. Mentre entrava cercò di non svegliare i quadri dei presidi che l'avevano preceduta: la sua partenza doveva essere veloce e indolore. Sarebbe ritornata comunque l'anno successivo e tutti quelli seguenti fino a quando non si fosse ritirata per una pensione.

Guardò Albus Silente improvvisamente sveglio affiancato da Severus Piton in procinto di dormire. La notte prima avevano parlato a lungo tutti e tre riguardo a quella terribile notte sulla Torre di Astronomia. Minerva aveva raccontato di Harry e poi successivamente di Draco Malfoy. Severus non si era espresso ma dallo sguardo aveva lasciato trasparire che la cosa, in fondo, gli aveva fatto piacere.

- Hai intenzione di partire? Spero che non sia dovuto agli incontri di questi giorni - la voce di Albus riusciva sempre a tranquillizzarla.

Scosse energicamente la testa - Ho passato abbastanza tempo qui, è ora di tornare a casa - .

Severus aprì gli occhi annuendo cupo mentre Albus le augurava buon viaggio.

Minerva inforcò la scopa e partì.

Dopo tantissimi anni sentiva ancora la gioia di alzarsi in volo e sentire il vento che tentava di sciogliergli la crocchia, un vecchio saluto che  si era persa per qualche anno.

Sotto il mantello sentì la consistenza delle lettere che erano arrivate negli ultimi giorni. Erano tutti suoi alunni  che l'aggiornavano sul loro futuro. Molti di loro li aveva visti al funerale di Severus anche se la folla era talmente grande che sembrava essere un insieme di varie generazioni di ex studenti. Rivedere Hermione Granger era stato bello soprattutto quando, questo lo aveva commossa, le aveva detto che intendeva ripubblicare le fiabe di Beda il Bardo commentate da Albus. Harry le era arrivato vicino mano nella mano con la giovane Weasley, Ginny, che avrebbe sposato ad Ottobre e di cui sembrava molto innamorata.

Il discorso che ne era seguito davanti alla lapide di Severus due giorni prima l'aveva fatta pensare a lungo. Al funerale c'erano pochi Serpeverde che formavano un  gruppo spaventato di ricevere insulti. Come però aveva detto Draco Malfoy "esistevano molti della sua casa che avevano fatto la cosa giusta". Minerva aveva visto un'ombra dell'uomo che avrebbe potuto diventare se lo avesse voluto.

Un'improvvisa corrente d'aria la fece virare strappandole un sorriso: era sempre bello sapere che nonostante la vecchiaia era ancora in grado di sapersi muovere su una scopa.

La mattina frizzante e alcuni pensieri che aveva da qualche giorno la spinsero a fare una visita. C'era qualcuno che al funerale non aveva visto ma con cui le sarebbe piaciuto parlare.

Casa Paciock  era grande, grigia e antica ma dopo le ultime modifiche aveva un aspetto più rassicurante, quasi materno.

Quando Minerva suonò alla porta venne ad aprirgli Neville Paciock con i capelli spettinati e la  camicia  ancora da allacciare. Era cresciuto e si era fatto un giovane sicuro di sé e coraggioso ma nel vederla arrossì e prese a balbettare come da ragazzino.

- Si accomodi, nonna non c'è e neanche Hannah ma credo di avere qualcosa da mangiare - .

- Non ne ho bisogno, ma ti ringrazio. Ti devo parlare - mentre lo diceva Neville la accompagnò nel salotto e la fece accomodare su un divano dalla stoffa scolorita.

- Finisco di vestirmi e arrivo - esclamò Neville.

Cinque minuti dopo era di ritorno con indosso una giacca e una cravatta nera.

Minerva inarcò le sopracciglia - Stavi andando da qualche parte? - .

Neville si sedette su una poltrona di fronte alla sua - Tra qualche ora devo sottopormi a una prova per diventare Auror, volevo essere sicuro di essere pronto -.

Si ricordò di quando Augusta l'aveva informata del sogno di far diventare un Auror il nipote ma credeva che una volta cresciuto Neville sarebbe riuscito a decidere di testa propria.

- Pensavo fosse un'idea di tua nonna - lo guardò attentamente cercando di trovare qualcosa che lo potesse tradire.

Neville intrecciò le mani con un sorriso imbarazzato - La Guerra mi ha fatto cambiare, preside. Sono quasi cinque anni che studio per essere un Auror e sto ottenendo dei buoni risultati - .

Quell'espressione sicura la confondeva. Forse era davvero cambiato. Ammetterlo la fece stare male. Significava che Voldemort aveva reso tutti più duri e che il Neville Paciock dolce e impacciato ormai non esisteva più? Minerva sentì una stretta al cuore.

- Ricordo - esclamò con lentezza - Di un ragazzino che perdeva in continuazione il suo rospo e che amava Erbologia - .

Neville la guardò con un sorriso di circostanza con una vena malinconica - Oscar è scappato molto tempo fa e non sradico una Mandragola da anni - .

- Ma era il tuo sogno - lo interruppe Minerva.

- I sogni cambiano - disse secco Neville alzandosi in piedi di scatto.

Si risedette sbigottito - Mi scusi, non volevo mancarle di rispetto - . Qualcosa nei suoi gesti nervosi indusse Minerva a pensare che in quel giovanotto serio e posato ci fossero più battaglie perse che vinte. Un fascio di nervi e tempesta.  

Neville respirò  affannosamente - Mi dispiace. So che è preoccupata per me ma voglio davvero fare l'Auror, i miei genitori ne sarebbero fieri - .

Minerva si appoggiò allo schienale sentendosi improvvisamente stanca - Rispetto le tue  idee signor Paciock, ma deve rammentarti che qualsiasi cosa farai i tuoi genitori ne sarebbero fieri. Sei un giovane determinato a cui si apre un futuro promettente, segui te stesso - .

Neville si aggrappò alla poltrona, il volto tra le mani - E se non sapessi dove andare ? - la voce strozzata.

Minerva si accorse solo in quel momento di avere sbagliato. Aveva creduto che i suoi studenti avrebbero preso la propria strada senza tenere conto della loro necessità di un incoraggiamento. Le persone potevano perdersi, sbaragliare e soprattutto non sono tutte Harry Potter o Hermione Granger.

Si alzò e posò una mano sulla spalla di Neville - Me ne vado, immagino di averti confuso abbastanza e sento che hai bisogno di riflettere - .

Pensò a tutte le cose che aveva da fare, incluso rispondere ad alcune lettere.

Neville si sfregò gli occhi e alzò lo sguardo - Le farò sapere - .

Minerva gli sorrise - Sono l'ultima persona a cui devi pensare adesso, ma mi farebbe molto piacere - .

Neville l'accompagnò alla porta improvvisamente impacciato ma quando cercò di dire qualcosa Minerva lo interruppe - Evitiamo i saluti formali, è stato un piacere rivederti Neville. Saluta Augusta e Hannah da parte mia - .

Neville balbettò qualcosa di simile.

Era mattina ed era estate, Minerva non chiedeva altro. Sentiva già la mancanza di Hogwarts ma l'inizio della scuola sarebbe arrivato come ogni anno, prima che se ne rendesse conto, e il Cappello Parlante avrebbe smistato altri bambini a cui sarebbe servito qualcuno che li guidasse.
Salì a bordo della scopa e, in un attimo, era di nuovo nel vento. 


NOTA AUTRICE : Ebbene sì adesso tocca a Neville. Mi è sempre stato simpatico ma me ne sono innamorata man mano che scrivevo il capitolo. Riguardo a Minerva McGrannit non so se sono riuscita a renderla appieno... Sono rimasta in dubbio se lei e Neville si dessero del tu  alla fine ho pensato che in quanto suo studente Neville le desse del lei. Piccola precisazione ( anche se forse non interessa) : J.K Rowling ha detto che Oscar alla fine scappò per unirsi agli altri rospi della palude come ha accennato Neville.  

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