𝟐𝟎.

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𝐉𝐎𝐒𝐄𝐏𝐇



«Voglio la verità» esordì Raven, trattenendo a stento uno sbadiglio.

Joseph ingranò la marcia e continuò a guidare lungo la strada sterrata senza risponderle.

«Hai davvero bisogno del mio aiuto per... beh, qualsiasi cosa stiamo andando a fare? Oppure mi vuoi con te per questo?» Si sporse verso di lui dal sedile del passeggero e gli sventolò il termos a un palmo dal viso.

«Ho davvero bisogno del tuo aiuto» ammise. «E, vista l'ora, anche del caffè in quel tuo affare infernale.»

Mancavano pochi minuti alle cinque del mattino e il cielo era un velluto indaco striato di rosso. L'aria era fredda, a tratti gelida, ma profumava di resina, di bosco e di orizzonte.

Sì. Joseph era certo che l'orizzonte avesse un profumo.
Profumo di immenso, di indefinito, di inspiegabile. Come quei ricordi che hanno un odore ma non si può descrivere a parole. O lo senti, o non lo senti. A volte lo portava il vento, ma erano le giornate che promettevano di essere limpide e bellissime — come quella — in cui riusciva a percepirlo più forte. Quando l'alba si affacciava sul mondo e il buio veniva risucchiato dalla prima scintilla di luce.

«Non ti conviene denigrarlo. Questo mio affare infernale è l'oggetto più desiderato del Greystone» disse lei, sollevando il mento con fierezza. «Ci saranno anche gli altri? O saremo solo tu e io?»

«Solamente tu e io. Più o meno.»

«Che significa?»

«Vedrai.»

«Okay... spero solo che il caffè basti per tutti.»

«Basterà.»

Con la coda dell'occhio la vide sistemarsi i capelli allo specchietto del parasole, facendo scorrere le dita tra le lunghe onde bionde. Poi Raven si sporse verso il cruscotto e appoggiò il mento sulle braccia, fissando lo spettacolo del cielo.

«Non è la cosa più bella che tu abbia mai visto?» mormorò.

«No» rispose secco, prima di allungare la mano, posargliela sulla coscia e stringere leggermente per dare più enfasi a ciò che — con una sola sillaba — le stava dicendo.

Era lei la cosa più bella che avesse mai visto.
Era lei la sua prima scintilla di luce, quella più potente di tutte.
E stava compiendo un'impresa impossibile: illuminare l'oscurità che aveva dentro.

Se esisteva un'alba capace di salvarlo, era seduta al suo fianco.

Raven guardò prima la sua mano, poi lui, e gli rivolse un sorriso talmente mozzafiato che Joseph dovette ricordarsi di respirare. I suoi occhi verdi, lucidi, erano così grandi da riflettere i colori del giorno, e sotto di essi solo due lievi ombre violacee tradivano le lacrime che aveva versato nel raccontargli la storia di Moonlight.

Era stata insopportabile la sensazione di impotenza provata davanti al suo dolore. Non poteva proteggerla come aveva giurato di fare, non contro i demoni del passato. Al loro cospetto, era disarmato.

Ma quell'eco di dolore e paura non l'avrebbe perseguitata per il resto della vita.
Non poteva ridarle Moonlight, non poteva cancellare l'orrore di quel giorno. Ma poteva regalarle un presente diverso — e la prospettiva di un futuro felice.

«Joseph?»

«Mh?»

Nel rivolgerle una breve occhiata, vide che guardava la fondina che spuntava da sotto la sua giacca.

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𝐇𝐎𝐋𝐋𝐎𝐖 𝐇𝐄𝐀𝐑𝐓 - 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝛐𝐧 𝐦𝐞Where stories live. Discover now