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The Black Rose Game

Nel secondo in cui la chiamata si conclude, l'ansia, il nervosismo e la paura pervadono il mio corpo e i miei sensi.

Cosa sta succedendo a casa? Ci hanno rapinato?

Miriadi di domande si fanno spazio nella mia mente, ma non ho tempo da sprecare in supposizioni e idee.

Devo verificare io stessa cosa sta capitando nel mio appartamento.

Le mie gambe si muovono arzille in direzione del gruppetto composto dai miei tre amici, Leyla e Luke sembrano aver smesso di discutere, Niall, invece, non fa caso a nessuno dei due e si immerge nella sua più totale adorazione del hot dog.

«Ragazzi» li richiamo, arrivando davanti a loro.

«Devo assolutamente andare a casa. Harry mi ha telefonato e mi ha detto che è urgente» annuncio agitata.

I ragazzi si scambiano un'occhiata, prima di ripuntare gli occhi su di me.

«Cazzo, io non ho qua la macchina» impreca nervoso Luke, passandosi una mano fra i capelli.

«È ok. La porto io» dice Leyla ai due biondi.

«Spero non sia niente di grave» mormora Niall.

«In qualunque caso, grave o no, tienici informati» mi impone Luke, io annuisco.

«Vi farò sapere».

Ci salutiamo velocemente e, dopodiché, io e Leyla corriamo verso la sua auto.

Appena la raggiungiamo, saliamo a bordo e, senza neanche allacciarci la cintura, partiamo a tutta birra, diretti verso il mio appartamento.

Nessuno dei due parla durante la corsa, e la fortuna è dalla mia parte, dato che non incrociamo vigili e poliziotti.

Sarebbe ironico se venissi fermata e multata per eccesso di velocità da un mio collega di lavoro.

Leyla frena bruscamente di fronte al mio condominio, quasi finisco contro il parabrezza.

Lancio un piccolo urlo dallo spavento, colta alla sprovvista da questa manovra azzardata della mia amica e, senza neanche ringraziarla o degnarla di uno sguardo, mi precipito fuori dall'auto.

Sento Leyla gridarmi di chiamare in caso di aiuto, poi sento il motore della sua Fiat rombare e allontanarsi, segno che è andata via.

Mi catapulto all'interno del condominio e salgo le scale a due a due, neanche stessi partecipando alla maratona di New York, mi paro davanti alla porta di casa mia e la apro, gettandomi dentro l'appartamento.

La prima cosa che mi colpisce, è il fatto che sia quasi totalmente buio.

Sbatto con poca cura la porta dietro di me, causando un forte tonfo che echeggia per l'intera sala.

L'unico barlume di luce che scorgo, proviene dalla cucina.

«Harry?» lo chiamo, incamminandomi lentamente verso la cucina.

Perché la luce è spenta? Che sia andata via la corrente?

Non sento nessuna risposta e ciò non fa altro che suscitare in me un gran senso di ansia e paranoia.

Dove cavolo si sarà cacciato quel ragazzo? Non può avermi detto di venire qua inut...

Spalanco la porta della cucina che prima era solo semi aperta e strabuzzo gli occhi a ciò che vedo.

Le fiammelle tremolanti di due candele posate ai due estremi del piccolo tavolo illuminano pigramente la piccola stanza, poste di fronte alle due sedie, che si trovano uno davanti all'altro, ci sono due piatti colmi di coscette di pollo e patatine fritte, accompagnate da un bicchiere di quello che deve essere vino bianco, visto che la bottiglia si trova al loro centro, l'etichetta rivolta verso di me.

The Black Rose game || H.S [IN SOSPESO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora