Pov di Anabel: Pre- incontro con Katharine
Stavo tranquillamente passeggiando per il borgo, quando a un certo punto notai un volantino appuntato a un albero. Decisi di ignorarlo, ma non appena lo sorpassai vidi che ce n'era uno su ogni maledettissimo albero, palo, lampione e via dicendo. Spinta dalla curiosità mi avvicinai per leggere che cosa ci fosse di così tanto importante da dover essere appeso ovunque. Quello che lessi mi fece mancare il fiato. Il volantino recitava queste esatte parole: 'Siete tutti invitati all'unione tra Katharine Kingsley e il duca Darren Lewilton. Il giorno del matrimonio sarà il 18 gennaio dell'anno corrente, alle ore 8:00 del mattino...' non finii nemmeno di leggere. Presi dalla borsa un foglio e una penna, sempre e costantemente presenti al suo interno, e scrissi il giorno e l'orario precisi. Non era possibile...la persona che mi piaceva da quando l'avevo vista per la prima volta si stava per sposare. Con un signorotto per giunta! *Roba da matti* pensai, mentre il sangue mi ribolliva nelle vene. Mentre tornavo a casa continuavo a pensare al casino che mi aveva creato quella ragazza la prima volta che l'avevo vista.
[flashback]
"Signorina Anabel, dobbiamo andare o faremo tardi." Stavo beatamente leggendo il mio libro preferito, orgoglio e pregiudizio, quando la voce della mia ancella penetrò la stanza. Alzai gli occhi dalle pagine a cui ero incollata,chiusi di scatto il libro e mi alzai dalla poltroncina. Riposi il mio amato classico nella libreria, in cui erano custoditi tutti i miei beni più preziosi, poi feci per aprire la porta della camera. Quando la aprì vidi Caroline davanti a me, intenta a giocherellare con le sue pellicine. "Ahem" mi schiarii la voce per farmi sentire. Caroline trasalì e si ricompose il prima possibile. "Chiedo umilmente perdono padrona". "Ma smettila Carol, lo sai che a me può fregar di meno del tuo comportamento, purché sia sempre educato, questo è ovvio" e risi. Vidi Carol rilassarsi e far scivolare via la tensione che l'aveva presa poco fa. "Dunque, oggi dobbiamo andare in piazza, a sostenere William per il suo debutto come aspirante marito." William era il mio fratellastro e non negherei se dicessi che eravamo acerrimi nemici. Non riuscivamo a sopportarci mai, soprattutto io. Will aveva un'età esageratamente diversa dalla mia e io non sopportavo questo grande distacco, specie perché le decisioni più importanti spettavano a lui e nessuno ascoltava mai me. Lo odiavo con tutto il mio cuore, quindi diciamo che non esplodevo di gioia per quello che avremmo dovuto fare quel giorno...ma siccome non volevo deludere Caroline e mio padre, decisi di andarci, pur controvoglia.
Arrivammo finalmente, dopo quasi un'ora e mezza di viaggio, alla piazza. Quando vidi quanti uomini erano presenti lì per una sola candidata mi venne un colpo. Attendemmo il suo arrivo e quando la vidi per la prima volta rimasi a bocca aperta. Era di una bellezza incredibile, così naturale, così viscerale. Aveva i capelli corvini raccolti in uno chignon basso e indossava un vestitino bianco color panna che la fasciava perfettamente. Non riuscivo a smettere di guardarla, ero come ipnotizzata da lei. Finalmente mi riscossi quando vidi che un uomo si era posto davanti a lei e mi copriva la visuale. Si inchinò davanti a lei e le fece il baciamano. *Quanto vorrei essere al suo posto* mi ritrovai a pensare subito. Purtroppo per me, non potevo neanche solo osare di pensare una cosa del genere. D'altronde, nel 1879, non c'era alcuna apertura mentale.
Mi riscossi dai miei pensieri quando vidi la ragazzina accennare con il capo un sì rivolto all'uomo. Dedussi fosse un acconsentimento alla prima uscita con quell'uomo. Lo sapevo bene, perché avevo una sorella più grande di me, e avevo assistito pure al suo ricevimento.
Mentre tornavamo verso casa, se da un lato c'era mio padre e la mia matrigna che consolavano William, dall'altro io non riuscivo a smettere di pensare a quella ragazzina e al triste avvicinamento del mio di ricevimento.
[fine flashback]
Arrivò il giorno delle nozze. Mi preparai in fretta e furia e uscii di casa senza farmi notare da nessuno. Presi Pearl, il mio cavallo, e iniziai a cavalcare verso la chiesa del borgo, luogo in cui avrebbe avuto luogo il matrimonio. Riuscii ad arrivare in tempo, ma qualcosa mi bloccò dall'entrare. Ero certa che se fossi entrata avrei fatto di tutto per fermare il matrimonio, ma non potevo farlo. Avrei rischiato la pena di morte e la stessa condanna sarebbe toccata a Katharine. Così decisi di aspettare che finissero le nozze. Mi accasciai a un albero, presi in mano il mio libro e mi immersi nel mio mondo.
Uno scampanio mi fece trasalire. Segno che la cerimonia si era conclusa. Mi affrettai a riporre il libro nella borsa e poi cercai in tutti i modi di intercettare Katharine.
Finalmente la vidi, mano nella mano con il duca. Mi sentii mancare il fiato a quella visione. Tuttavia, decisi di non demordere e rimasi lì, in attesa di poter parlare con lei.
A un certo punto vidi Katharine allontanarsi da tutti. Era la mia occasione, me lo sentivo. Feci quindi finta di passare di lì per caso. La visione che avevo davanti agli occhi mi fece stringere il cuore: Katharine era accasciata contro un albero e singhiozzava. Ma non appena mi vide cercò di ricomporsi il prima possibile. "Hey, chi è lei?" "Non mi sembra molto formale chiedere questa informazione così di punto in bianco, duchessa" mi venne da dire, poi decisi di risponderle. "Comunque, sono Anabel, Anabel Hazelwood, piacere di conoscerla duchessa" e feci un inchino, poi scoppiai a ridere di pancia. Lei mi guardò con uno sguardo misto tra il sorpreso e il divertito. . "Beh, Anabel, io sono Katharine Kin- Lewilton...sì, la duchessa di Glasgow...". Dal tono che aveva usato non mi sembrava molto felice. Eppure doveva esserlo, insomma si era appena sposata! Non riuscii a dire nulla che una voce maschile iniziò a chiamare il suo nome: il duca. "Devo andare mi scusi, mio marito mi sta cercando" disse d'un tratto Katharine. Fece per andarsene, poi però si voltò nuovamente verso di me: "Senta, Anabel, non è che ha un numero suo di telefono fisso?" "E perché mai dovrebbe interessarle..." dissi sulla difensiva, anche se non volevo altro che il suo numero. Katharine quindi, mi prese la mano e ci scrisse una serie di cifre che sembravano corrispondere al suo numero di telefono. Rimasi sbalordita. "Mi chiami, per fare qualche chiacchierata!" Non feci in tempo a dirle grazie che scappò subito verso suo marito. *Che cosa è appena successo* mi ritrovai a pensare, mentre tornavo verso Pearl.
YOU ARE READING
If only we could
RomanceCi troviamo nell'Inghilterra ottocentesca, periodo dalla mentalità chiusa verso ogni tipo di progresso. Katharine, una giovane donna di soli 16 anni, è costretta a sposare il duca Darren Lewilton, un signorotto di 40 anni. Mentre il giorno delle n...
