Capitolo 14

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July's Pov's.

Due estenuanti settimane sono passate.

Ormai ho perso la speranza di ritrovare Giulia.
Tutti i giorni le spedisco qualche messaggino, ma ho la certezza che abbia cambiato telefono, la conosco troppo bene.

Chris è diventato una pianta d'arredamento a casa mia, o meglio, casa Bloom.

Quasi tutte le sere esce di casa e ritorna ubriaco fradicio, farneticando su quanto Giulia gli manchi, ma di lei nessuna notizia.

Abbiamo provato diverse volte a presentarci sotto casa di Jamie, ma non siamo stati ben accetti.

Io e Orlando, per il momento, facciamo coppia fissa, mi sono trasferita a casa sua e Flynn si comporta come se fossi la sua amica del cuore.

Sono le tre di notte.

Io e Orlando siamo nel letto ad appisolarci, quando il telefono di casa squilla.

Pensando che siano le solite fan italiane che non hanno ancora capito come funziona il fuso orario (*ogni riferimento a me, la scrittrice, è puramente causale*), rispondo con disinvoltura.

"Buonasera, scusate per l'orario, ma questo numero è l'unico che abbiamo trovato sul cellulare del signor Evans."

Mi si ferma il cuore.

"Cos'è successo a Chris?"

"Ha avuto un incidente automobilistico, probabilmente. In stato di ubriachezza, le sue condizioni sono critiche... Le chiediamo di recarsi in ospedale."

La terra sembra smettere di girare, la testa inizia a farmi male e le lacrime scorrono lungo il mio viso.

"La prego, voi che potete, cercate il numero di Giulia ***. È lei la persona che più deve sapere."

Avevo la certezza che non l'avrebbero mai chiamata, ma volevo solo che qualcuno glielo dicesse. Non sarebbe stato il massimo se lo avesse scoperto tramite il telegiornale...

La prima cosa che faccio quando ho attaccato, è svegliare Orl.

"Orlando, Orlando svegliati."

"Cosa succede?"

"Chris."

Il suo nome basta per farlo alzare dal letto.

"Andiamo da lui."

Appena arriviamo in ospedale, un'infermiera ci conduce da lui, raccontandoci quanto avvenuto per poi passare la parola al dottore, che ci espone la sua situazione.

Passano ore da quando siamo entrati lì.

Le infermiere fanno avanti e indietro tra la sala operatoria e noi, fino a quando non ci chiedono di tornare a casa, assicurandoci che ad operazione finita verremo contattati.

Il telegiornale ha già dato la notizia e, appena finito il servizio, la telefonata dei medici ci risveglia dai nostri pensieri.

Al nostro arrivo Giulia è già lì, ci guardiamo e capisco che non è cambiato niente. Lei c'è sempre stata.

"Dottore, ci spieghi cos'è successo a Chris"

"Come le abbiamo già detto, signorina, ha avuto un incidente, un camion non ha visto la sua macchina perché era senza luci, il vostro amico ha sbandato e il camion l'ha travolto. Per fortuna l'uomo si è fermato e ha prestato il primo soccorso, altrimenti penso che il signor Evans non sarebbe qui.
La macchina era in fiamme, quindi il paziente ha ustioni di secondo grado su alcune parti del corpo. Il femore destro e due costole si sono fratturate, ha riportato un trauma cranico è uno squarcio sull'avambraccio sinistro.
Le ustioni sono state curate, ma sono ancora visibili.
La gamba è stata ingessata e, tramite un'operazione le costole sono state rimesse al loro posto, ma il ragazzo non potrà fare movimenti bruschi per almeno due mesi. Lo squarcio è stato ricucito ma... Crediamo che il vostro amico abbia un'amnesia retrograda."

Io e Giulia ci guardiamo.

"Amnesia retrograda."

Le sue parole sembrano un sospiro.

Giulia inizia a piangere sulla mia spalla, io la stringo forte cercando di non piangere."

"Possiamo vederlo?"

"Mi spiace signor Bloom, ma finché non avremo la certezza dei danni che ha subito il signor Evans, nessuno di voi potrà vederlo o potrebbe avere uno shock tale da non riprendersi più, vi ricordiamo che lui non sa chi siete."

Poi più niente.

Giulia ha smesso anche di singhiozzare e non si sente neanche un rumore.

"Adesso è in coma farmacologico,- riprende il dottore- lo abbiamo fatto entrare noi per evitare ancora più sofferenza dall'operazione e dai vari danni che ha subito. Uno solo di voi può entrare, vi concediamo cinque minuti, poi porteremo di nuovo via il signor Evans per migliorare la situazione. Ora perdonatemi ma devo tornare al mio lavoro, mi dispiace."

Io e Orlando guardiamo Giulia,

"Vai tu."

Lei annuisce debolmente e entra senza far rumore.

Guardo Flynn ed Orlando con più fermezza e calma possibile, poi prendo la mano del bambino e sussurro un "andiamo a casa."

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Ciao personeeeeee!
Chiedo perdono per avervi fatto attendere così a lungo questo periodo, però dove mi trovo ora sono senza connessione (nOnRiEsCoAvEdErEdRaGmEdOwN) e la forza di scrivere questo traumatico capitolo era chiusa in un cassetto eheh.
D'ora in poi promettiamo di aggiornare più spesso, spero che la storia vi piaccia come all'inizio, kissoniih
G&J

BloomWhere stories live. Discover now