11. Pensieri

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Pov's Giulia
Era una giornata piovosa nonostante il calendario segnasse l'inizio della primavera, oggi, 21 marzo, era esattamente un mese che Jason era diventato il nostro professore di matematica, era passato invece un solo giorno dal dialogo avuto con mia madre riguardante il ragazzo e ne avrei parlato al più presto con lui di ciò. Volevo andarmene da quel luogo definito casa ma che per me non era tale e stare insieme a Jason, la mia vera casa, ma questo era attualmente impossibile, avremmo dovuto aspettare almeno altri tre mesi, la fine della scuola.
Ero seduta al mio solito e tranquillo banco nella mia solita e noiosa classe con accanto a me la mia solita ma alquanto adorabile amica che, come da abitudine, disegnava in modo molto preciso e dettagliato il viso di un qualche youtuber inglese da lei amato e con la voce bassa e noiosa della professoressa di diritto come sottofondo, non mi era mai piaciuta molto quella donna e il sentimento era ricambiato, questo perché io e Ylenia avevamo la brutta abitudine di fare stronzate e di ridere in modo incontrollato mentre spiegava, ed essendo al primo banco questo non passava di certo in osservato, ma a noi non importava. Mentre fantasticavo la campanella suonò segnando la fine dell'ora e l'inizio della successiva e ultima. Jason varcò la soglia della classe mentre ancora la precedente professoressa finiva di sistemare le cose, salutò noi per poi aiutare la donna ancora indaffarata, lei le sorrise riconoscente e si mise a parlare con lui, a causa del rumore che i miei compagni provocarono non riuscì a capire cosa i due stessero dicendo e questo mi innervosì molto, soprattutto quando vidi la mano di lei appoggiarsi sul braccio di lui. Ero una ragazza molto gelosa e possessiva e, se solo non fosse stata la mia professoressa, le avrei già tagliato il braccio. Vidi poco dopo Jason scansarsi lievemente e la donna uscire con una smorfia sul viso.
-"Buongiorno ragazzi, so bene che è l'ultima ora e che siete stanchi, quindi cercherò di fare una lezione abbastanza leggera" ci annunciò Jason appoggiandosi alla cattedra, ogni volta che lo osservavo mi sentivo invadere da mille sensazioni e mi sentivo felice, aveva quel sorriso sincero sempre stampato sulle labbra, era davvero un professore straordinario, non come tutti gli altri scorbutici, forse era anche per questo che aveva il rispetto di ogni studente e professore della scuola, certo, poi c'erano sempre quelle troie che gli svolazzano attorno come api attratte dal miele, ma questi erano dettagli, certo, dettagli importanti, ma pur sempre dettagli
-"Giulia?" mi sentì chiamare dalla sua profonda voce, scossi un po' la testa per tornare alla realtà e vidi molti occhi puntati contro di me
-"Si, scusi, mi ero distratta un attimo" dissi al professore
-"Certo, stavo dicendo se venivi a fare un'espressione alla lavagna come ripasso" mi disse sorridendomi lui
-"Certo, scusi" mi scusai alzandomi per poi dirigermi alla lavagna, sentivo i suoi occhi che mi scrutavano per tutto il tempo nella quale la mia mano scriveva veloce vari numeri e lettere fino al risultato finale
-"Ci siamo quasi, hai fatto solo un piccolo errore di segno qui" mi corresse lui avvicinandosi a me, sentivo quasi l'elettricità che scorreva tra di noi in quel momento e la sua vicinanza mi faceva desiderare le sue labbra ardentemente quando mi sussurrò accanto al mio viso alcune semplici parole -"Aspettami in classe alla fine della lezione"

-"Ora puoi tornare al posto" finì di dirmi con voce normale. Silenziosamente tornai al mio banco, dove ne rimasi tranquilla e silenziosa fino all'ultimo suono della campanella. Mandai un messaggio a mia madre per dirle che sarei rimasta a scuola un po' di più siccome dovevo recuperare alcuni appunti e salutai le mie amiche.
-"C'è qualcosa che non va Giulia?" mi chiese visibilmente preoccupato Jason avvicinandosi a me, senza rispondergli mi avvicinai di più a lui, gli misi le mie piccole mani sulle sue spalle e mi alzai sulle punte, facendo così scontrare le nostre labbra, dopo un momento di disorientamento Jason fece scorrere le sue braccia attorno alla mia vita e ricambiò il bacio, il contatto con le sue morbide labbra scatenò in me un mare di emozioni, a volte non serve parlare, ma bastano i fatti, avevo bisogno di lui, avevo bisogno che mi aiutasse a calmarmi, avevo paura, paura che qualcuno potesse separarci.
Pov's Jason
Ero ancora nella classe con Giulia tra le braccia, mi aveva sorpreso quel bacio, solitamente ero io che facevo la prima mossa, pensavo che qualcosa non andasse, era stranamente silenziosa e poco sorridente, le accarezzai i capelli, erano morbidi e lisci, il suo viso era appoggiato alla mia spalla e il suo naso a pochi millimetri dal mio collo, infatti sentivo il suo lento respiro accarezzarmi la pelle
-"Ho paura" la sentì dire ad un certo punto stringendomi di più
-"Di cosa hai paura?" le chiesi preoccupato io
-"Che qualcuno ci possa separare" mi rispose lei
-"Nessuno ci separerà mai, te lo prometto" le risposi stringendola di più tra le mie braccia e dandole un bacio sulla fronte, la sentii sospirare per poi allontanarsi da me e sorridermi
-"Grazie Jason" mi disse intrecciando la sua mano con la mia
-"Per te farei qualunque cosa Giulia" le risposi stringendole la mano. Ed era esattamente così, sapevo che per lei, per noi, avrei fatto qualunque cosa, perché ora mai non ne avrei mai più fatto a meno, era diventata essenziale, era il mio ossigeno

--PAN DA COR NO BIP--

D: Ma che è sto capitolo? Na merda

Oltre al fatto chee...bo

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