20-Apocalisse

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Nico

Non riuscii a soffocare l'urlo di dolore. Stavo trattenendo Aliissa con il braccio ferito e lei non riusciva a risalire, non trovando appigli a cui sostenersi. Sentivo il cuore pulsarmi attraverso tutte le vene del braccio e sentivo che stavo perdendo parecchio sangue da come mi si appoccicava la manica della felpa alla pelle. «Nico lasciami andare! » urlò Aliissa con un tono disperato che non le avevo mai sentito.
Strinsi ancora più forte il suo polso, deciso a non mollarla per niente al mondo, nonostante bruciasse come un tizzone ardente.
«Mai!» dissi col fiato strozzato.
«Fidati di me!»
Sentii le sue dita allentare la presa ed la strinsi talmente forte che la sua mano iniziò a diventare rossa per la mancanza di circolazione del sangue.
«Fidati!» ripeté.
Lessi nei suoi occhi l'allarme e la preoccupazione. Ma non erano per ciò che sarebbe successo a lei, ma per il mio braccio che stava peggiorando. Non faceva altro che spostare il suo sguardo dai miei occhi alla ferita,chiedendosi quanto ancora avessi retto.
Mi ricordai di ciò che avevo detto anni prima "Non dare alle persone una seconda possibilità, potrebbe essere pericoloso" e in quel momento fui assolutamente certo di quanto fosse vero.
Non potevo fidarmi di lei, non di nuovo. O sarebbe morta in acqua.
Cercai di tirarla su ma mi cedette nuovamente il braccio sotto il suo peso, che tornò a dondolare sul precipizio con lei ancora attaccata.
Aliissa strinse gli occhi e le labbra per evitare di urlare e si aggrappò di nuovo al mio polso con tutte e due le mani. Tremava dalla paura, e in quel momento capii che non avrebbe mai deciso di lasciare la presa se non avesse avuto un ottimo piano. Era spericolata, ma in modo Mortale. Non era più l'Aliissa sono-cresciuta-nel-Tartaro-cosa-vuoi-che-sia-un-saltino-di-trecento-metri. Quell'Aliissa era morta. E quando lo realizzai, sentii il mio cuore sprofondare. Non sapevo però se dalla gioia o dalla malinconia.
Sei sicura?, le chiesi guardandola dritta in quegli occhi ora più verdi che turchesi che riflettevano le nuvole grige sopra le nostre teste.
Fidati.
Lasciammo la presa nello stesso momento, come se ci fossimo messi d'accordo.
Ma qualcuno la salvò prima che potesse essere troppo tardi.
Matthew ci raggiunse in quel momento e si chinò sul precipizio , afferrandola con tutte e due le mani e la tirò su, mettendola al sicuro dal mare scuro che montava sempre di più.
Rotolarono accanto a me e rimanemmo tutti e tre in silenzio a fissarci negli occhi, col fiato rotto e il cuore a mille.
«Immagino sia tardi per convincervi ad andarvene» disse Aliissa mettendosi in piedi barcollando leggermente.
Aveva una strana sfumatura verdognola in viso.
Matthew si alzò ed io lo imitai.
«Non ti abbandono di nuovo» disse lui.
«Idem» azzardai io.«E noi non dovremmo neanche essere qua»
Mi rammentai nella mente le parole della sua profezia e rabbrividii. Incece lo sguardo di Aliissa si accese di una luce strana, vogliosa di conoscere la verità.
«Cosa mi stavi dicendo prima?»
Aprii la bocca per parlare, per dirle che non era il momento adatto per parlarne, ma che dovevamo solamente andarcene via di lì. Per fare la figura del codardo. Non avevo il coraggio di dirglielo. Avevo paura di quello che avrebbe potuto mettersi in testa e che io non sarei riuscito a fermare. Ma in quel momento mi arrivò un pugno in pieno viso.
Sentii Aliissa gridare e il sibilo di una freccia scoccata.
«Chi sei?» ringhiò.
Quando la mia vista si schiarì e smisi di vedere solamente puntini neri, vidi Talia e Aliissa con gli archi puntati l'una contro l'altra.
«Aliissa ferma! » Matthew si mise in mezzo a loro «Lei è con noi!»
Nessuna delle due abbassò i propri archi. Si guardavano in cagnesco, aspettando che l'altra ritirasse per prima l'arma.
Il vento iniziò a spirare più forte e i capelli di Aliissa iniziarono ad agitarsi, scoprendole tre graffi profondi sul collo.
Un tuono si schiantò tra le nuvole e il cielo si aprì in due rovesciandoci addosso un acquazzone che in poco tempo ci bagnò fino alle ossa.
Talia ritirò l'arco e fece un piccolo sorriso sprezzante. «Figlia dell'Olimpo non mi impressioni. Sono una figlia di Zeus»
Aliissa rilassò le spalle e fece tornare la collana normale. «Io non c'entro. È un temporale come un altro»
Sospirai mentalmente dal sollievo poi mi guardai intorno.«Dov'è mia sorella?» chiesi iniziando già ad andare nel panico.
Ero sicuro che fosse stata la sua di voce ad avvertirmi della dracena.
Talia indicò un punto dietro le sue spalle «Laggiù» disse «Sta cercando di calmare Hedge. È impazzito perché era via durante il combattimento. Sai, è venuto in soccorso mio e di Matthew. Siamo comparsi nel bel mezzo del nulla»
Mi lanciò un'occhiata fulminante e capii chi era il mittente del pugno. Cercai di scusarmi, ma non sapevo proprio spiegare cosa fosse successo durante il Viaggio Ombra. Quella voce mi era stata familiare, ma non riuscivo ad afferrare di chi fosse.
«Non sarebbe meglio parlarne in un posto un po' più riparato? »
Matthew rabbrividì, ormai zuppo d'acqua, come tutti noi.
Aliissa annuì «Abbiamo parecchie cose di cui parlare» mi lanciò un'occhiata e si incamminò verso Hazel e Coach Hedge. Sembrava immune al gelo del temporale.
Ancora mi sentivo bruciare la mano con la quale le avevo stretto il polso.
«Pensavo reagisse peggio alla nostra comparsa»
Matthew mi si affiancò, mentre Talia si avviò da sola.
«Forse si è solo rassegnata» pensai ad alta voce.
O forse sta aspettando che vi muoviate per mettersi all'asciutto e chiarire questa faccenda.
Il suo tono freddo e austero si fece spazio nella mia mente, come sempre quando non aveva voglia di parlare ad alta voce.
Non ho voglia di urlare sopra la tempesta, non montarti la testa ora, Di Angelo.
Sorrisi involontariamente.
Io non mi monto la testa, dico la verità. Prima usavi spesso questo metodo per parlarmi. Era più intimo ed era solo nostro.
Si bloccò e Matthew le andò addosso.
«Oh, scusa.» sembrò cadere dalle nuvole «Che succede Al
Al? Scherzi?
Riprese a camminare lentamente, senza voltarsi e le sue parole furono come una freccia gelata nello stomaco.
Peccato che le cose siano cambiate. Noi per primi.
Sospirai e raggiunsi mia sorella, ormai con neanche più l'ombra del sorriso che mi era spuntato prima.
Sapevo perché mi trattava così male, perché era distaccata e gelida. Ma certamente, saperlo non mi faceva stare meglio.

La Figlia Dell' Olimpo - L'ultima Discendente [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora