La città del peccato, Las Vegas, è un luogo dove la vita è sempre in movimento. Anche se all'apparenza sembra un luogo festoso e scintillante, c'è sempre un lato oscuro e misterioso che si nasconde dietro le luci e il rumore, invisibile agli occhi d...
Mi sono svegliata questa mattina con due messaggi, uno da parte di Jane e un altro da parte di mia madre dove scriveva:
"Blair non ci sentiamo da molto. Ti scrivo perché tuo padre ha deciso di restare qui da nonna Jojo. Torneremo agli inizi di ottobre. Baci, mamma."
Lo vedo annuire non del tutto convinto e quando svolta a destra, nella nostra visuale si fa largo l'enorme palazzo della mia famiglia.
La scritta Harrison Company scritta in verticale sulla struttura mi fa pentire di essere arrivata qui. Questo posto l'ho sempre odiato, forse perché i miei genitori passavano più tempo qui che con me e Damon.
Andrew parcheggia davanti l'entrata e mi guarda mentre apro la portiera. «Devo aspettarti?» Domanda.
Faccio per pensarci e annuisco. «Se ti va.»
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K A I
Masticando un cornetto alla crema cammino per le strade affollate di Las Vegas in piena mattinata. Siamo già a metà Agosto e ciò dice che anche un'altra estate è passata.
Oltre ad ubriacarmi con Mike, a lavorare in officina alle macchine, aver partecipato alla Notte del Giudizio ed a pianificare il nostro prossimo furto non ho fatto nulla di entusiasmante.
Niente di niente, una noia mortale. E ciò mi fa sentire una nullità. Un'estate che non ha dato vibes d'estate.
Gli occhiali da sole sul mio naso mi rendono tutta la vista più oscura, la camicia bianca che indosso lascia intravedere tutto l'inchiostro che mi ricopre e decora la pelle e so che questo mio outfit fa girare tutte le donne nella mia direzione oltre a darmi un'aria da ragazzo misterioso, siccome cammino con una sicurezza che non ho mai avuto. Mi sento un personaggio famoso.
Giro l'angolo e prima di attraversare la strada che mi porta a casa un negozio in particolare attira la mia attenzione. Una piccola libreria.
Sono più di dieci anni che faccio questa strada e posso dire di non aver mai notato quel piccolo negozietto all'angolo della strada.
Ma non è solo la vetrina a farmi bloccare, è la persona che ci lavora a farmi bloccare il respiro e qualche battito al mio povero cuore. Smetto di masticare l'ultimo boccone del cornetto e rimango pietrificato.
Wow... È uguale a lei cazzo.
I capelli biondi le contornano il viso esile e leggermente abbronzato e sono raccolti in una treccia laterale leggermente disordinata.
Dalla vetrina posso vedere che aiuta un bambino a scegliere un libro e quando sorride nel mio stomaco si forma una voragine che sicuramente ha iniziato a risucchiare tutti i miei organi interni.