La città del peccato, Las Vegas, è un luogo dove la vita è sempre in movimento. Anche se all'apparenza sembra un luogo festoso e scintillante, c'è sempre un lato oscuro e misterioso che si nasconde dietro le luci e il rumore, invisibile agli occhi d...
Quando mi giro però trovo una persona che mi guarda appoggiata allo stipite della porta e dalla mia bocca fuoriesce un gemito spaventato. Damon. Damon si trova lì, con solo un asciugamano avvolto intorno alla vita e con le braccia conserte. Mi guarda incantato e ciò mi fa salire un leggero calore sulle mie guance. Sono sicura di essere tutta rossa, che cazzo.
Deve togliersi questo vizio di spaventarmi sempre, anche al compleanno di Blair è accaduto, quando stavo lavando i piatti in cucina. «Jessica», dice in modo di saluto. «Bisogno di una mano?» Mi guarda con i suoi occhi verdi smeraldo da fare invidia a tutti i ragazzi presenti sulla faccia della terra.
Corrugo le sopracciglia e passo lo sguardo da lui alla cesta vuota che ho tra le mani, «No, ho finito già», la mia voce esce in un sussurro, mentre mi perdo a guardare i suoi pettorali lucidi per via della doccia appena fatta.
Ingoio un groppo di saliva sentendo improvvisamente la gola secca e alzo lo sguardo sul suo volto dove si è fatto largo quel solito ghigno. Sono stata colta in fragrante. Che figuraccia.
Vorrei uscire da questa stanza e scappare da questa situazione ma l'enorme corporatura di Damon occupa tutto lo spazio della porta, impedendomi di uscire. Mi sento chiusa in una gabbia e ho bisogno di aria. «Capisco», annuisce per convincere se stesso che il suo aiuto non mi serve e finalmente, sicuro qualche santo avrà sentito le mie preghiere, si sposta di lato lasciandomi passare.
Sorrido imbarazzata. «Grazie.»
Quando ormai gli do le spalle e sto per uscire dalla sua stanza, la sua voce rauca e graffiata mi blocca. «Aspetta», mormora.
Mi giro nella sua direzione e lo guardo inclinando la testa. Si è avvicinato a me di qualche passo, ci separano solamente trenta centimetri circa e ciò mi manda lo stomaco in subbuglio.
Gioca con la lingua nell' incavo della sua guancia e capisco che vuole dirmi qualcosa ma è bloccato sempre da qualcosa. Cosa nascondi Damon?
Assottiglio gli occhi e corrugo le sopracciglia aspettando che lui decida di parlare. Subito dopo scuote la testa affranto e serra le labbra in una linea sottile. «No, niente», si giustifica ed entra di nuovo nel suo bagno.
Rimango a guardare la porta da dove è sparito e finalmente rilascio un sospiro. Mi rendo conto che ho trattenuto il fiato e questa cosa, per me, non è un buon segno.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
B L A I R
Coglione del cazzo. Stupido fesso. Antipatico, narcisista, arrogante e presuntuoso.
Sono due ore che maledico quello stronzo di Andrew perché si è dimenticato di venire a prendermi. Lo chiamo, ma puntualmente si attacca la segreteria.