Capitolo 8

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Ciò che avvenne dopo rimase nella mente della povera ragazza una serie confusa di eventi: Eloise venne allontanata dalla stanza dal capo della guardia reale, venne lasciata in camera e sentì dietro di lei la porta chiudersi in modo brusco.

Eloise si nascose nella penombra della sua stanza, illuminata solo dalla luna che appariva sola e amareggiata. Le fiamme danzanti delle candele proiettavano scure ombre sulle pareti mentre il suo cuore batteva con un ritmo irregolare come un tamburo lontano nel buio della notte. La principessa si sentiva inquieta, continuava a guardarsi intorno, come se ci fossero dei pericoli nascosti nell'ombra.
Adesso, Eloise aveva perso l’ultimo genitore che le era rimasto.

L’hai guardato morire senza fare niente.

Questo pensiero la trafisse come un pugnale nello stomaco, lasciandola senza fiato. Si accasciò in ginocchio, come se le gambe non fossero in grado di sorreggerla. I suoi straziati singhiozzi squarciarono l’aria notturna e silenziosa; il tempo sembrò fermarsi intorno a lei mentre il suo mondo vorticava.
Mentre la vita di suo padre abbandonava i suoi occhi, la principessa si era sentita ancorata al suolo, come se non potesse muoversi, si era sentita un’estranea nel suo stesso corpo.
Non avrebbe comunque saputo cosa fare, impaurita com’era, ma il pensiero di non averci nemmeno provata la stava divorando da dentro come un vorace parassita.

Riprendendo fiato e cercando nuovamente l’equilibrio, si alzò con le gambe tremanti e si diresse a prendere una boccata d’aria sul suo balcone. La vista era offuscata dalle lacrime, tuttavia riuscì comunque a distinguere una figura nel suo giardino che procedeva a passo incerto e sospetto: Damian.

Cosa ci fa Damian là fuori nel cuore della notte, dopo tutto quello che è successo?

La principessa provò ad attirare la sua attenzione, per cercare conforto. “Damian!” sussurrò, ma la sua flebile voce rotta si perse nell’oscura notte. Riprovò, stavolta con un tono più alto. Il ragazzo la udì: si girò nella sua direzione e la scrutò in volto per così poco tempo che, se lei avesse sbattuto le palpebre, non l’avrebbe sicuramente notato. Damian si diede poi alla fuga, sparì.
Eloise rimase confusa, ma era talmente distrutta mentalmente che decise di rimandare la conversazione con Damian in un secondo momento.

Si diresse verso il letto e, tra lacrime e sospiri dolorosi, cadde in un sonno agitato, in cui sognò nuovamente sua madre e il castello in fiamme. La voce implorante di Raphael, i fiori che appassivano a vista d’occhio, la composizione fantasma di sua madre; tutto ciò che provava sognando ancora e ancora lo stesso incubo non cambiava mai, se possibile diventava sempre più infestante e angosciante
Sei tu quella destinata a porre fine a tutto questo. Proprio questa frase in particolare, pronunciata dalla regina, sembrava non volerla abbandonare, come radicata nei suoi pensieri più reconditi.

Il suono improvviso di un'urgente serie di colpi alla porta interruppe il sonno tormentato della principessa. Dopo l’ennesimo incubo, Eloise scattò dal letto ed andò ad aprire la porta, con mani tremanti e passi incerti.
“Chi è là?” fu la prima cosa che riuscì a dire, con la bocca impastata dal sonno e dalle lacrime e la voce roca, mentre la porta si apriva cigolando.

Per qualche motivo, ciò che vide non
la sorprese. La sua fedele ancella Martha era davanti a lei, come tutte le mattine, per aiutarla a prepararsi per la giornata, ma quel giorno qualcosa cambiò irreparabilmente. Alle spalle dell’ancella c’era il capo della guardia reale, rigido e composto nella sua uniforme.
“Principessa Eloise…” cominciò Martha, con le lacrime agli occhi. Nella sua stanza entrò anche una terza persona, che Eloise non aveva notato prima.
I suoi capelli rossi furono il primo dettaglio che lo smascherarono davanti alla principessa. Raphael aveva dipinta in volto un’espressione torva, addolorata, le braccia ricadevano sui suoi fianchi, le mani strette in pugni talmente serrati che i palmi stavano lentamente diventando bianchi.
Il capo delle guardie prese la parola con voce grave e solenne; “Principessa Eloise, è stata accusata dell’omicidio di suo padre. Vi prego di seguirmi e di rendere la faccenda il meno complicata possibile.”
Quella fu la goccia che fece traboccare irrevocabilmente il vaso delle sue emozioni. Tutto quello che aveva provato la sera precedente tornò impetuoso, ma non si diede il permesso di crollare, non di fronte a Raphael, che sembrava già sconvolto di suo. Prese un respiro profondo che sembrò lacerarle i polmoni.
“Vi prego di pensarci bene, signori, Io non sarei mai in grado di fare una cosa del genere. Come potrei mai commettere un omicidio? Del mio stesso padre, per di più?”.
“Principessa, le prove che abbiamo trovato conducono tutte a lei. Dei testimoni ci hanno raccontato del vostro litigio subito antecedente alla morte e del suo posto a tavola, guarda caso, proprio accanto al re. Non ci serve sapere altro. Vi prego di seguirmi”.
“Eloise, ti prego…” Raphael la guardò con uno sguardo tradito, che la fece cedere definitivamente.

A Tale of Crimson LiesOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz