«Mi piacerebbe, ma no.» rispose Mcdaniel sardonico con quel solito ghigno sghembo sulle labbra.

Price avrebbe voluto rispondergli che non stava bene, che era perennemente sul punto di scoppiare a piangere in qualsiasi momento, anche in mezzo alla strada tra una folla di passanti che, camminandogli accanto incuranti, continuavano a vivere la loro vita. «Sono un po' stanco.» disse invece; anche se non era del tutto falso, stanco lo era davvero ma non si limitava solo a quello.

«Sai, ho saputo che sei di nuovo su piazza.»

«Le voci girano in fretta», constatò, arreso all'idea che non se ne sarebbe andato nemmeno se lo avesse ignorato. «Da chi?»

«Da quella pettegola di Dean.»

«Quindi sei venuto per provarci con me?» domandò Victor, sfonderando il suo solito sarcasmo come difesa. Si dipinse il suo solito sorrisetto ironico sul volto scavato e continuò: «Mi dispiace, ma adesso voglio solo godermi la mia vita da scapolo. Passare le serate in discoteca, bere, avere avventure di una notte...»

«Se vuoi ti accompagno io per locali a inzuppare il biscottino, ti faccio da spalla.» Daniel lo spalleggiò amichevolmente.

«"Biscottino" sarà il tuo.» stette al gioco, Price, allusivo. «Dovresti saperlo.»

«Sei un maledetto egocentrico narcisista.» commentò divertito.

Subito dopo tra loro cadde il silenzio. Per quanto gli riguardava, Vick non aveva più nulla da dirgli. Percepiva la sua presenza inopportuna, come se si fosse appropriato di un posto e un ruolo non suo. In quei momenti di estrema fragilità lui non c'era mai stato, nemmeno quando erano in una relazione, e non aveva alcuna intenzione di condividerli con lui adesso.

«Dean mi ha raccontato anche che Chris mangia poco e niente, che è spesso distratto...» riprese Danny mentre si osservava distrattamente intorno, esplorando quel luogo per lui nuovo e ignoto. Dal suo tono, sembrava stesse elencando la lista della spesa.

«Zitto», ordinò lapidario.

«Ha spesso gli occhi gonfi, capelli in disordine...» continuò invece, ignorandolo.

«Stai zitto!» alzò la voce. Perché Daniel gli stava raccontando quelle cose su Christopher? Gli faceva male saperlo in quello stato. Prendere coscienza che era responsabile della sua sofferenza, era doloroso. Daniel stava gettando sale sulle ferite aperte.

«Non vuoi sapere in che stato è il tuo ex per colpa tua?» girò il coltello nella piaga. Daniel voleva e doveva farlo ragionare, anche se non lo riguardava. Non erano affari suoi, ma nel profondo della sua codardia, non avrebbe mai accettato che Victor rinunciasse all'amore per cieca stupidità.

«Lo sapevo che eri venuto qui per rompere le palle.» constatò irato alzando gli occhi al soffitto, meledendo il codice penale che gli impediva di percuoterlo, ucciderlo ed insabbiare il tutto.

«Sempre in prima fila.»

«Gli passerà.» disse più per convincere se stesso, che il ragazzo al proprio fianco. Il teppista si aggrappò con tutte le sue forze a quella speranza, anche se allo stesso tempo non voleva che lo dimenticasse, almeno non così facilmente come millantava. Abbassò le palpebre e si odiò per il suo insensato egoismo. Riaprì gli occhi, poggiando istintivamente lo sguardo ancora sul proprio palmo della mano.

«Tu credi?» Mcdaniel sbuffò un sorriso ironico negando lentamente il capo con finta accondiscendenza. «Siete due idioti, vi siete trovati.»

«Ci siamo persi.»

«Ti sei perso. Stai facendo una cazzata, Vick.» Danny si voltò con il busto verso di lui per guardarlo in faccia. «E te lo sto dicendo io, che porto la bandiera.»

E il tempo scivola viaWhere stories live. Discover now