Quel giorno la saletta aveva qualcosa di strano, Nereo lo sapeva.

«Che è successo qui?»

Leon si voltò a guardarlo, rivolgendogli un sorriso lieve, «Alice ha fatto mettere le telecamere di sicurezza. Sembra che qualcuno si stia divertendo a rapinare appartamenti, e siccome siamo al piano terra e lasciamo la strumentazione qui...»

Con una mano tirò la folta chioma rossa dietro le spalle.

Nereo lo trovò tranquillo, troppo. Sapeva cosa stava per succedere, sapeva che era questione di giorni.

Avrebbe dovuto abbandonarli, Fabio era stato chiaro: Leon stava rischiando troppo.

«Quando pensi di andare?» domandò. L'amico non sollevò nemmeno la testa, tutto impegnato a riscaldarsi sulla chitarra intonando Them bones degli Alice in chains.

Stava fingendo, Nereo lo sapeva. Non sarebbero state quattro note in sequenza a impensierirlo tanto da non rispondere.

Sta evitando il problema.

Poggiò la mano sulle corde, stoppando l'esecuzione dell'amico. Leon lasciò cadere le braccia lungo i fianchi con un sospiro esasperato, «Possiamo lasciar stare il discorso?»

«No», rispose il batterista, «devi prendere una decisione, l'unica.»

«Sto bene, ora. Mi... fa incazzare il fatto di dover abbandonare tutto e tutti, di nuovo.»

«Te l'avevamo detto di non innamorarti, che avrebbe complicato le cose.»

«E tu pensi che sia una cosa a comando?»

«Leon, devi andartene. Stiamo rischiando tutti, adesso.»

«Non ci riesco!» quasi urlò in risposta, battendo un pugno sulla cassa. Il suono cupo delle corde rimbombò per la stanza, coprendo il silenzio sceso tra i due.

Nereo sospirò. La ricrescita bionda dell'amico rivelava parte della verità sul suo aspetto, e ciò significava solo una cosa: Leon stava iniziando a perdere il controllo sulla sua identità.

La situazione stava peggiorando a vista d'occhio, non potevano permetterselo.

«Se non te ne vai, dico tutto a Cass.»

Gli occhi del chitarrista lo inchiodarono pieni di furia. «Non oserai», ringhiò.

«Ne sei certo?»

Era consapevole di star rischiando uno scontro fisico con quello che era il suo migliore amico, ma la prospettiva non lo spaventava. Gli altri non c'entravano nulla coi suoi problemi, ognuno aveva già sofferto abbastanza nella vita.

Avrebbero sopportato la sua dipartita, si sarebbero rialzati e sarebbero andati avanti leccandosi le ferite a vicenda, come sempre.

La morte di uno solo di loro, invece... come avrebbero reagito?

Nereo l'aveva già sperimentato sulla sua pelle con la morte di Nadia, ed era stato devastante. I pensieri suicidi si erano susseguiti per mesi, era stato tentato di darsi alle droghe per non pensare. Lo aveva salvato solo la presenza della figlia.

Il chiacchiericcio degli altri che stavano arrivando interruppe la loro discussione.

Riprenderemo questo discorso, Leon, puoi giurarci.

Riprenderemo questo discorso, Leon, puoi giurarci

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
CreepDove le storie prendono vita. Scoprilo ora