capitolo 4

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8 giugno 2024 ore 4:50 am
Arrivati a destinazione mi aprii la portiera e mi slacciò la cintura. Mi affiancò in ogni passo fino all'uscio della casa dove venne aiutato anche da Filippo, di cui riconobbi il profumo. Senza fare troppo rumore mi accompagnarono in camera. Davide posò tutto ciò che Ilaria aveva raccolto di mio e si sedette sulla sedia, mentre Filippo si posizionò sul letto dove mi avevano lasciato.

I due non parlarono finché Filippo, dopo avermi scrutato per bene, disse
Filippo <Chi cazzo è stato? Dimmi chi stracazzo è stato o ammazzo qualcuno>
Non mi mossi di un centimetro.
Davide <Non penso sia l'approccio giusto>
Filippo <Davide stanne fuori, voglio quella merda umana tra le mie mani. Voglio cavargli gli occhi e staccargli le mani. Non voglio che respiri un secondo di più>
Davide < Penso che ora tu debba solo stare con lei, non puoi fare altro>

Filippo chiamò ilaria che era diretta a casa mia, accompagnata da Riccardo, in cerca di informazioni senza successo però.

Ad aprirle la porta di casa fu Davide.
Appena mi vide, Ilaria, si accucciò e mi tenne le mani, ma io le allontanai non appena mi toccò, come se mi avesse punto.
Tra i cinque nessuno parlava: Ilaria singhiozzava, Filippo metabolizzava, Riccardo assisteva allibito, Davide non alzava lo sguardo e io sentivo solo lo scorrere del tempo. Mi venne portata acqua e cibo, ma rifiutai.

Quando notai sull'orologio l'orario ovvero le sei dal mattino decisi di fingere di dormire così da permettere agli altri, visibilmente distrutti, di riposarsi.

Ilaria e Riccardo vennero accomodati nella stanza degli ospiti, Riccardo in quella di mio fratello Filippo e quest'ultimo sul mio divanetto.

Io non dormivo, fissavo il vuoto. Mentre delle lacrime mi cadevano dal viso.

Dopo mezz'ora ancora niente, non mi ero mossa di un millimetro, stavo sotto le coperte con addosso il mio vestito e la maglietta di Davide.

Ero stanca, stanca dentro e stanca fuori ma non dormivo. Avevo paura. Avevo paura che mi potesse succedere qualsiasi cosa. Avevo paura che qualcuno potesse entrare in camera e portarmi via con sé. E io cosa sarei riuscita a fare per oppormi? Niente. Niente perché io sono niente. Niente perché non so badare a me stessa.

Eccoci di nuovo nel loop delle colpe che mi addossavo da sola. Ma mi sovvennero le parole di Davide, che riacquisirono coloro accompagnate dall'odore che la sua maglietta emanava ancora.

Il tempo passava, ma con lo scorrere di esso il mio stato non cambiava di una virgola.

Poi tutto ad un tratto, poco dopo aver visto l'orario sul Alexa che segnava le 7:30, mi si chiusero gli occhi. E caddi in un sonno profondissimo.

8 giugno 2024 4:37 pm
Al mio risveglio mi sembrò di vivere un dejavu, le stesse persone di ieri sera erano posizionate nello stesso identico modo, con addosso gli stessi vestiti.
Anche per svegliarmi non accennai a movimenti troppo pronunciati, rimasi rannicchiata in me come se questo mi desse un senso di maggiore protezione. Ad accorgersi fu Filippo che con insolito tono pacifico mi propose di mangiare qualcosa. Scossi la testa lievemente. Ero pallida, non mangiavo da più di 12 ore ma no non avevo fame, forse sete. Bevvi un po'.

Filippo mi disse che con mamma aveva risolto tutto lui, non sapeva come io volessi agire e di conseguenza non le aveva detto nulla, dovendo solo giustificare la permanenza di Ilaria Riccardo e Davide.
Pur essendo sabato i miei andavano a lavoro e tornavano alle 7 di sera quindi fortunatamente avevo qualche ora per riprendermi prima di vedere mamma e papà.

Filippo <Forse una doccia la aiuta?> Propose disperatamente in cerca di qualcosa che potesse farmi stare meglio.
Ilaria <Posso provarci>

Gioco di sguardiWhere stories live. Discover now