Appuntamento fisso

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«Ehi, ti dedico una canzone,» esclama Dex all'improvviso. La lascia andare, ancora lì seduta per terra, e scappa in un'altra stanza. L'attimo dopo ritorna con una chitarra acustica imbracciata, la tracolla tutta strappata che fa sembrare la chitarra quasi appesa a un filo.

Nel vedere lo strumento Valerie subito scatta in piedi e torna a sedersi sul divano, incrocia le gambe mentre fa cenno a Dex di raggiungerla, tamburellando le mani sulle ginocchia e agitandosi sul posto. Nel frattempo, Dex si schiarisce la gola e con un gesto teatrale le si inchina davanti. Porta un piede ad appoggiarsi sul divano strappato, e poi col plettro inizia a strimpellare piano le corde.

Alcuni dei presenti nel salotto si voltano verso di loro, attirati immediatamente dal suono della chitarra, mentre Val appoggia i gomiti sulle gambe, osservando Dex davanti a sé mentre agita la testa avanti e indietro, e poi finalmente accenna gli accordi della canzone che ha pensato di dedicarle.

«One Saturday I took a walk to Zipperhead...» Dex inizia a cantare, strimpellando le corde della chitarra con gesti abitudinari.

Valerie si lascia scivolare sullo schienale del divano, mentre la canzone cattura la sua totale attenzione. Le pare di averla già sentita, gliel'avrà fatta ascoltare John da qualche cassetta o qualche vinile, ma non ricorda il titolo né l'autore.

«Punk rock girl! Please look at me, what do you see?»

Altri ragazzi si siedono accanto a lei, mentre Dex continua a suonare quella canzone familiare e sconosciuta al tempo stesso, e Val si lascia trascinare dal testo e dalla musica.

Poi, più o meno verso la fine della canzone, quando si è creato un coro di ragazzi che cantano insieme a Dex, alcuni accanto a lui con le braccia attorno alle sue spalle, altri seduti sul divano o in piedi lì accanto, Valerie percepisce qualcosa di strano. Una sorta di presenza, come se ci fosse qualcuno dietro di lei che la stesse chiamando. E poi, pochi secondi dopo, sente effettivamente una voce.

Non riesce a distinguere le parole, in mezzo al casino, ma la voce, maschile e profonda, di qualcuno che la sta richiamando come ad attirare la sua attenzione, ma nonostante le arrivi forte e chiara non riesce a distinguere bene le parole; sente la voce ma non capisce la frase in sé. Allora Valerie scatta in piedi, alzandosi sul divano, e quasi allarmata si volta, aggrappandosi allo schienale sudicio del divano, dato che la voce sembra provenire direttamente dalle sue spalle. Ma dietro di sé non trova nessuno.

Dex, dal canto suo, perde di vista Valerie già a metà canzone, quando lo spirito da performer prende il sopravvento, e finisce per suonare la canzone a tutti gli ospiti e gli squatter, mettendo su uno show improvvisato e coinvolgendo gli altri a cantare con lui. Si ricorda il motivo per cui ha suonato quella canzone solo dopo averla finita, quando i ragazzi intorno a lui lo incitano a suonare un'altra canzone. Allora Dex si sfila la chitarra di dosso e la molla al primo che si ritrova davanti, facendosi spazio a gomitate tra gli amici che lo hanno accerchiato. Solo in quel momento si rende conto Val non è più sul divano né in salotto.

Magari la canzone l'ha annoiata, pensa, portandosi una mano al petto con aria melodrammatica. Pensava di conquistarla con i Dead Milkmen, il suo gruppo preferito di sempre, ma con ragazze del genere hanno più successo i Bauhaus, i Damned o cose del genere; avrebbe dovuto pensarci prima.

Senza aspettare altro Dex, mentre medita se sia il caso di iniziare a vestirsi tutto di nero, raggiunge John e Jason, che sono intenti a discutere di qualcosa insieme a Lenny, il suo batterista, attorno a un tavolo pieno di cartacce e merendine mangiucchiate, in quella che dovrebbe essere la cucina.

«E poi... poi sono finito a terra,» dice Jason, portandosi una sigaretta alle labbra, presa da un pacchetto abbandonato sul tavolo, più per darsi un tono che per effettivo desiderio di fumare. «È così che mi sono fatto l'occhio nero.»

UrbanaWhere stories live. Discover now