Capitolo 5: Vecchi luoghi, nuovi obbiettivi

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Harry superò i cancelli di Hogwarts su una carrozza trainata da Thestral. Dopo tanti anni quei cavalli infernali non gli facevano più paura, ma li credeva gli incolpevoli portatori dei dolori della guerra. Quante persone adesso potevano vederli? Più di quelle che avrebbero dovuto. Non avrebbe più permesso che altra gente perdesse i genitori, i figli o i fratelli. Non ci sarebbero più stati altri Teddy, altre Andromeda e altri George. Non ci sarebbero stati altri Harry Potter.
Ora viveva tra convegni, indagini e famiglia, ma un vuoto dentro di lui c'era sempre. Il vuoto lasciato dai suoi genitori, un vuoto che lui, con l'impegno di ogni giorno, cercava di evitare a James, a Albus, alla piccola Lily e a Teddy.
Quanto era simile Teddy a lui? Nessuno dei due si ricordava i propri genitori, tutti e due assomigliavano come gocce d'acqua ad essi e nessuno mancava di ricordarglielo, ricalcando il dolore di non averli mai conosciuti. Ma Remus e Tonks sarebbero stati fieri di loro figlio. Era molto maturo per la sua età, tranquillo, controllato, intelligente e, soprattutto, aveva un grande cuore. Harry si rivedeva molto in lui, a parte il fatto che l'infanzia di Harry era stata un inferno, mentre quella di Teddy era stata, per quanto possibile, felice. E questo non doveva cambiare. Non avrebbe permesso che Voldemort, se davvero era lui, rovinasse altre famiglie. Aveva già fatto fin troppi danni.
La carrozza si fermò.
Una grossa figura famigliare arrivava da lontano. Hagrid. Il guardiacaccia era una delle cose che gli mancavano di più di Hogwarts. Certo, gli mancava tutto (a parte il pericolo costante) di quegli anni, ma da quando aveva iniziato a lavorare aveva trovato difficile vedere Hagrid una o due volte ogni tre mesi. La sua semplicità, la sua gioia e tutto l'affetto che gli aveva sempre dimostrato avevano lasciato un segno profondo nel suo cuore. Quando Harry lo aveva scelto come padrino per Lily, Hagrid aveva pianto per dei giorni interi.
- Ciao Harry – disse il mezzogigante quando gli fu vicino.
- Ciao Hagrid, tutto bene?
- Abbastanza, gli studi sono molto pesanti, ma sono molto soddisfatto.
Harry, prima di seppellire la Bacchetta di Sambuco nella tomba di Silente, aveva deciso di aggiustare la sua bacchetta e quella di Hagrid. D'estate i suoi colleghi si erano messi a insegnarli le varie materie che aveva perso quando la sua bacchetta era stata spezzata.
- Come te la stai cavando? - gli chiese.
- E' dura, Trasfigurazione adesso me la insegna la professoressa McGranitt. Quando me la insegnava Audrey era più meglio. Però capisco che lei ora ci ha da fare, con due figlie. Già tu che sei papà, ci hai molto da fare, figurati una mamma. Come stanno i marmocchi?
- Tutti bene. James ha una fase ribelle già a cinque anni e Ginny è in guerra aperta con lui. Albus, da quando è nata Lily, sta tutto il tempo con lei. Molly assomiglia molto ad Audrey, mentre Lucy è più musona alla Percy. Fred è uguale a George, e credo che lui sia molto felice di questo, compensa la mancanza di Fred Senior., invece Roxanne è un misto tra George e Angelina. Rose ha la testardaggine della mamma e del papà.
- Per le mutande di Merlino! - ridacchiò Hagrid – quella ragazza deve essere una bomba. E il fratellino?
- Hugo è nato l'anno scorso come Lily, per adesso dorme, mangia e ride, esattamente come mia figlia e Louis, il terzo figlio di Fleur e Bill. Dominique, la più giovane delle loro figlie, è identica a Ginny, un maschiaccio rosso di capelli, e Fleur non riesce a capire come preferisca il Quidditch ai trucchi. Per fortuna Victoire la soddisfa in questo campo, anche se il carattere è uguale a quello della sorella. Oltre questo, Victoire è ancora cotta di Teddy.
- Ancora? Da quanti anni ormai?
- Non so – sorrise Harry – la sua prima parola è stata "Teddy", quindi circa otto.
- Teddy mica ci viene ad Hogwarts quest'anno?
- Sì, è il primo in famiglia che viene ad Hogwarts. E naturalmente quando lui va a scuola evadono dei Mangiamorte.
- Credi cerchino lui?
- No, dubito, ma se se lo trovassero davanti non credo si farebbero tanti problemi ad eliminarlo.
- Ci piazzerai tanti Auror qui?
Harry decise non raccontargli tutto. Per quanto Hagrid fosse una bravissimo persona, non era altrettanto bravo a tenere i segreti. Era riuscito a svelare a Voldemort come sconfiggere il cane a tre teste che stava proteggendo la Pietra Filosofale.
- No, non tanti, credo che metteremo qualche incantesimo protettivo in più e aumenteremo le ronde dei professori di notte. Hogwarts è già protettissima dal dopo-guerra.
- C'hai ragione, qualche volta Neville non è riuscito neanche ad entrare per le misure di sicurezza.
Harry scoppiò a ridere – Per quanto possa essere cambiato, è sempre lo stesso.
- L'anno scorso ha lottato con una Pianta Carnivora del Bangladesh. Gli studenti non si sono mai divertiti così tanto da quando c'erano Fred e George.
- Ma quelle piante dovrebbero essere calme finché non vengono attaccare, le usava come sentinelle Rowle quando lo abbiamo arrestato.
- Non se ci dai da bere del Whisky Incendiario.
Harry sorrise di nuovo – Quel ragazzo sta iniziando ad avere un'insana attrazione per quella bevanda, ormai la mette dappertutto.
- Hannah lo riuscirà a calmare.
- Hannah lo continuerà ad appoggiare, da quando stanno insieme sono diventati matti. Sono di un'esuberanza che neanche i gemelli si sognavano. L'altro giorno, per inaugurare il nuovo look del Paiolo Magico, hanno finto un incendio. E' arrivata la Squadra Speciale Magica e il fuoco si è spento da solo, mostrando il nuovo aspetto del locale. Hermione era furente.
Hagrid allora fu d'accordo con lui – Quei due diventano ogni giorno più strani.
I due, mentre parlavano, erano arrivati davanti all'ufficio della preside. Davanti a questo la McGranitt stava parlando con una giovane donna molto bella, vestita con un tailleur blu chiaro.
- Audrey – la salutò Harry.
La moglie di Percy si girò verso di lui e gli sorrise – Harry! Che ci fai tu qui?
- Sono venuto a incontrare la preside.
La McGranitt sbuffò divertita – Potter, ti ho già incontrato troppe volte da studente, adesso ti devo incontrare anche da Auror?
Tutti risero.
- Ho nominato Audrey Direttrice della Casa di Tassorosso.
- Complimenti! – gridò Hagrid, facendo sobbalzare Harry.
- Ci sarà da divertirsi se Molly finisce a Tassorosso – commentò l'Auror. Audrey e sua figlia, che aveva un anno in meno di Victoire, continuavano a litigare, forse, come diceva Percy, perché avevano lo stesso carattere.
- Spero di no, se non la nominerò prefetto, mi ucciderà.
- E' veramente così scontrosa? – chiese Hagrid
- Con me sì, con Percy è tutta tenera.
Dopo una decina di minuti di amabile conversazione Audrey e Hagrid si congedarono, quest'ultimo proprio quando la McGranitt gli chiese quando avrebbero avutola prossima lezione.
Trovandosi da soli salirono in ufficio.
L'ufficio non sembrava più quello di Silente, pieno di oggetti magici dalle forme più strane, ma era invece molto sobrio, senza fronzoli di alcun tipo.
- Allora, Potter, cosa è successo? - chiese lei accomodandosi dietro la sua scrivania.
- Sono scappati sei Mangiamorte da Azkaban.
- Sono vecchia ma so ancora leggere i giornali. Intendevo, chi c'è dietro? Come hanno fatto a scappare?
Harry sbuffò – Magia potente e Dissennatori. Non sappiamo chi sia il responsabile, ma sospettiamo Voldemort.
La McGranitt annuì pensierosa, tamburellando le mani sull'antica scrivania dei presidi.
- Può essere, anche se è molto improbabile. Purtroppo ho avuto a che fare con Voldemort per molti anni. Non mette in pratica un piano del genere senza già essere molto potente. L'ultima volta che ha fatto evadere la gente da Azkaban era già resuscitato.
- Quindi sta dicendo che è già molto potente?
Lei scosse la testa – Questo è un caso isolato. Non ci sono stati attacchi ai Babbani e non ci sono state vendette contro i Mangiamorte che hanno tradito.
- Magari gli serve prima un esercito. Adesso che ha fatto evadere i suoi, inizierà a fare le solite angherie.
- Non lo so, mi sembra strano che rischi di trovarsi te e tutti gli Auror contro prima di aver ricreato un esercito. Se è lui deve essere molto disperato.
- Non ne avrebbe motivo, noi Auror non sospettavamo niente.
- Allora è sicuramente qualcun altro. Qualcuno che può permettersi di avere tutto il tuo ufficio alle costole senza essere intralciato. Qualcuno che ha le forze per sfidare apertamente il Ministero. Ma dal mio punto di vista, se Voldemort fosse appena risorto, terrebbe un profilo molto più basso e avrebbe attaccato te per primo, per agire simbolicamente.
Harry annuì, sperava che la McGranitt smentisse i suoi sospetti. Certo, avrebbe continuato anche a tenere d'occhio la pista Voldemort, ma doveva indagare anche su altro. Non sapeva se prendere bene o male quello che la preside gli aveva detto. Voldemort era un nemico non da poco, ma lui lo conosceva bene e sapeva le su debolezze, mentre se era qualcuno di nuovo, che sicuramente doveva avere un grande potere, aveva un effetto sorpresa che poteva essere micidiale. Doveva capire chi c'era dietro il prima possibile.
- Comunque se ha liberato dei Mangiamorte, io aumenterei le misure di sicurezza qui e al Ministero, oltre a mettere tutte le protezioni del caso nelle case di noi dell'Ordine e nei vari centri abitati.
Harry la guardò e disse – Sì ci avevo già pensato, ho preparato un piano per Hogwarts – e descrisse tutte le nuove misure di sicurezza. La McGranitt si dichiarò d'accordo.
Harry si alzò e le strinse mano. Quando stava per superare la porta dell'ufficio, la preside lo chiamò.
Aveva una lettera in mano e la guardava preoccupata.
- Dovresti aumentare le misure di sicurezze anche sulla casa di questa ragazza – gli disse porgendogli la lettera. Harry tornò indietro e la afferrò, leggendola velocemente.
Quando alzò la testa, il suo sguardo era sconvolto.

La donna avanzò di gran carriera lungo i corridoi di quel castello. Odiava quando lui faceva così. Aveva preso lei, suo figlio e il figlioccio di lui e dalla loro comoda villa si erano spostati in quel castello di pietra in mezzo alle montagne, protetto da tanti incantesimi. Odiava quando suo marito fuggiva. Lo amava, e tanto anche, ma per quanti aspetti positivi lui potesse avere, ne aveva ugualmente tanti negativi. Quello che lei odiava di più, però, era la fuga dal suo passato. Lui aveva una paura enorme di tutto ciò che c'entrava con quello che era successo fino a dodici anni prima e ogni volta che se ne parlava si azzittiva e diventava molto burbero.
Entrò nella biblioteca e si fermò davanti ad una libreria, tirando un libro rosso. Si aprì un passaggio segreto.
Suo marito era seduto su una poltrona, una bottiglia di Whisky Incendiario nella mano destra e una pipa nella mano sinistra. Sul tavolino davanti a lui, c'erano due bottiglie vuote dello stesso superalcolico e del tabacco sparso.
- Draco – disse Astoria, cercando di trattenere la rabbia – come diavolo ti sei conciato?
- Sto bene – borbottò lui.
- Non me ne frega un cazzo se stai bene, Draco! Che esempio stai dando a Scorpius e Bartemius? Sei ubriaco e nascosto!
Suo marito alzò la testa di scatto, gli occhi che trasudavano qualcosa a metà tra disperazione e ira.
- Tu non sai cosa sto provando.
Lei sostenne il suo sguardo – Paura.
- Non è solo paura. Posso essere la causa della morte di tutte le persone che amo.
- E allora chiedi aiuto al Ministero.
- Noi Malfoy non chiediamo mai aiuto, men che meno al Ministero.
- Voi Malfoy siete tutti dei coglioni. Spero che Scorpius abbia un minimo di coraggio, a differenza vostra.
Draco sembrò sinceramente ferito da quello che aveva detto e cerco di alzarsi, ma ricadde subito sulla poltrona. Astoria si addolcì un poco.
- Draco, stai seduto e dammi quella bottiglia.
Suo marito obbedì.
- Hai ragione – disse asciugandosi gli occhi lucidi – siamo dei coglioni e dei codardi.
- Scusa, ho esagerato... - rispose Astoria. Non voleva peggiorare la situazione.
- Proprio perché sono un codardo vi ho portato qui. Ho paura, è vero. Ho paura di perdere te, Scorpius e Bartemius. Ho paura che quelle persone che ora sono a piede libero vogliano indietro Bartemius. Non voglio rischiare di scontrarmi con loro, perché se perdessi se lo porterebbero via. E ho paura del mio passato, è vero. Come crescerà Scorpius con il cognome che ha? Come lo guarderanno? Come guardano te sapendo che sei mia moglie?
Astoria gli accarezzò il volto e lo baciò. Un sapore di alcol e fumo gli pervase la bocca.
- Preferirei essere discriminata mille volte a causa tua che non averti mai spostato. Ogni persona ha il diritto e il dovere di riscattarsi dal male che ha fatto e, da come ti stai comportando con noi, fidati che lo stai facendo.
- Ubriaco, pessimo padre, pessimo marito e pessimo padrino?
- Non sei un pessimo marito, ti amo ogni giorno di più e vedo che cerchi di farmi felice sempre. Bartemius e Scorpius ti adorano e non mi stupisce guardando come li hai cresciuti. Hai donato la felicità a due bambini che sono nati in contesti in cui trovarla è difficile. Tu, Draco, puoi avere tutti i difetti che vuoi, ma sai amare. Adesso, però, è anche l'ora di imparare a reagire. Dobbiamo vivere la nostra vita, senza farci spaventare da dei fantasmi.
- Ma ci cercheranno.
- E allora vorrà dire che prenderemo le adeguate misure di sicurezza.
- Del tipo?
- Hai ancora quella villetta a Diagon Alley?
Draco annuì.
- Andiamo lì.
- C'è troppa gente ed è troppo piccola.
- Potter avrà sicuramente messo delle misure di sicurezza molto selettive. Siamo in tre in una villetta, io ci ho vissuto in quattro quando ero piccola e come vedi non sono morta.
- Ma ti sei sposata un coglione – aggiunse lui con un sorriso.
- Ognuno fa degli errori nella vita – ribatté lei divertita, facendo allargare ancora di più il sorriso a suo marito – qualcuno, a parte me, sa di quella casa?
- Nessuno, mi serve per dormire quando vado a comprare manufatti di Magia Oscura. Anzi, è intestata con un nome falso.
- Perfetto. Smaltisci la sbronza in fretta che domani partiamo.

Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino (Wattys2016)Where stories live. Discover now