Cronache di un legame infranto

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Si dice che i gemelli abbiano un filo invisibile che li tiene uniti sin dalla nascita,un legame profondo e unico diverso da tutti.

Eppure mi sento abbandonata anche da questo legame ma nessuno sembra rendersene conto,neppure mio fratello.

So benissimo che vivere da soli a soli vent'anni in una città nuova sia difficile, e ho affrontato questo discorso più di una volta...

capitolo 1

«Non arriveremo a fine mese se continui a studiare senza fare turni extra».

A interrompere il mio flusso di pensieri è proprio lui.
Andrew,un metro e ottantasette di ragazzo australiano dai capelli rossi come il fuoco,insolita come cosa.

Sono sicura che abbiate già sentito questa similitudine,eppure non posso tralasciare il dettaglio dei suoi occhi verdi come una foresta in piena primavera.

«Non posso fare turni extra se voglio come minimo diplomarmi,non riuscirei a far combaciare il temp-» sussulto appena la sua mano colpisce il tavolo della cucina.

«Ho lasciato scuola per poter permettere ad entrambi un tetto sotto cui vivere, e tu mi parli di diploma alyssa?».

Mi guarda attentamente e per un istante, dimentico di respirare. Posso udire il cigolio della sedia appena mi alzo, c'è troppo silenzio e percepisco la tensione in ogni parte del corpo. Sospiro,ha ragione.

«Proverò a chiedere alla coordinatrice della scuola, di poter seguire alcune lezioni individualmente».

Mi avvicino piano «e chiederò giorni extra alla signora Collins» concludo fermandomi a pochi passi da lui.

Distoglie lo sguardo e lo punta tra i fogli accumulati sul tavolo da giorni, come se stesse cercando di metabolizzare la mia proposta.

Rimango in piedi ad osservarlo per svariati minuti, ma non distoglie lo sguardo dal solito punto. Alzo lentamente la mano e gli sfioro il braccio.

«Mamma doveva tornare due mesi fa».

La sua voce è pacata come se non volesse far trasparire tutta la tristezza e la rabbia che prova dentro di sé.

«Lo so...ma sai com'è fatta Emily» sospiro.

«Mamma» ribadisce a denti stretti,risvegliandosi dal suo stato di trans mentre si gira verso di me.

Odia quando la chiamo per nome, ma come posso chiamare "mamma" una persona senza responsabilità, che non si degna nemmeno di tornare a casa dai propri figli solo per passare la notte con chiunque gli capiti a tiro dopo due bicchieri di birra. Provo a forzare un mezzo sorriso e mi allontano dalla sua figura uscendo dalla cucina.

Sono abituata agli scatti improvvisi di Andrew,passa dall'essere felice o sereno ad essere triste o incazzato con chiunque.

Avevamo entrambi 15 anni quando Emily decise di abbandonarci fuori da un bar di Sydney, a cui era solita passare tutte le sere senza degnarsi di tornare a casa.

Ricordo di non averlo mai visto piangere come quella sera, era così scosso e io sono rimasta a fissarlo senza sapere cosa fare chiedendomi, come si potesse pensare di avere un figlio se non si ha nemmeno la testa per badare a se stessi.

Passo davanti allo specchio posizionato all'entrata dell'appartamento e cerco di scacciare dalla mente l'ennesimo ricordo della mia memorabile adolescienza, mentre do una sistemata ai capelli e prendo il mio cappotto nero.

«Io vado dalla signora Collins, per favore metti a lavare i vestiti sporchi».

Non ricevo risposta e capisco che è ora di lasciarlo a casa da solo. Convivere con Andrew significa sapere quando è ora di uscire di casa prima che possa avere un attacco di rabbia incontrollato, e io ormai sono diventata un'esperta nel intuire il momento giusto.

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⏰ Last updated: Apr 10 ⏰

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