Prologo

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Giovedì 9 maggio

Jessie

«Ahia! Porca miseria!» Impreco contro l'ago da cucito che mi buca per la milionesima volta nel giro di cinque minuti.

L'abito da sposa a cui lavoro da più di un mese è quasi pronto e la scadenza è solo per domani.

Bene, mi basterà stare sveglia qualche ora in più questa sera per finirlo. Che ci posso fare? Sono una procrastinatrice nata, credo di non aver mai finito qualcosa in anticipo in ventisei anni di vita.

Sento una porta sbattere ma faccio finta di nulla, probabilmente è Cheese, il gatto dei vicini che è piu mio che loro, in cerca di qualche scatoletta di tonno avanzata.

Finisco di appuntare un'ultima spilla da balia per poi avvolgere l'abito in un sacchetto di nylon. Lo appendo su una gruccia e lo ripongo nella cabina armadio con i muri scrostati che necessitano di una ristrutturazione.

È da due settimane che continuo a ripeterlo ma posso posticipare la cosa per altri tre o quattro giorni se Luna non viene a ficcanasare tra le mie opere.

Luna è la mia migliore amica dai tempi del college, prima non ci sopportavamo ma grazie a un progetto di scienze andato male siamo diventate inseparabili.

Ho ancora stampata in mente l'immagine di Luna ricoperta dalla schiuma fuoriuscita dalle mie provette durante la presentazione del progetto.

Credo che quella fu la prima volta che la sentii scoppiare a ridere di gusto, era sempre così seria e calcolatrice.

Luna non ha mai un capello fuori posto, io wewmi guardo allo specchio e mi accorgo di macchia viola che mi ricopre la guancia. Ecco appunto, due opposte totali.

Mi sono sporcata con l'evidenziatore, con tutta probabilità, mentre scarabocchiavo di fretta un'idea per un vestito su un foglio a caso prima di mettermi a lavoro con quello da sposa che ho appena messo apposto.

Però almeno è divertente, è un'ottima amica. Mi sopporta da molti lunghi anni e ancora mi ricorda di portare la borraccia a lavoro e bere di tanto in tanto visto che me ne dimentico spesso.

Si, non ho un distributore dell'acqua e nel bagno, che funziona per miracolo, l'acqua sa di ruggine.

Sento un altro tonfo arrivare dall'altra stanza quindi prendo una scatoletta di tonno mezza mangiata da me a pranzo, guardo contrariata le altre scatolette di Simmenthal che giacciono a terra da chissà quanto e decido che me ne occuperò più tardi.

Cammino per il corridoio e arrivo nella “hall” del mio impero, cerco Cheese con lo sguardo ma non trovo nulla.

«Bu!» Sento urlare alle mie spalle. Mi porto una mano sul petto e mi giro lentamente.

Luna è dietro di me con un sorriso compiaciuto spiaccicato sulla faccia, le mani sui fianchi e gli occhiali abbassati sul ponte del naso per guardarmi strafottente.

«Dio, mi farai morire.» Strepito.

«Ben ti sta, vampiro succhia sangue!» Già, Luna odia tutto quello che ha a che fare con il corpo umano.

Ossa, sangue, nervi, organi, vene, arterie basta descrivere o intavolare un discorso su una di queste cose che potrebbe svenire.

Tanto per darle fastidio, allungo le braccia per pizzicarle i fianchi. Luna odia anche il solletico.

Lei salta sul posto e mi incenerisce con lo sguardo mentre io me la rido.

«Giuro che ti odio, Jess!» Mi strilla di rimando Luna nell'orecchio.

Beh, una volta sorpassata la patina di timidezza che la contraddistingue, si è dimostrata abbastanza fuori di testa da essere classificata la mia migliore amica.

«Che diavolo ci fai qui?» Domandai massaggiandomi i padiglioni delle orecchie, mi stava iniziando a venire mal di testa. Forse la combo, non proprio azzeccata, vino e musica sparata di ieri iniziava a dare i suoi effetti.

«Buongiorno anche a te. Sono venuta qui perché…» Lascia la frase a metà per dare più enfaticità alla cosa, dannata lettrice.

«Indovina chi ha avuto un posto come caposala di un hotel prestigioso, in cui un antipasto grande come un cucchiaio costa più di uno stipendio?»

Rimasi a bocca asciutta.

«Non ci credo! Hai avuto il posto!» Di slancio la abbraccio. Cercava un nuovo posto di lavoro da settimane.

«Sono così contenta che potrei cucirti dei calzini nuovi!»

Luna si stacca dall'abbraccio guardandomi storta.

«Ah sì? E quelli bucati che ti ho gentilmente chiesto di riparare il prima possibile la settimana scorsa?”

Ripenso a quei paperotti disegnati sopra i calzini della mia amica e un brivido freddo mi attraversa la schiena. Me ne era completamente scordata.

«Ehmm…»

«Non importa, non ho tempo per farti la ramanzina, devo preparare i bagagli.»

«I bagagli?» Ripeto confusa.

«Ah… Non te l'ho detto?» Dice distogliere lo sguardo dal mio. Quando fa così non promette mai nulla di buono.

«Lulu, cosa non mi hai detto?» Domando incrociando le braccia al petto, odio quando cerca di mentirmi. Sa che la scopro subito, eppure si ostina a provarci nuovamente.

«Siiiii…» Sta esitando. Altro brutto, bruttissimo segno.

«Sputa il rospo o iniziò ad elencarti tutti i vaccini e esami del sangue che ancora devi fare.”

«Okay, okay, va bene! L'hotel in cui mi hanno presa è a Virginia Beach.»

Cristo! Tutte le località di Virginia Beach distavano almeno due ore da Richmond!

«E quando avevi intenzione di dirmelo, sentiamo?!» Grugnisco burbera.

«Beh, ecco…» Luna si sistema gli occhiali e si morde nervosamente il labbro.

Ecco, l'ho fatta innervosire. Quando si offende luna tende a chiudersi in sé stessa e a smettere di fare una vita sociale e ora l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è litigare.

Mi massaggio le tempie, sento la testa pulsare e il dolore arrivare fino alla base del collo.

«Non importa, scusa.» Dico. Non la vedo molto convinta, non mi ha nemmeno risposto.

«Che ne dici di una serata a base di lettura e tisana allungata alla vodka, per celebrare il tuo nuovo posto?» Tento di smorzare la tensione appena creatasi.

Finalmente vedo un sorriso apparirgli sul viso.

Cheese arriva nel momento giusto, agguantando la scatoletta di tonno che avevo appoggiato sul tavolino della reception.

«Portiamo anche Cheese?» Chiede lei.

«Portiamo anche Cheese. Ma solo perché mi lascerai sola soletta e meriti di essere viziata, prima del tuo debutto come migliore caposala che si sia mai vista.»

Ridiamo insieme e prima di andare a casa passiamo sia dalla libreria che dal minimarket, per fare scorta di caramelle senza glutine e alcolici scadente.

The Last Glitter Where stories live. Discover now