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Il volo era volato, con le stupidate di Lorenzo e un po' di ansia, che cercavo di mascherare ma era impossibile.

Atterriamo e chiamiamo un taxi, che ci porti al nostro alloggio. Il paesaggio era a dir poco stupendo, amavo la Spagna, meno lo spagnolo, ma era anche un modo per potenziare la lingua.

Arriviamo a casa e iniziamo a sistemare le nostre cose negli armadi, ringrazio Vanja per avermi aiutato. Avviso Kenan che io e Lorenzo eravamo già a casa e dopo, io e il mio compagno ci dirigiamo a fare un giro per la città.

Barcellona ha il suo fascino, impossibile dire di no, io e Lorenzo (obbligato) andiamo a prenderci un gelato e dopo torniamo a casa visto che tutti e due eravamo stanchi. Era venerdì e il giorno dopo Lorenzo, amante del calcio, ha scelto di andare a vedere il Barcellona, io ero obbligata a seguirlo.

La mattina ci svegliamo, usciamo per fare colazione e ci vestiamo in tema partita, sia io sia Lorenzo ci mettiamo una maglia del Barça, lui di Pedri e io di Gavi, il mio calciatore preferito.

Il pomeriggio lo passiamo a fare la fila per entrare allo stadio. Riusciamo ad entrare e io dovevo andare in bagno, abbandono Lorenzo per questo bisogno e provo a trovare il bagno.

Ma mentre cammino vado a sbattere contro qualcuno, lui si scusa subito, era mortificato. "Mi scusi, non ti ho vista" mi dice, guardo un attimo e noto che era Pedro González, il giocatore del Barcellona.

Appena realizzo il tutto, e lui nota la mia reazione leggermente strana.
"ei ci sei, dai vieni che ti porto nelle panchine, spero di riuscire a farmi perdonare" mi dice. Lo seguo più in ansia di prima, anche perché avevo Lorenzo che mi credeva dispersa nello stadio.

Nel mentre andiamo verso le panchine, iniziamo a conoscerci, mi presento e lui mi fa qualche domanda, arriviamo alle panchine e va a chiamare subito qualche suo amico.

Pedri mi fa segno di entrare negli spogliatoi, e incerta lo seguo. Appena entro il primo a salutarmi è Lamine Yamal, dopo Robert Lewandowski e così fa tutta la squadra.

Dopo sentiamo entrare qualcuno, che identifico subito come il mio giocatore preferito, Gavi, lui parla un po' con Pedri e dopo nota la mia maglia, e mi dice "la maglia è bellissima comunque" esaltando il suo egocentrismo.

Pedri nel frattempo richiama un ragazzo, che era al telefono. Questo ragazzo si alza e si presenta "ciao mami, sono Hector Fort, lieto di conoscerti", non so perché ho la netta impressione che mi stia prendendo in giro, però non sorvolo su questo dettaglio.

L'allenatore della squadra viene a chiamare i ragazzi e io, Pedri e Gavi ci avviamo verso le panchine, i ragazzi mi dicono di sedersi in mezzo a loro due e io lo faccio, comincio a conoscere meglio il mio idolo calcistico.

La partita inizia, oggi giocavano contro il Getafe, e Pablo mi passa una sua cuffietta, gli avevo confessato della mia ossessione per Gata Only e lui lo ha subito colto, e al 20' minuto andiamo in vantaggio con un gol di Raphinha, inutile dire il caos che i tifosi hanno fatto, ero abituata al caos dei fan juventini ma anche loro non scherzano. Al 53' minuto segnano il 2 gol, questa volta João Félix, al 63' minuto Frenkie de Jong, segna il gol del 3-0.

Al 83' Xavi fa giocare Fort, non so perché ma ero contenta per lui, secondo me è un bravo calciatore, e i ragazzi di fianco a me colgono l'occasione per iniziare una ship tra me e Fort.

L'ultimo gol arriva da Fermín López, che fa gol al 91' minuto, chiudendo la partita a 4-0, eravamo tutti contentissimi per la vittoria.

Entriamo in spogliatoio, Pedri e Gavi, come dei bravi amici vanno subito a dire a Héctor della mia ipotetica cotta di lui, con cose del tipo "dovevi vedere come ha reagito, ha letteralmente fatto i salti di gioia" i due ragazzi continuano a sfottermi davanti al calciatore, in questo momento vorrei sotterrarmi dalla vergogna.

Il numero 39 mi si avvicina e mi sussurra all'orecchio "mami sono contento di piacerti così tanto" e in mia risposta gli tiro una pacca sulla spalla, lui si finge ferito da questo attacco e i prossimi a uscirne feriti sono Gavi e Pedri, che onestamente se le meritano.

Intanto chiamo Lorenzo, che come pensavo mi stava dando per dispersa, e gli dico che sono negli spogliatoi e lui per poco non mi sviene, lui mi fa che ora andava a casa perché era quasi senza voce e allora preferiva andare a dormire.

I ragazzi contenti per la vittoria decidono di andare a festeggiare in discoteca, e mi invitano, io sto per rifiutare ma Héctor mi precede "si certo, ci siamo tutti, compresa Ayla" i miei amici con cui sono stata in panchina si mettono ad urlare, potrei seriamente arrabbiarmi.

Tutti dovevano andare a casa a cambiarsi, il mio problema era come andare a casa. Il numero 39 mi si avvicina e mi fa "mami, ti porto a casa, scegli l'abito andiamo a casa mia a sistemarci e dopo andiamo", lo ringrazio e accetto volentieri.

first last love [Héctor Fort]Where stories live. Discover now