🎠𝔠𝔞𝔭𝔦𝔱𝔬𝔩𝔬 𝔫𝔬𝔳𝔢🎠

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𝑷𝒐𝒗: 𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂

Era una giornata tranquilla, erano passati circa tre mesi dal mio matrimonio e tutto andava più che bene.
Stavo andando da mio padre, volevo fare un regalo a mio fratello, avevo con me qualche giocattolo appena comprato.
Arrivai, tirai fuori le chiavi, Matheo mi guardò con i suoi occhio da gufo, che sembravano essersi ingranditi ancora di più.
«Hey Matheo!»
«Ciao Ita..» sembrava triste, sentii poi un puzza di bruciato. Mi girai verso i fornelli e spensi tutto.
«Dov'è papà..?»
«...In bagno. Non si sente bene..»
«...» Chiusi la porta «Hai fame?» annuì. «se mi dai un'attimo vedo papà come sta e poi ti faccio da mangiare»
«Ok!» si zittì un'attimo. «..Ita..»
«Si?»
«Ho paura..per papà»
«..Perchè tesoro?»
«stamattina aveva la febbre..»
«A quanto?»
«38 e mezzo»
«..Mmh.. vedo che posso fare»

Andai verso il bagno, aprii la porta, lo vidi sul pavimento, piegato nel vomito.
Era più magro di quanto ricordassi..
So che pagava le mie cure, da quelle droghe che Austria mi diede, ma non aveva mai iniziato le sue.
Non che lui avesse le mie cose, ma almeno andare da uno psichiatra, un nutrizionista gli avrebbe fatto bene.
«Papà...»
«...I-Italia?» mi guardò, aveva le pupille dilatate, gli occhi rossi e gonfi per il pianto.
Non l'avevo mai visto piangere dopo il manicomio, lo avevano imbottito di pillole lì.
URSS me lo ripeteva sempre.
Mi avvicinai piano piano, accovacciandomi di fianco a lui.
Gli accarezzai i capelli.
«Pa'..»
«Che c'è...c-che ho fatto ora..»
«Andiamo da un dottore..? Assieme?»
«...»
«Ti possono aiutare.. davvero..»
«..No.. basta dottori. Ita no... se non avessi visto tutti quei dottori nella mia vita.. Matheo sarebbe felice...»
«..Papà..guardati..»
«Lascia stare..sto bene così..»
Si alzò, appoggiandosi quasi di forza alla parete, non perchè stesse vincendo ma bensì perchè ci stava quasi cadendo contro.
Era magro, magrissimo.
La vestaglia gli scendeva dritta, non come una volta che riprendeva tutte le curve.
Di curve ora non ne aveva più.
«Sembri un morto che cammina..»
«lo so...me lo dicono spesso...»
«Chi?..»
si indicò la testa, lo sapevo bene che era malato, che voleva aiuto ma non lo chiedeva, voleva un po' d'amore che da troppo tempo gli mancava.
Vomitò di nuovo, scoppiò in lacrime, raggomitolandosi su se stesso.
Era da tanto che non aveva una crisi da quanto ne sapevo io..
«Non ce la faccio più figlio mio...per favore fammi un piacere finalmente e ammazzami...»
lo abbracciai, aveva scritto innumerevoli poesie sulla morte, tutte in cui ella per lui poteva essere un sollievo, tranne in una.
Aveva paura di morire io lo sapevo..
ma per qualche ragione voleva comunque andare via..togliersi ogni sofferenza.
Ringrazio ogni giorno che Matheo fosse la sua ragione di vita.

Sentii dei passi felpati dal corridoio, mi voltai..
Era Noemi, quasi dimenticavo la sua presenza ogni volta, si avvicinò a mio padre e lo avvolse, lui le piangeva contro la pelliccia, era l'unica che gli era rimasta, oltre a Matheo..

𝑷𝒐𝒗: 𝑴𝒂𝒕𝒉𝒆𝒐

Erano di là da tanto, volevo vedere come stava papà e stavo anche per alzarmi ma arrivarono proprio in quel momento.
Papà mi prese in braccio, io mi arrampicai sulle sue spalle.
Iniziò a cucinare.
«Papà vuoi una mano?»
«..no..»
«Sicuro?..»
«mhm»
Decisi di accarezzargli un po' i capelli, magari si sarebbe calmato.
L'altra sera l'aveva rifatto, aveva usato il rasoio di nuovo, volevo nasconderlo ma poi sarebbe andato in crisi di nuovo..
Ogni volta che mi abbraccia mi tiene così stretto, lui è freddo come il ghiaccio.

Di pomeriggio decidemmo di fare qualche passo.
Eravamo solo io e papà, l'aria fresca gli avrebbe fatto bene.
Mi aveva comprato il gelato, non mi lasciava mai, sulle giostre dovevo sempre stare attaccato a lui e a me andava bene. Capivo le sue paure.
Però vedevo gli altri genitori che lo guardavano male, parlavano tra loro e poi lo guardavano.
Lui lo sapeva.. lo so che lo sapeva.
Ad un certo punto infatti si andò a sedere con la testa bassa, così che gli altri guardassero lui e non me.
Vederlo lì, mi fece realizzare che papà era sempre stato solo e che mai come in quel momento avrebbe voluto piangere.
Continuai a giocare per qualche minuto, quando notai una faccia conosciuta, era I. Austro-Ungarico. O Austriaco come si faceva chiamare, non so.
Guardava papà, poi me, ma non si era accorto che io lo vedevo.
Non mi faceva paura in quel momento anzi sembrava quasi accogliente. Ma non mi fidavo del tutto.

Quando arrivò il momento di andare via, Impero si avvicinò a noi, papà mi prese subito in braccio, cambiando strada.
Ma lui gli prese subito il braccio.
«Hey Regno...Non ti preoccupare. Devo solo parlarti..»
«...Che vuoi..»
«..li ho visti come ti guardavano amore...»

𝑷𝒐𝒗: 𝑹𝒆𝒈𝒏𝒐 𝒅'𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂

Mi mise entrambe le mani su entrambe le guance, accarezzandole.
Sta volta non mi ritrassi stranamente, non mi faceva schifo...
«...Non chiamarmi amore..»
«Tu vuoi solo che qualcuno ti guardi senza dire che gli fai schifo.. vero»
«..mhm» ormai non penso che ragionassi più.
Non ho mai ragionato..
«Posso essere io quella persona...non trovi?» Strinsi Matheo al petto, lui si accoccolò forte a me.
«...non penso..»
«Ma dopo tutto cosa ti ho fatto?...ho semplicemente usato un po' di forza una volta non lo nego.. e me ne pento amore... lo so ho ucciso Sardegna.. maera una guerra no?..»
«...N-non..» sospirai
«Andiamo.. su..» mi abbracciò. Anche lui buttava calore..
«..C-credo che.. tentar non nuoce..»
«...» sorrise, baciandomi la fronte.
Vidi Matheo guardarmi, mi abbracciava fortissimo..
Forse avevo fatto il più grande errore della mia vita..
ma non importava. Ormai stavo già andando a puttane..

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Angolo Autore

Fasci cosa fai😔...




Achille

♟️•{𝔄𝔣𝔱𝔢𝔯 𝔱𝔥𝔢 𝔚𝔞𝔯~𝔇𝔬𝔭𝔬 𝔩𝔞 𝔤𝔲𝔢𝔯𝔯𝔞}•♟️(𝚛𝚎𝚠𝚛𝚒𝚝𝚎)Where stories live. Discover now