2. CATABASI

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Riaprì gli occhi con grande fatica: una forte luce non me lo permetteva

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Riaprì gli occhi con grande fatica: una forte luce non me lo permetteva. Abituatomi alla luce, rinvenni. Mi ritrovai in un posto enigmatico. Non c'era una spiegazione logica. Ero in una specie di labirinto. I muri erano gialli, il pavimento era una moquette dello stesso colore, il soffitto invece non esisteva: si vedeva un cielo nero con numerose nubi.
La luce era provocata dalle molteplici luci al neon sui muri che emettevano un suono statico, come lampadine che non vengono cambiate da molto tempo.

Il tutto era accompagnato da una crescita esponenziale di paura e solitudine dentro di me. Stavo sognando? Ero morto? mi schiaffeggiai un paio di volte per confermare la mia teoria, ma era tutto reale. Con lo stesso coraggio di un leone (non è vero) decisi di aggirarmi per le vie del labirinto. Lasciai cadere un pezzo di carta che avevo in tasca. In questo modo avrei potuto sapere se di lì ero già passato.

Girai un angolo. C'erano cinque o sei strade. Ne presi una a caso, ma me ne pentì. Cercai quindi di tornare al punto di partenza, ma anche rifacendo la stessa strada al contrario, mi ritrovavo in una stanza totalmente diversa.
Il processo continuò per un paio di minuti. Sembrava quasi che ogni volta che mi giravo da una parte, le stanze dietro di me si mescolavano, cambiavano di arredamento, posizione, forma, eccetera.
girai un angolo con la massima prudenza. davanti a me vi era un lungo corridoio. Alla fine di esso c'era una porta aperta. ma l'interno era bianco.

Mi avvicinai all'enigmatica porta come una falena fa con la luce

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Mi avvicinai all'enigmatica porta come una falena fa con la luce. In quel momento sentii un rumore totalmente disumano. mi girai. c'erano due entità. una nera e di foma molliccia, quasi come una melma senziente, e una alta e magra a macchie bianche e nere. 

Con quelle che sembravano bocche emettevano quel suono assordante. Ero troppo spaventato per correre, ma a quello ci pensò l'istinto di sopravvivenza. Corsi senza neanche accorgermene, con quei due mostri alle calcagna. Corsi verso la porta, ma quella sembrava allontanarsi ad ogni mio passo. Finalmente la raggiusi e la chiusi, e la luce era tanto intensa che svenni. 

la caduta - edizione italianaWhere stories live. Discover now