5.1 𝑰𝒍 𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒁𝒆𝒑𝒉𝒚𝒓𝒂

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Ancora una volta quei gelidi e penetranti occhi di ghiaccio la fissavano, conoscendo tutti i suoi segreti.

E lei era di nuovo lì, davanti a quello specchio, canti ovattati di uccellini e ronzio di insetti su sfondo sfocato.

Lo specchio sembrava essere apparso dal nulla in mezzo al bosco, di punto in bianco, come accadeva sempre.
Ma lo spazio attorno non la toccava: era qualcos'altro da cui era attratta.

Quello sguardo.

E quello sguardo la bucava dentro.

Iniziò ad innervosirsi dall'essere fissata e così si mise a muovere le braccia in aria, a fare qualche boccaccia e smorfia buffa per obbligare a quel riflesso, l'altra sé, a seguire quelle stupide mosse nel gioco di specchio.

Ma non questa volta: no, questa volta lui non si mosse.

Rimase immobile a fissarla, e poi le disse: "Diglielo! Diglielo!"

"Hey, gliel'ho già detto!! Ho già detto la verità" rispose Zephyra, e il suo riflesso non si mosse.

Era un ragazzino magro, non troppo alto, dalla pelle scura e con capelli neri, finissimi e corti.

I suoi occhi erano blu come quelli di Zephyra: una peculiare sfumatura di azzurro scuro circondata da due iridi brillanti che parevano fiocchi di neve.

Lo stesso paio di occhi circondati dalla stessa faccia, ma dall'altra parte dello specchio.

Così si riconosceva di nuovo, e lì andava ad incontrarsi, nel cuore del bosco durante un Sogno.

Zephyra alzò il braccio delicatamente... con lentezza lo allungò per raggiungere lui, che proprio ora pareva più intangibile e più vero di sempre.

Questa volta il ragazzino mimò il gesto nello specchio in perfetta sincronia, creando un contatto dita contro dita.

Aveva la pelle calda.

Lui la guardò ancora una volta diffondendo tra loro quella sintonia, e poi aprì la bocca, bloccando quei quattro occhi in uno sguardo solenne.

Era in procinto di dire qualcosa, quando...

"CHE COSAAAA??" Tu sei una di loro? Hai fatto tu quel buco?" - qualcuno urlò da fuori.

Zephyra fu brutalmente catapultata nella realtà, la sua guancia impolverata di terreno e il corpo ancora accovacciato accanto il falò estinto.

Non capiva cosa stesse succedendo, e con lo sguardo più confuso che mai si alzò sul busto appoggiandosi sul braccio.

Suo fratello Trevor era infuriato e urlava alla povera Sybilla, che era rossa in viso e sembrava disperatamente impotente e confusa.

"No, Trevor, hey, aspetta!"

"Non ci posso credere, Besos!"

"Ma che diamine, oh! Lasciami spiegare!"

"Hai già detto abbastanza! Non posso credere che i nostri genitori potrebbero essere addirittura morti per..." e lì fece una pausa, scoppiando in lacrime di rabbia "per colpa tua e del giochetto stupido dei tuoi amici!"

"Ti ho detto che LI HO IMPLORATI DI FERMARSI! Non mi ascoltavano e..."

"E allora? E perché diamine sei qui?!"

"Hey, genio, GUARDAMI: mezza nuda dopo essermi strappata il vestito di dosso ieri! Non volevo aver più niente a che fare con loro dopo quello, eppure tu sei qui, a giudicarmi..."

"Beh, ci hai mentito! Come potrei fidarmi di te, dopo quello che lui ha fatto... dopo quello che la tua famiglia ha fatto a Madre Terra?"

L'avventura dei fratelli Hopefield - Una breve storia UtopicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora