3.2 𝑳𝒂 𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂 𝒊𝒏𝒗𝒊𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍'𝑨𝒔𝒊𝒍𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝑩𝒐𝒔𝒄𝒐

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Clover superò la porta invisibile dell'asilo coi fratelli che nel frattempo la cercavano con difficoltà.

"Dove diavolo si gira dopo questa curva? Non ricordo nulla!" - esclamò Trevor, teso, inciampando in alcune radici.

"Non lo so, forse oltre il primo pioppo, o forse il secondo, quello con i rami spezzati. È così buio!!" - protestò Zeph.

"Come fai a non ricordarti? È passato troppo tempo per me, ma sono solo 6 anni per te!!"

"Beh, non si direbbe, visto il tuo comportamento recente!"

"Ehi, smettila, ragazzina!" - disse lui, arrabbiato.

Gli Hopefield più grandi giocavano bendati in quel labirinto di arbusti, ma il gioco non gli piaceva e il labirinto li conosceva bene: erano loro a non ricordarsi di lui.

Non vedevano, inciampavano e finivano per confondersi per delle sciocchezze, sempre più tesi ad ogni sbaglio.

"Non... non è possibile!" dissero dopo aver girato attorno allo stesso albero due volte.

"Perché non ci ricordiamo??" - disse lui.

"Clover! So che è vicina." - rispose lei.

Era terribile appartenere a quel posto ma non farne più parte.

Ma improvvisamente, ecco apparire un fogliame diverso, dietro il quale brillava qualcosa.

I due fratelli si guardarono, spostarono le grandi foglie di Fico dalla Nuova Caledonia e finalmente trovarono la porta invisibile dell'Asilo nel Bosco.


Si sentirono immediatamente stupidi a non aver trovato la porta prima.

Era proprio lì, davanti ai loro occhi, e dopo aver oltrepassato la soglia li accolse subito quell'ambiente caldo e familiare di cui riconoscevano ogni centimetro, piega dei tronchi e radici nude.

Ma non c'era tempo per i ricordi d'infanzia: quello che videro assorbì tutta la loro attenzione e lentamente smorzò quella scarica di adrenalina della lunga corsa nei boschi.

"Clover!" - dissero in coro.

E la bimba si voltò.

I due fratelli la fissavano, ancora dalla porta di foglie, con Zephyra qualche passo avanti e Trevor più indietro, incerto.

La sorella li guardò mezza allarmata, e poi tornò a rivolgere la sua attenzione alla sua pianta.

"Ehi, ma questo è...è... fantastico!" - disse Zephyra

"Che cos'è?" - disse Trevor avvicinandosi.

Un riflesso di luce rossastra illuminò i volti dei tre Hopefield, ballando anche sui loro vestiti e capelli.

"Caldo!" disse Clover, e si inginocchiò.

Prese il fiore, un croco enorme, rosso, giallo e splendido, che spargeva una luce innaturale e germogliava direttamente dalla sua pianta.

Sotto i suoi petali, sparsi come capelli spettinati, c'era un piccolo sacchetto, attaccato direttamente al pistillo. Era gonfio, e dalla sua posizione, Zephyra non riusciva a capire se fosse pieno di liquido o cosa.

Era certa però di non aver mai visto nulla del genere nei suoi 11 anni di vita.

"Clover, la tua pianta è fiorita!" disse Trevor con voce tenera e orgogliosa.


E la bimba fece un gesto, che nessuno dei fratelli dimenticò mai nella propria vita:

Clover si voltò lentamente, e mentre era ancora accovacciata a terra, con una gamba accovacciata al petto e l'altra ripiegata e stesa a terra, guardò negli occhi i suoi fratelli.

L'avventura dei fratelli Hopefield - Una breve storia UtopicaWhere stories live. Discover now