13. Da non credere!

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Il vento soffiava impetuosamente, lasciando un brivido di freddo sul mio corpo, il suono del fogliame che strofinava sul prato mi diede una maggior capacità propriocettiva, chiusi gli occhi e continuai a camminare senza pensare troppo, era una sensazione di benessere così perfetta che sarei stata volentieri persa nei miei pensieri per altro tempo, ma aimè, se non fossi voluto andare a sbattere contro un albero, avrei dovuto riaprire gli occhi.

Io e Bryan arrivammo in reparto attorno le tredici e quindici. questo voleva dire che avevamo ancora all'incirca quarantacinque minuti prima della solita consegna tra infermieri. Fui decisamente così assorta dai miei pensieri da dimenticarmi di conversare con Bryan poverino.

-"Hey, perdonami sono stata un po' tra le mie negli ultimi minuti". Dissi al mio migliore amico.

-"Tranquilla Xila, ci stavo pensando anche io, mi sono reso conto solo ora che sono stato zitto tutto il tempo". Affermò divertito per la situazione.

Con lui era molto bello passare il tempo, non solo perché è il mio migliore amico ma perché ci capiamo senza dover parlare, se uno dei due ha bisogno di passare del tempo assieme ma in silenzio, viene spontaneo a entrambi adeguarsi alla situazione, senza porsi domande o problemi, ci capiamo subito insomma e lo trovo davvero molto bello poter vivere un'amicizia così.

-"Mancano ancora quarantacinque minuti prima della consegna, ti va di fare una partita a calcetto?" Chiesi a Bryan.

-"Si, perché no! Però prima che ne dici di fare un salto su in reparto e dire che siamo tornati? Così vedono che non siamo scappati". Rispose lui.

-"Si, hai ragione, facciamo una scappata su".

Ci dirigemmo alla scalinata appena dopo la porta d'entrata, una volta saliti in reparto io e Bryan andammo in farmacia, per avvisare gli infermieri del nostro ritorno. Non era cambiato nulla dalla nostra uscita, Alissa era ancora davanti la porta di Micael, si poteva vedere che la camera era stata completamente ripulita, i due poliziotti invece, stavano parlando tra di loro qualche passo più avanti all'infermiera. Attirammo l'attenzione di Alissa con un colpetto di tosse come per farle percepire la nostra presenza, si girò a guardarci per una frazione di secondo, ma tutto lì.

-"Sai, penso non si siano nemmeno accorti della nostra assenza". Dissi rivolgendomi a Bryan.

-"Penso l'abbiano realizzato ma non gliene importa proprio in questo momento". Rispose avanzando verso la scalinata. "Vieni Xila, andiamo a giocare, ma se non hai voglia di perdere rimandiamo". Disse sghignazzando tra sé e sé.

-"Ti piacerebbe!" Ribattei raggiungendolo quasi correndo.

Arrivammo all'entra, Bryan si tolse la sua solita giacca in pelle nera e l'appoggiò sulla panchina in legno di quercia.

-"Allora sei pronta?" Chiese lui con aria altezzosa".

-"Mi viene da chiederti lo stesso". Contraccambiai io alla sfida.

Effettivamente facemmo 7 partite tra cui 6 le persi fieramente.

-"Beh che dire, mi hai stracciata clamorosamente stavolta". Dissi amareggiata ma divertita allo stesso momento.

-"Vero, dai se vuoi più tardi ti offrirò l'opportunità di provare a battermi". Disse vanitosamente.

-"Sei sempre lo stesso". Risposi porgendoli la sua giacca lasciata sulla panchina.

-"Grazie, stavo per dimenticarmela". Disse lui.

-"Lo so, ti conosco ormai". Risposi iniziando ad 'incamminarmi verso la scalinata del reparto. "Dai Bryan andiamo! La consegna è iniziata da alcuni minuti ormai!" Esclamai sottovoce mentre iniziai a salire.

Room 43Where stories live. Discover now