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PREMESSA: non sono una scrittrice, sto provando a scrivere questa storia dopo diversi film mentali basati su altre storie e su esperienze personali, spero che questa storia vi piaccia nonostante all'inizio possa non suonare bene.
vi prego di correggermi se ci sono degli errori di grammatica.
Grazie mille e buona lettura <3
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Vaffanculo, davvero vaffanculo.

La giornata era partita con me che non avevo sentivo la sveglia, mia madre che mi urlava di alzarmi e si lamentava di come non avesse dormito per colpa della mia tosse, avevo saltato la colazione ma per fortuna mi sono rimpinzata di quei stupidi integratori che mia mamma mi rifilava "per il mio bene", ero corsa in fermata senza nemmeno truccarmi ma almeno ero riuscita a prendere l'autobus.

Iris,15 anni, vivo nella periferia di una grande città in nord Italia, non proprio periferia ma la mattina impiego 20 minuti per arrivare fino alla stazione con i mezzi pubblici. Capelli biondo scuri oltre la spalla, occhi marroni e mascella marcata. Un metro e settanta giusto. Frequento il secondo anno delle scuole superiori e ogni volta che vado a scuola voglio girarmi e tornare a casa. Motivo? Ho una classe di merda e purtroppo il sistema scolastico ti mette in una classe e ti ci lascia per i cinque anni della scuola superiore, l'unica cosa che la modifica sono i bocciati che restano indietro e i bocciati più grandi che ripetono l'anno e che quindi si aggiungono.

La mia fortuna è stata trovare subito persone con cui non andavo d'accordo e litigarci, tecnica fantastica per una vita scolastica impeccabile.

L'unica cosa che mi salvava era il metodo di studio che avevo sviluppato con tanta fatica gli anni precedenti, e sono molto grata alla vecchia me per aver "sprecato" quel tempo per farlo.

Dopo sei ore di noia passati sul telefono o dormendo finalmente esco da scuola e mi dirigo alla fermata del bus dove mi sta aspettando un mio amico che lavora vicino a scuola mia essendo maggiorenne e avendo finito il percorso scolastico.
Matteo mi ha salutato e mi ha dato una airpods, ci siamo messi a parlare della giornata e di argomenti in generale fino all'arrivo del bus.
Prima di scendere gli ho ridato l'airpods e l'ho insultato con tutto il bene che gli voglio, per poi essere ricambiata con un sorriso.

Tornata a casa la prima cosa che ho fatto e stata buttarmi a letto, decisamente stanca dalla giornata pesante, senza preoccuparmi minimante dei compiti per casa e verifiche, assegnati e programmate da molto tempo.
Ognuno ha le proprie priorità e poi dormire mi serve senó stasera non riuscirò a stare sveglia.

18.30 i miei genitori tornano a casa. Si lamentano che dormo sempre ma io ero profondamente addormentata quindi è stato fiato sprecato.
19.30 mia sorella mi sveglia sbattendo la porta, urlando cose che non capivo essendomi appena svegliata e lamentandosi che le avevano dato il compito di svegliarmi.

Ormai sveglia non mi resta che cenare.
Cena veloce, senza sentire il gusto del cibo solo per evitare i miei genitori.
"Stasera non esci, puoi scordartelo." Mi dice mia madre arrabbiata.
"Ma perché? I lavori di casa li faccio e non vado male a scuola" le rispondo, pronta per una lite.
"Non fai altro che dormire, i lavori di casa li fai una volta a settimana e visto che faccio tutto io qua dentro senza riposarmi, allora tu se ti vuoi riposare poi non fai quello che vuoi te!" Ha urlato, nonostante fossimo ad un metro di distanza l'una dall'altra.
Non esiste brutta puttana ho pensato.
"Ok va bene, tanto qua se tu non fai qualcosa anche noi dobbiamo copiarti, peggio di un dittatore sei". Le ho urlato anche io, senza paura delle conseguenze , fisiche, che sapevo non ci sarebbero state.
"VAI SUBITO IN CAMERA TUA!!" Ha urlato su tutte le furie mentre mio papà mi guardava con un sorrisetto soddisfatto.

Io e mio papà siamo coalizzati contro mia madre segretamente , mia sorella maggiore invece pensa solo ai propri interessi, tanto tra poco va a vivere da sola.

Appena sono andata in camera ho chiuso a chiave la porta , ho tirato su la tapparella e ho preso il telefono.
Sono entrata nella chat di gruppo per avvisare i miei amici che stasera sarei uscita dopo le 22 visto che mia madre era incazzata.

Il piano infatti era uscire di casa di nascosto subito dopo che era andata a dormire, visto che non controlla mai se sono effettivamente in camera dopo che lei è andata dormire. E mio padre non snitcha, visto che lo avviso sempre quando esco.

Ma oggi non potevo dirgli nulla visto che probabilmente stasera mi avrebbero beccata e ci tenevo all'effetto sorpresa, almeno così la polizia era più gentile con le decisioni se capiva che i miei genitori non sapevano nulla.

Si ,polizia.
Perché polizia?
Ci sto arrivando abbiate pazienza dio.

Io e i miei amici ci divertiamo molto ad entrare in palazzi ed edifici in costruzione, campi di atletica, palazzetti sportivi, palazzi o fabbriche. Se dite che non è divertente fatevi curare, perché la quantità di adrenalina che ti viene pompata nelle vene mentre ti arrampichi, ti nascondi o scappi dalla polizia è qualcosa che ti provoca dipendenza da quanto bello è.

Fino ad ora mi hanno presa solo una volta, ma avendo 13 anni non mi hanno potuto fare niente se non riaccompagnarmi a casa, che non era neanche la mia, ma loro ci hanno creduto e io sono entrata nella casa della pazza del paese che non chiude mai le porte. Davvero esilarante.

Stasera il giretto comprendeva un sopralluogo in un palazzo residenziale nella zona industriale della città, raggiungibile in 10 minuti in macchina, o in moto nel mio caso, e se fosse stato sicuro saremmo entrati per poi salire sul tetto e goderci il panorama. Era più un grattacielo che un palazzo, era stato costruito recentemente ma c'erano già persone che ci vivevano, per questo era più rischioso del solito.

Ma torniamo a noi, io devo uscire di casa. Come faccio?
Aspetto che mio papà vada in bagno, prendo lo zaino con torcia, cambio di vestiti, kit di pronto soccorso, erba, sigarette e il necessario per farsi un bicchierino di vodka e redbull (due lattine, una borraccia e dei bicchieri di plastica) e le chiavi del mio ktm 300 due tempi che spaccio per un 125 a tutti (genitori e polizia compresa).

Appena sento i colpi di tosse in bagno apro la finestra in camera mia,esco dalla porta della mia camera, la chiudo a chiave dietro di me e corro giù dalle scale verso l'uscita sul retro. Appena esco di casa sento mio padre che esce dal bagno e torna in salotto. Tiro un respiro di sollievo e mi dirigo verso il cancello esterno, lo scavalco nel modo più silenzioso possibile e prendo la mia moto arancione e bianca appoggiata alla siepe/recinzione. Mi sa che prima o poi devo verniciarla con un colore che non da nell'occhio di notte, tipo grigio o nero.

Percorro tutto il quartiere fino alla strada principale a piedi senza accendere la moto, non si sa mai che mi sentano visto quanto è cattiva, appena mi sono allontanata abbastanza tolgo il casco dal manubrio e metto in moto, avviandomi verso il punto di incontro con gli altri.

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