Capitolo 20

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Ancora scossa dal messaggio di mio fratello trovo la forza per chiamarlo.

Á.M: Maya amore
Io: Álvaro, cosa significa quel messaggio?
Á.M: Non volevo dirtelo così, ma Alice giustamente ha detto che dovevi saperlo anche tu
Io: Cioè me l'avete tenuto nascosto? Ma per quale cazzo di motivo? È mio nipote!
Á.M: Non volevamo farti preoccupare, pensavamo fosse una cosa da niente ma la situazione sembra essere piuttosto seria
Io: Si può sapere cos'ha? Sto perdendo la pazienza!
Á.M: Ancora non lo sappiamo con esattezza, ma i medici non preannunciano niente di buono
Io: Vuoi che venga là?
Á.M: No, nel caso verremo noi a Torino a farlo curare
Io: Álvaro, tienimi aggiornata per qualsiasi cosa, anche una minima stronzata la voglio sapere!
Á.M: Te lo prometto, ora devo andare, ci sentiamo presto piccola. Ah, fai i complimenti ad Andrea per l'assist!




Stacco la chiamata con mio fratello ed inevitabilmente scoppio in lacrime. Perché devono star male i bambini? Loro che hanno tutta la vita davanti, che dovrebbero pensare solo a divertirsi e giocare con gli amici, perché non posso stare male io al posto suo? Non è giusto cazzo!
Tiro un pugno al muro ed inevitabilmente mi rompo le nocche ma non me ne frega niente, se Ale sta male io non sento dolore che per lui.

T.L:"Cos'è successo?" Mi giro verso Thessa ancora con le lacrime che scendono e la mano che sanguina, è una scena orribile ma il mio cuore è esattamente così. Lei tra l'altro Alessandro l'ha conosciuto e ci è anche affezionata, non so come potrebbe reagire.
T.L:"Maya mi stai spaventando, cos'è successo?"
Io:"Alessandro sta male."
T.L:"Il fratello di Alice?" Io scuoto la testa e lei spalanca la bocca, i suoi inevitabilmente diventano lucidi.
T.L:"Che cos'ha?"
Io:"Non si sa bene ancora, ma i medici non sembrano troppo ottimisti." Scoppio di nuovo a piangere venendo accolta dalle braccia della mia amica.
Ci passiamo solo tre anni di differenza ma è come se lei fosse cento volte più matura di me, forse perché ha un figlio.
T.L:"Piccola mia, stai tranquilla. Vedrai che i medici si saranno sbagliati sicuramente ed Ale non ha nulla. Sono sicura che sia così, tu no?" La guardo negli occhi e quasi mi convinco, ma non voglio darmi false speranze.
Io:"Non lo so Thessa, ho paura, ho paura di perderlo. È solo un bambino cazzo!"
T.L:"Secondo me dovresti chiamare Paulo, non so se Álvaro gli abbia già parlato ma secondo me dovrebbe saperlo." Annuisco silenziosa e mando un messaggio all'argentino per sapere se posso chiamarlo, fortunatamente acconsente.

P.D: Ciao Moratina! Vuoi venire a Roma da noi?
Io: Paulo, Alessandro sta male
P.D: Cosa significa che sta male?
Io: Non si sa ancora con precisione, ma Álvaro mi ha detto che i medici non sono ottimisti. Ho paura Paulo
P.D: Piccola stai tranquilla, domani sento tuo fratello, vediamo se riusciamo a venire tutti a Torino anche con i bambini così ti tranquillizzi, sono cose importanti e non credo che le società faranno storie



Restiamo ancora un po' a parlare del più e del meno, più che altro cerca di distrarmi, ma io non ce la faccio proprio. Quando chiudo la telefonata scoppio nuovamente in lacrime, ormai faccio schifo: ho il trucco sbavato e sangue ovunque, sembra che abbia subito un'aggressione e sicuramente avrei preferito così.
Quando i gemelli sono nati io avevo diciassette anni, ero una bambina praticamente e da subito mi sono data da fare per aiutare Alice e mio fratello. Per ovvi motivi vivevo ancora con loro e li aiutavo come potevo, spesso la notte mi svegliavo io quando piangevano e non perché loro fossero dei pessimi genitori, semplicemente erano stanchi ed io li aiutavo come potevo. Giocavo con loro, gli davo da mangiare, li curavo quando i genitori volevano prendersi un momento per stare da soli, è come se un po' li avessi cresciuti anche io e sapere che uno dei due sta male fa automaticamente a pezzi anche me.

A.C:"Cos'è successo? Maya chi ti ha fatto questo? Perché sei piena di sangue?" Guardo Thessa che immediatamente capisce e ci lascia da soli, non prima di avermi lasciato un bacio in fronte.
Io:"Amore, prima mi ha chiamata mio fratello, mi ha detto che Alessandro sta male. Non si sa ancora con certezza cos'ha ma mi ha detto che i medici non sono troppo ottimisti. Il sangue è colpa mia, ho tirato un pugno al muro e mi sono aperta le nocche." Lui resta immobile qualche secondo, per poi mollare il borsone e stringermi come non mi ha stretta mai. In questi momento lo sento più vicino che mai, capisco quanto voglia starmi accanto in questa situazione ed io gli sono enormemente grata.

A.C:"Vuoi andare in Spagna?"
Io:"No, mi hanno detto che nel caso verranno loro a Torino e forse anche Paulo, sai quanto lui e mio fratello sono legati." Lui annuisce e subito dopo mi porta in infermeria per farmi medicare la mano ma, dato che il dottore non c'è, ci pensa lui.
Io:"Grazie che mi stai accanto."
A.C:"Non devi ringraziarmi, io ti amo Maya e starti accanto è il minimo che possa fare. Se deciderai di andare in Spagna io verrò con te, parlerò alla società e non credo che qualche giorno, per una questione così seria, sia un problema." Sorrido perché è esattamente ciò che ha detto Paulo, le persone che tengono a me alla fine sanno sempre cosa dire e come dirlo, solo ora mi rendo conto della fortuna che ho.





andrea_cambiaso ha pubblicato una foto

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Se cadi ti rialzo, oppure mi sdraio affianco a te🤍

👤 itsmaya_

Commenti:

itsmaya_: Ti amo, grazie per esserci🤍

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Più guardo quella foto con Andrea più sorrido. Mi si riempie il cuore di gioia se penso che accanto a me ho una persona che farebbe di tutto per farmi sorridere nonostante tutto quello che abbiamo passato ed è questo ciò che rende speciale il nostro rapporto. È un qualcosa fatto di tanti piccoli gradini, belli e brutti, che in qualche modo oggi ci hanno resi più innamorati e uniti che mai. Io ad Andrea devo tanto, probabilmente più di quanto sarò mai in grado di dimostrargli, ma lui deve sapere che non lo lascerei per nulla al mondo.

Il numero fortunato/Andrea Cambiaso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora