3. Festeggiamenti.

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Verso le cinque e mezza del quarto mercoledì che Louis passava con Jessie, il telefono squillò. Lo tirò fuori dalla tasca e vide il nome di Harry sullo schermo. Sorrise e rispose: «Ci porti la cena, giusto? Sono stanchissimo amore, non so se ce la faccio a cucinare stasera. Mi sembra quasi che tu non sia mai a casa.»

Harry soffocò una piccola risata. «Spiritoso.»

«Ti ho fatto ridere.» Era quasi un obbiettivo personale quello di far ridere Harry più che poteva. Quell'uomo non lo faceva mai abbastanza, ma con lui ci riusciva spesso.

Harry non rispose al suo commento e invece disse: «La situazione è fuori controllo qui. Tra dieci minuti arriverà un paziente traumatizzato. Anna è di turno al pronto soccorso stasera, ma non si sente bene. Ha detto di poter rimanere fino alla sette quando qualcuno le darà il cambio, ma...»

«Ma vuoi rimanere a dare una mano.» Aveva già capito com'era fatto Harry. Dava più agli altri che a se stesso. «Va bene, è tutto sotto controllo qui. Ordinerò una pizza o qualcosa del genere.»

«Evviva!» urlò Jessie e Louis le scompigliò i capelli. «Sei sicuro? Anna può rimanere se tu hai da fare. O posso sempre chiamare Niall o Zayn.»

«Va bene. Ti sentiresti in colpa a farla lavorare quando non sta bene. Ho il tuo numero, non preoccuparti. Possiamo anche fingere che sia stata una mia idea e che tu non me l'abbia chiesto, se ti va.» Harry esitò e Louis non ne fu sorpreso. Sembrava sempre colto alla sprovvista quando lui lo aiutava, quando lui aiutava qualcuno in generale.

«Devo andare al pronto soccorso. Io... grazie.»
«Nessun problema. Vai a salvare vite. Ci troverai qui, quando avrai finito.» Louis chiuse la telefonata prima di Harry e si alzò. «Zio Harry farà un po' tardi, quindi saremo da soli per cena. Cosa vuoi sulla tua pizza?»

Jessie gli sorrise. «Formaggio.»

«E?»
Lei arricciò il naso, come se non avesse capito cosa intendesse dire. «Mangi solo pizza con il formaggio? Ti stai perdendo un sacco di cose, marmocchia. Ti fidi di me?» Ebbe in risposta un'altra occhiata confusa. «Lascia stare, ci penso io. Stai per gustare la miglior pizza che tu abbia mai mangiato.» Louis fece una chiamata veloce per ordinare la cena e poi guardò con Jess un paio di episodi di prima che suonassero alla porta.
Dopo aver pagato, s'incamminò verso il tavolino del salotto, ma Jessie disse: «Non possiamo mangiare qui. Mamma dice che la cena va mangiata a tavola.»

Ah.

«Bene. Vada per la tavola.» Harry di solito lavorava dalle sei del mattino alle sei di sera e Louis se ne andava non molto dopo che lui era rientrato, quindi non aveva mai cenato con loro tranne quando Jessie si era ammalata. Ma intuì che forse quello non contava.

«E la TV? Devi spegnerla.»

Ah.

«Perché dobbiamo spegnere la TV?» rispose, mettendo tutti e tre i cartoni delle pizze sul tavolo.
«Perché a cena si parla. Mamma dice che è il momento in cui si parla della propria giornata.»
Ah. E sì, era pienamente consapevole del fatto di aver pensato tre volte di fila, ma aveva spesso la sensazione che in realtà fosse Jessie a prendersi cura di lui. Gemma doveva essere stata fantastica e aveva senso considerando che sua figlia era più sveglia di qualsiasi bambino di quattro anni che conosceva. «Per me va bene.» Distribuì i tovaglioli, riflettendo sul fatto che Jessie parlava di sua madre come se fosse ancora lì. «Devi provare questa: salsiccia, cipolla e olive nere. So che non sembra, ma è buonissima.»
Jessie tirò fuori la lingua. «Bleah. Che schifo.» «Che schifo? È la specialità di Louis,» scherzò, ma lei non sembrò colpita. «Va bene. Ho preso anche una pizza al formaggio per te. Ma non pensare che non mi ricorderò di questa cosa!»
«Perché?»
«Non lo so, ignorami.»

Stay.Where stories live. Discover now