Capitolo 5: Ritardi e Novità

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Cross your heart, won't tell no other

Sono una donna debole.

Non cedo facilmente a lusinghe e suppliche, a occhioni dolci e promesse irrealizzabili, ma mettimi davanti una qualsiasi forma di zucchero e la mia disfatta è segnata.

Con i dolci potrei perdonare qualsiasi cosa, il peggiore dei torti, e questa cosa Beatrice la sa benissimo.

"Non puoi portarmi dolci tutti i giorni" mi lamento con un mugugno guardando i biscotti con le gocce di cioccolato osservarmi con aspetto invitante, e la diretta interessata mi rivolge un sorriso angelico che le colora gli occhi celesti di un guizzo giocoso.

"Non tutti i giorni, solo quando sono in ritardo".

"Il che significa tutti i giorni" risponde Dafne che, più rapida di me, si allunga per prendere un biscotto dalla teglia di Bea, "sai, dovresti iniziare a dirle l'orario anticipato di una mezz'ora, così saresti sicura che arriva per tempo".

"Non funziona" sospiro lasciando che Bea mi interrompa.

"No, purtroppo no. Ha provato una volta e sono comunque arrivata in ritardo di dieci minuti" spiega avendo la grazia di arrossire prima di prendere posto al terzo lato del tavolo.

Io e Bea ci conosciamo praticamente da quando eravamo in fasce, avendo le nostre mamme partorito a due mesi di distanza e abitato tutta la nostra vita a distanza di circa duecento metri. È l'unica persona oltre a Dafne che possa ritenere la mia migliore amica per quanto fossimo assolutamente agli antipodi: io un concentrato di pessimismo e antisocialità e lei un piccolo raggio di sole che ama tutto ciò che riguarda l'arte. Con l'arrivo di Dafne, poi, il nostro duo si è completato naturalmente, diventando tridimensionale in tutto e per tutto.

Osservo Bea spostarsi le ciocche talmente bionde da sembrare quasi bianche dietro le orecchie mentre tira fuori ciò che le servirà per lavorare al suo progetto per l'Accademia di Belle Arti e parte di me si ritrova ad invidiare il suo talento che le permette di fare qualcosa di ben più piacevole dello stare sui libri quasi sedici ore al giorno.

Non ritengo che l'arte sia meno impegnativa, anzi, devi usare una buona dose di creatività, ma lavorare circondata da pastelli colorati è sicuramente più stimolante che farlo con il massimo ausilio degli evidenziatori.

E purtroppo per me, mi piace solo quello giallo.

"Allora, cosa mi sono persa?" Domanda una volta pronta, e io mi siedo a gambe incrociate sulla sedia, lasciando la parola a Dafne che sbuffa e cede.

"Va bene, comincio io. Hai presente la mia festa di Natale?".

"Certo, non ci sono potuta venire e morivo dalla voglia di essere lì".

"La prossima volta chiedi a tua madre di dormire da me per non andare ai suoi eventi, tanto sai che mi adora" intervengo in suo aiuto.

Sua madre è una delle Event Planner più famose di Torino, tanto da occuparsi anche di eventi come gli ATP e molti eventi delle celebrità calcistiche, e proprio perché vede in Bea una vena creativa pensa che potrebbe essere degna discepola di tanta madre.

Peccato che lei e l'organizzazione non si siano mai conosciute nemmeno per sbaglio.

"Potrebbe essere un'idea" ammette girandosi poi verso Dafne, "voglio tutti i gossip e li voglio ora, forza".

La castana alza gli occhi al cielo: "niente gossip particolari... Lorenzo e Matteo hanno fatto sesso sul letto dei miei, Costanza si è presentata con il fidanzato e lo stuolo di toy boy... E Cannella si è isolata con Stefano".

Due paia di occhi si puntano su di me, uno carico di malizia e l'altro sgranato per lo stupore, ed io vorrei soltanto sotterrarmi.

Cazzo.

Non sapevo mi avesse vista né immaginavo avesse tenuto il segreto per tre giorni, e invece eccoci qui.

"Non mi sono isolata" mi affretto a dire, "ci siamo incontrati sul balcone perché entrambi volevamo fumare e abbiamo scambiato due parole, tutto qua".

Sì, tutto qua. In fondo non ho fatto nulla di male.

Se solo potessi nascondere a me stessa l'effetto che mi fa.

Dafne non sembra abboccare: "però eravate molto vicini".

"Perché stavamo condividendo la sua ultima sigaretta" confesso senza troppe cerimonie ben consapevole che questo non migliorerà la mia situazione.

Bea sbatte più volte le palpebre: "ma Stefano sta con Costanza... È ragionevole che un ragazzo fidanzato condivida una sigaretta con un'altra?".

"No" risponde Dafne prima che io possa anche solo pensare a questo quesito fondamentale, "se Edo lo facesse io impazzirei".

Con un movimento rapido chiude il quaderno delle esercitazioni di chimica, puntando i suoi occhi nocciola dritti su di me: "ma so che l'hai fatto perché volevi capire meglio la strana dinamica tra lui e Costanza quindi posso comprendere".

Il sospiro di sollievo che tiro fuori è quasi visibile a occhio nudo e mai mi sono sentita tanto sollevata dalle strane elucubrazioni di Dafne.

Sbagliate, grazie a Dio.

"Esatto" mento annuendo vigorosamente, "ma non ho scoperto nulla".

Bea mi osserva ancora, il suo sguardo indecifrabile, ed io ricambio cercando di farle capire con lo sguardo che ne avremmo parlato da sole.

A volte essere quasi sorelle viene in aiuto perché con una sola occhiata si capisce tutto e infatti lei mi regala un movimento quasi impercettibile del capo.

"Costanza è andata a letto con uno dei toy boy il giorno dopo la festa" sgancia la bomba Dafne all'improvviso, e dal guizzo nei suoi occhi capisco che la cosa era calcolata.

È sempre stata molto dolce e trasparente, una persona mite e ricca di carisma, ma ultimamente mi sto rendendo conto di alcuni suoi nuovi atteggiamenti che non mi so spiegare. È come se facesse determinate cose solo per provocare una reazione in chi la circonda per poi farsi spettatrice placida del caos che ha causato, gongolando dei drammi che ne scaturiscono.

Ma non è questo il momento per soffermarcisi.

"No!" Esclama la bionda accanto a me, "ma come si fa!".

Dafne annuisce: "me lo ha detto ieri... Ha aggiunto un set di corna alla collezione".

I suoi occhi si spostano poi su di me, come se non aspettasse altro che la mia reazione che cerco di mitigare, mostrando la Cannella di sempre.

"Non ho più parole per questa ragazza" sospiro scuotendo le spalle, "e sinceramente non capisco nemmeno come faccia ad avere questo stuolo di pretendenti. È nella media e soprattutto la trovo un po' fastidiosa".

"Edo dice che fa tipo".

"Ah beh allora, se lo dice Edo..." borbotto non sforzandomi di trattenere il sarcasmo, "povero Stefano".

"Non capisco perché non lo lasci" aggiunge Bea raccogliendo i capelli in una coda alta, "se vuoi scoparti chi vuoi tanto vale essere single, no?".

"No" dissentisce rapidamente Dafne, "è una questione di comodità. Le fa comodo avere qualcuno che bene o male c'è, che la scarrozza, che le faccia tutti i favori che vuole".

Mi manca quasi il respiro dal disgusto a quelle parole perché in ognuna di queste vedo il viso di Stefano, il sorriso facile, la gentilezza che lascia trapelare in ogni singola parola.

È ingenuo? Assolutamente.

Ma è una brava persona che non merita tutto questo.

"Esco a fumare" annuncio alzandomi e dimenticando sul tavolo i riassunti di marketing, dirigendomi verso l'ingresso delle aule studio mentre Dafne e Bea rimangono a fare gossip.

Ma non prima di aver rubato un biscotto con le gocce di cioccolato.

Ho come la sensazione che avrò bisogno di molti zuccheri nelle prossime settimane.

Invisible StringWhere stories live. Discover now