Capitolo 26

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Non so quale miracolo sia avvenuto questa mattina, ma visto che la giornata è fresca però pur sempre con il sole, abbiamo deciso io e mia madre di fare colazione all'aperto, anche se è decisamente presto. Colazione che consiste in una buona tazza di cappuccino.

Ieri il pomeriggio e la serata sono passate così velocemente tra risate e film guardati in tv che non me ne sono neanche resa conto. Perciò dopo aver guardato l'ora e constatato che era veramente tardi ho deciso di andare a letto, perchè ero esausta dal viaggio. Per non parlare del fuso orario, dato che ormai mi ero abituata con l'orario americano, ora devo un attimo riabituarmi a quell'italiano.

<<Ci voleva proprio una giornata così.>> dico a mia madre guardando il cielo limpido, senza nessuna nuvola e con il sole che ti scalda leggermente il viso.

<<Sì infatti. In questi mesi da quando è iniziata l'estate non abbiamo avuto un attimo di tregua dal caldo.>> dice sollevata mentre si alza un leggero venticello.

<<Immagino.>> sospiro con occhi socchiusi.

<<Allora, come stai mamma?>> chiedo dopo un pò guardandola con apprensione.

<<Bene amore davvero. Sto prendendo le mie medicine e domani ho la solita visita annuale di controllo.>> risponde molto semplicemente.

<<Sei sicura? Non hai nessun dolore alla gamba? Non senti la piega del ginocchio minimamente calda?>> questi sono alcuni sintomi che ha di solito, perciò la scruto attentamente negli occhi per vedere se mi sta mentendo. So che lo fa per non farmi preoccupare però non posso non farlo, è inevitabile.

<<Si stai tranquilla. Se c'era qualcosa che non andava ti avvertivo subito.>> mi prende una mano, con un sorriso dolce sulle labbra.

<<Mh...va bene però domani vengo con te, perché voglio esserci.>> voglio sentire con le mie orecchie che sta davvero bene, almeno per quel che può.

Mia madre soffre di trombosi venosa alla gamba sinistra, che si porta dietro da quando ha subito tanti anni fa un trauma dovuto a un incidente d'auto, ed è stata costretta a tre mesi di rianimazione. A quei tempi io e mio fratello non eravamo ancora nati ma mi è stato raccontato sia da lei che da mio padre, dato che c'era anche lui, che lei se l'è vista davvero brutta. E' arrivata in ospedale d'urgenza trasportata da un'ambulanza, perché a causa del fortissimo impatto dovuto appunto alla gamba e ad altre cose, gli è partito un embolo che era arrivato ai polmoni, quindi i medici hanno dovuto fare il più in fretta possibile. E' un grandissimo miracolo che lei oggi sia viva, anche se ormai deve portarsi dietro tutti i suoi problemi. Lei non parla mai di questa cosa e io ovviamente non la voglio forzare, perché capisco perfettamente che sia doloroso rivivere quel giorno.

<<Certo.>> stringe la mia di mano, più forte che può. Ogni volta che la guardo, penso in continuazione che lei sia la donna più forte e coraggiosa di questo mondo, io non so come faccia ad alzarsi la mattina e vivere la sua quotidianità in maniera così tranquilla, spensierata e sorridente. Certo a volte ha i suoi momenti no come giusto che sia, visto che con questa malattia dovrà conviverci per il resto della sua vita, però ha comunque una forza incredibile da cui io traggo ogni giorno un insegnamento e cioè che nonostante le difficoltà che siano gravi o meno, ti devi rialzare, reagire e affrontare di petto la vita, anche se questa a volte ti mette di fronte a degli ostacoli che possono essere impossibili da superare.

<<E Fede invece? Come va?>> chiedo. Lui è nato con problemi neurologici ed è per questo che è disabile.

<<Anche lui prende le sue medicine e fa i suoi controlli periodici. Ogni tanto sai che ha i suoi sbalzi d'umore, però per il resto sta benissimo.>> sono felice che nonostante tutto, stanno bene entrambi.

My Rebel AngelWhere stories live. Discover now