Parte V

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Diverse ore più tardi, Denki venne scosso da una fitta alla pancia. Sussultò con così tale forza da stritolare la povera mano di Hitoshi e lo fece perfino alzare in piedi.

«Contrazioni, vero?».

L'Omega annuì, una seconda ne arrivò più forte.

«Ho paura...» Denki chiuse gli occhi, più bianco che mai. «... Toshi!».

Il violetto ne rimase colpito ma non esitò: bussò il campanello e i medici non tardarono ad arrivare.

In pochi attimi cambiarono stanza, mentre Denki si contorceva e boccheggiava dal dolore sulla barella. Hitoshi lo aiutò a indossare il camice e la cuffietta e anche lui si preparò a dovere.

«Non mi lasciare!» gemette il biondo.

«Non lo farò. Rimarrò al tuo fianco per tutto il parto!».

Denki sorrise appena. «Anche dopo...?».

L'Omega non era molto in sé ma l'Alpha annuì, senza esitare. «Anche dopo, se me lo permetterai».

Il parto fu lungo, agonizzante ed estremamente difficile. Il cucciolo era piuttosto grande e non sarebbe passato nel condotto.

«Serve un cesareo d'urgenza!» esclamò spaventato Hitoshi.

«Non mi lasciare!» urlò Denki.

Hitoshi lo guardò negli occhi... un attimo dopo gli scoccava un bacio sulla guancia. «Sono qui. Non vado da nessuna parte».

«Me lo prometti, Toshi? Non mi lascerai di nuovo?».

Era sotto shock e stava confondendo le cose ma andava bene lo stesso. L'Alpha annuì: non gli lasciò andare la mano fino a quando non arrivò prepotentemente il cucciolo...


***

Denki guardava il suo piccolo che giocava nel recinto della sabbia del parco. Batteva le manine e lo osservava con il suo enorme sorriso. Aveva i capelli biondi e gli occhi indaco; regalava "ciao-ciao" a chiunque con le piccole dita e sorrideva sempre enormemente.

La sua indole tranquilla e curiosa aveva già fatto comprendere che sarebbe stato un Omega, in futuro.


Ti somiglia così tanto, Toshi...


Il suo bimbo, Junichi o semplicemente Jun, aveva nove mesi ormai e non aveva fatto altro che allietargli ogni singolo giorno.

Denki gli si avvicinò per poterlo prendere il braccio e baciargli affettuosamente le paffute guance. Lo amava così tanto, quell'ultimo legame con il suo Toshi!

I suoi occhi si oscurarono per qualche istante. Dopo che si era risvegliato dall'anestesia del parto cesareo, non aveva più avuto il coraggio di guardare negli occhi Hitoshi e si erano lasciati come perfetti estranei.

«Posso essere al tuo fianco, come mi avevi chiesto».

«Io vorrò sempre e solo il mio Toshi».

E il cuore dell'Alpha si era sbriciolato.

«Mi dispiace... non volevo illuderti, ero solo-».

«... spaventato, lo so». Hitoshi aveva sorriso tristemente. «Congratulazioni, hai avuto un bellissimo maschietto». Poi lo aveva lasciato da solo.

Denki sospirò. Era stato un vero stupido.

«Mamma!».

Tornò a coccolare il suo tenero Jun al suono della sua vocina. Lo fece rimbalzare verso il cielo e si beò delle sue risatine soddisfatte.

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