Parte II

91 14 5
                                    


I giorni si trasformarono in settimane.

Denki era un guscio vuoto, un fantasma di se stesso che si prendeva solo cura della piccola vita che gli stava crescendo dentro. Mangiava quanto prescritto sul foglio della dieta della sua ginecologa, assumeva vitamine e cercava di non sforzarsi troppo sul lavoro ma niente cambiava in realtà.

La routine era sempre la stessa e gli sembrava di essere finito in un loop infinito.

La mattina si svegliava, guardava il letto vuoto, poi la porta della camera da letto e annusava ad ampi polmoni l'odore di violette e margherite rimasto impregnato nelle mura indaco.

Poi andava in cucina e, mentre si preparava il tè con i biscotti, guardava il portacenere in cristallo completamente vuoto, poggiato sul top del cucinino.

Non sarà mai più riempito...

E le lacrime gli scendevano lungo le guance smorte.

Successivamente si recava al lavoro e si chiudeva in un silenzio assordante, ignorando tutto ciò che lo avrebbe circondato dal mattino fino a sera tardi.

«Puoi andare. Abbiamo finito per oggi».

Alla voce morbida dietro di lui, si voltò e si rese conto di essere rimasto l'ultimo con ancora lo spazzolone per il pavimento tra le mani. Denki abbassò lo sguardo perso al gonfiore più evidente sotto l'uniforme bianca. Il suo anziano datore di lavoro, Murao Yoshizuka, gli sorrise dolcemente.

«Ho confezionato per te qualcosa di buono. Guida con prudenza, torna a casa e mangia».

Denki annuì ma non trovò il coraggio di guardarlo negli occhi. Da quando era scomparso Toshi, aveva perso l'abitudine di incrociare lo sguardo delle altre persone.

Murao gli tolse dolcemente lo spazzolone tra le dita e gli consegnò un bento profumato avvolto in uno strofinaccio bianco. L'uomo terminò di lavare il pavimento.

Denki non si rese neppure conto di essere in auto, né fece caso all'aver guidato meccanicamente, sempre cautamente, fino a casa. Non mangiò, non ne aveva voglia, pensò solo di farsi una doccia e di andare a dormire.

Fu mentre che iniziava a mettere il cellulare in modalità aereo per non avere messaggi indesiderati o pubblicità gli arrivò una notifica. Curioso, controllò e rimase perplesso.

Hitoshi Shinso ha iniziato a seguirti.

Ma non poté scrollare il social che gli giunse un'altra notifica, stavolta quella di un messaggio privato.

Scusami se ti disturbo ma
volevo sapere come stessi.

Perché un perfetto sconosciuto doveva preoccuparsi di lui? Denki esitò con l'indice faceva su e giù sul display ma scelse di ignorare. Di nuovo nell'oscurità della stanza si girò su di un fianco e cadde in un sonno profondo.

Ogni notte sperava di sognare il suo amato Toshi e di stare un po' insieme...


***

«Hai una faccia, Bro».

«Più morto di sonno del solito!».

Hitoshi sospirò prima di prendere un sorso di caffè. Si era fatto quasi freddo; chissà per quanto tempo era rimasto nell'ambulatorio ad aspettare l'arrivo del Dottor Hisegawa Marco a fissare lo schermo?

SHINKAMI: OkaerinasaiWhere stories live. Discover now