Parte III

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Per diverse settimane s'incontrarono sempre sullo stesso piano e vi furono saluti con la medesima domanda del "Come stai?". Denki avrebbe annuito e mormorato un "Bene" per poi andare via.

Ma un giorno, il fato decise di far muovere uno dei suoi infiniti ingranaggi.

Denki aveva optato per un succo alla pera al bar dell'ospedale. Ne aveva iniziato ad avere voglia da qualche giorno e sapeva perché. Era ormai di cinque mesi e tra non molto avrebbe iniziato a sentire anche il suo cucciolo muoversi.

Era un peccato non provare alcuna emozione...

«242,55 Yen*» gli disse il giovane barista.

Così caro? Denki s'infilò la mano nella tasca della tuta ma non riuscì a racimolare le monete.

«Allora non lo-».

«Pago io».

All'odore improvviso di lavanda e mirtilli, lo stupito Denki guardò al suo fianco e scoprì che era comparso Hitoshi che sorrideva e si stava occupando di pagare il suo succo. Deglutì, il cuore gli batté un po' più forte.

«Ecco qui» gli disse gentilmente l'Alpha, mentre glielo consegnava.

Denki accettò ma ancora una volta non ebbe il coraggio di incontrare i suoi occhi. Hitoshi era la copia del suo Toshi e se da un lato era quasi un macabro scherzo del destino, dall'altro ne era un po' felice.

«Grazie» sussurrò.

«Di nulla. Hanno aumentato i prezzi, purtroppo».

Denki annuì e su una delle sedie nere ai tavolini prese posto per consumare il suo succo. Era buono ma troppo costoso per i suoi gusti!

Un po' titubante, Hitoshi gli si avvicinò con in mano quattro barrette energetiche al cioccolato in mano. «Posso sedermi?».

Denki annuì senza alzare gli occhi dal tavolino. Il cristallo opaco li rifletteva in tutta la loro cupezza. Le sue narici si mossero all'odore più forte dell'Alpha vicino a lui.

Hitoshi gli allungò sotto al naso tre barrette e se ne scartò una per poterla mangiare. «Sono di qualità, le prendo spesso con il caffè qui e mi danno una carica che non ti dico!».

Denki esitò se accettare o meno ma poi il suo stomaco brontolò e lui arrossì. I capelli gli nascosero viso e occhi come due tendine laterali. Qualche istante dopo in cui si accompagnava la ciocca con la saetta dietro un orecchio ne iniziava a mangiare una.

Il cuore dell'Alpha sussultò di gioia misto a stupore.

«Buona...» sussurrò flebile l'Omega.

«Vero?» Hitoshi era raggiante. «Spero non ti abbia dato fastidio il mio messaggio di svariate settimane fa».

«Mi dispiace non aver risposto ma non sono più molto presente sui social» rispose in fretta Denki.

Se era la verità perché gli era parso mentire?

Rimasero in silenzio fino a che Denki non lasciò Hitoshi con un lievissimo sorriso e un cenno di ringraziamento. L'Alpha si alzò ma non trovò mai il coraggio di accompagnarlo chissà dove.

Accidenti!

Strinse i pugni sul tavolino ma si accorse che Denki aveva preso le altre due barrette.

Forse non è stato un fallimento!

La cupezza mutò in sollievo e il sollievo in speranza...


SHINKAMI: OkaerinasaiWhere stories live. Discover now