otto.

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Sono passati due giorni dalla puntata, e sto cercando di capire chi ha finito di scrivere il mio inedito.
Ieri a cena eravamo quasi tutti, ho approfittato del momento ma nessuno sapeva niente.

Mi alzo dal letto e vado a chiedere a chi non l'ho chiesto ieri.
entro nella stanza blu bussando, <<ei ragazzi, scusate il disturbo. Volevo chiedervi se uno di voi ha finito il mio inedito, perché io non l'avevo finito, l'ho trovato completo e non l'ho mandato io a lorella. Voi sapete qualcosa?>> chiedo speranzosa di una risposta.
<<tesoro mi dispiace, non so niente>> dice space.
<<angi neanche io, se scopro qualcosa te lo dico però>> mi sorride ezio.
<<e tu?>> guardo holden, <<non sono interessato a finire l'inedito di una ragazzina, ho i miei cazzi a cui pensare>>. Holden proprio non lo capisco, io attutisco i colpi quando posso ma quando è troppo è troppo.
<<Scusa, mi spieghi cos hai contro di me? no perché prima mi parli civilmente, la volta dopo mi dai na spallata di cui ho il livido>> e glielo mostro, poi continuo <<stai sempre un giorno normale e un giorno scazzato, e mi dispiace per questo. Ma se tu hai qualsiasi problema, non riversarlo contro di me o contro gli altri, risolvetela da solo, perché io subisco e sto zitta, una, due, tre e anche quattro volte, ma alla quinta mi incazzo, perché vuol dire che lo fai apposta. So, non rispondere di merda agli altri. Shit!>> dico mettendomi le mani in testa e uscendo dalla camera. Sono esausta.
Sono esausta di lui, del suo comportamento di merda, anche del suo modo di fare.
Mi chiudo in bagno e mi guardo allo specchio. Davanti a me c'è la piastra, e si, avrei tanta voglia ora, ma non posso rovinare tutto per un coglione.
Mi alzo leggermente le culotte e vedo che le cicatrici sono ancora visibili sulle cosce, ma solo se ci si fa attenzione.
Stringo i pugni più che posso per levare la rabbia che c'è dentro di me e finisco per infilzarmi il palmo con le unghie.

A cena non mangio, sono ancora destabilizzata dal pensiero di prima. Come ho potuto pensare di rifarlo? Dopo Caleb, ho giurato a me stessa di non farmi più male per qualsiasi motivo, in primis una relazione.

Quella che avevo con Caleb non era una relazione, era costrizione. Non andava come mi vestivo, truccavo, pettinavo e anche come parlavo. Mi urlava contro quando non gli davo retta e avevo paura, ma non ho mai avuto il coraggio di rispondere.
Tornavo a casa, accendevo la piastra e posavo quel piccolo oggetto che avevo in mano sulla mia coscia, per 3 secondi.
Tre secondi sembrano pochi, invece sono sufficienti per procurarti una piccola ustione, dolorosa ma non letale ovviamente. E io passavo così le giornate. Subivo, incassavo, e bruciavo. Era diventato un circolo vizioso.
Per fortuna dopo un anno ho avuto il coraggio di lasciarlo e di dirlo ai miei e ora sono felice, ma nonostante questo mi porto ancora i segni addosso del trauma.

Decido di smettere di pensare e di andare a letto, non è il momento e il luogo adatto per pensare a queste cose.

Sono qui solo per la musica

il giovane holden // amici 23Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora