CAPITOLO 16

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PDV Althea
L'odore di alcool e di fumo mi invade le narici non appena entro nel locale, ho ancora la stessa espressione indifferente da quando sono uscita di casa, dopo aver parlato con mia sorella. Si, alla fine non sono riuscita a starmene zitta ed abbiamo avuto una discussione abbastanza accesa. Al momento sono con una delle poche persone che so che non mi giudicherà mai, qualsiasi cosa io faccia: Victor. "Tu sei davvero sicura di quello che stai facendo?" mi domanda alle mie spalle. Io annuisco, per poi avvicinarmi al bancone ed ordinare da bere. Mi siedo su uno degli sgabelli, mentre sento i miei capelli ricci ricadermi sulla schiena, stasera ho deciso di lasciarli al naturale. Vedo Victor sedersi accanto a me e guardarmi con sguardo apprensivo. "Stai messa proprio male eh" constata, proprio in quel momento il mio drink arriva, in tutta risposta alzo le spalle ed inizio a bere.


"Perché hai chiesto a me di venire con te e non ad Isaac?" mi domanda dopo qualche minuto, quando ormai il mio bicchiere è vuoto. Prima di rispondergli, cerco di attirare l'attenzione del barista per chiedergliene un altro. "Ma perché non la smetti di fare tutte queste domande? Se te l'ho chiesto è perché volevo stare con te e non con lui, se proprio non vuoi rimanere vai a casa" dico per poi sbuffare, ma che cos'hanno tutti contro di me oggi? "Scherzi? E secondo te ti lascerei in queste condizioni?" non dico nulla e, non appena mi arriva il bicchiere, ricomincio a bere.




PDV Victor
Dopo circa un paio d'ore la situazione non è per nulla migliorata e anzi, Thea non ha smesso di bere ed è completamente ubriaca. La faccio alzare e tento di portarla fuori dal locale. "No! Mollami, lasciami qui" inizia a dimenarsi lei, e mi piange il cuore nel vederla così. "Thea, io credo che dobbiamo proprio andare invece", lei sbuffa ma non dice nulla, e si lascia trasportare alla macchina.




"Mettiti la cintura" la riprendo. Lei scoppia a ridere "Sto bene anche senza, e poi se muoio a chi frega?" continua a ridere. "Smettila" la riprendo in tono severo, e dopo qualche esitazione alla fine si allaccia la cintura. Fino al tragitto verso casa sembra che vada tutto tranquillo (per quanto possa essere tranquilla questa situazione, con un'ubriaca in macchina), ma proprio quando sto parcheggiando la sento chiamarmi. "Victor, penso di star per vomitare", che tempismo! Non faccio nemmeno in tempo a risponderle che la vedo rimettere. Perfetto, tutto dentro la mia auto. Le tengo su i capelli fino a quando non ha finito e, dopo quella che a me è sembrata un'eternità, finalmente smette di vomitare.




"Va meglio?" le chiedo, lei mi guarda con gli occhi lucidi ed annuisce appena. "Vieni" la prendo in braccio a modi sposa e la metto sul mio letto in camera mia, subito dopo vado a cercare qualcosa per pulire il vomito e mi dirigo verso la mia macchina per sistemare. Dopo qualche minuto ritorno da lei e la vedo intenta a guardare le foto appese alla mia parete. "Era tua sorella questa?" mi domanda guardandone una in particolare. Annuisco e basta, perché il ricordo mi fa ancora troppo male.






"È ora di andare a dormire Thea, dai", nel mentre mi cambio infilandomi il pigiama e passando una mia tuta alla mora. "Girati" mi dice e si cambia anche lei. Sembra essersi abbastanza ripresa rispetto a poco fa. "Peccato che tu ti stia mettendo la tuta comunque, il vestito che avevi su poco fa ti stava divinamente, poi con quello spacco" ridacchio, non sapendo nemmeno io il motivo per il quale io abbia detto questa cosa. "Victor, sono fidanzata" mi risponde in tono annoiato. "Okay, ho fatto, puoi girarti" mi avverte. La vedo buttarsi sul letto e farmi spazio, è proprio in questi momenti che benedico di avere un letto matrimoniale. Mi stendo e mi giro verso di lei, la noto fissare il soffitto. "A che pensi?" le domando. "Secondo te ho fatto la scelta giusta nel rimettermi con Isaac?", oh povero me, non sono bravo a gestire queste cose.




"Se è quello che ti senti hai fatto bene secondo me, alla fine devi essere felice tu" non so che dirle. "È proprio questo il problema, lui è stato il mio primo amore e mi faceva sentire come su una montagna russa, ho passato davvero tanti bei momenti con lui che non posso cancellare, ma forse sono ancora ancorata all'idea che mi ero fatta di lui" "In che senso?" le domando confuso, interrompendo così il suo discorso.



"Nel senso che molto probabilmente non sono più innamorata di lui, ma l'idea di come mi faceva sentire mi piace. Non so come dire, tutte le emozioni di cui ti ho parlato poco fa, la montagna russa, lo starci bene. Forse è questo che mi piace, la sensazione di stare con qualcuno che mi faccia sentire bene, e non lui. Tutto ciò è sicuramente condizionato dal fatto che sia stato la prima persona di cui io mi sia veramente innamorata ed a cui avrei dato tanto, ma molto probabilmente non sono più innamorata di lui. Ma sai che cos'è che mi fa più paura?" rimane in silenzio per qualche secondo e per un attimo temo che si sia addormentata, fino a quando non riprende a parlare. "Di non riuscire più a trovare qualcuno che mi faccia sentire così" sento la sua voce cambiare, sta per piangere. Le accarezzo i capelli, come per farle coraggio. "Ho paura che, dopo di lui, non ci sia più qualcuno che mi faccia sentire su quella famosa montagna russa, che mi faccia sentire speciale" è ufficialmente partita, la sento singhiozzare e noto una lacrima ricadere sulla sua guancia.






"Hey, guardami" la faccio voltare verso di me. "Non è vero che se la prima volta è andata male, poi non arrivi quell'opportunità che ti faccia ricredere, tu non hai ancora capito quanto vali ed hai tutte le carte in tavola per essere una ragazza stupenda" le sorrido. "Dici davvero?" mi domanda teneramente. "Certo, non sottovalutarti mai Thea, sei una ragazza stupenda" faccio una pausa. "Ecco perché molto probabilmente mi sono innamorato di te" sussurro, nella speranza che lei non mi senta. "Cosa?" si volta di scatto verso di me. "Tu sei..." non finisce nemmeno la frase. "Thea si, non era evidente?" le faccio un mezzo sorriso. Non mi dice nulla, e per un attimo ho paura di aver rovinato il tutto. Ma, dopo qualche secondo, lei si avvicina a me e mi bacia. Rimango scioccato per un momento, ma subito dopo ricambio il bacio, felice come non mai. "Molto probabilmente domani mattina vedremo con molta più lucidità questa cosa, ma per il momento godiamoci il momento e basta" mi dice, e per un attimo non capisco di che cosa stia parlando. Solo quando la vedo levarsi i pantaloni riesco a realizzare e ne rimango alquanto sorpreso. "Te la senti?" le domando, "E tu?" mi rigira la frittata. Annuisco, sempre più contento della situazione in cui ci stiamo trovando. Inizia a baciarmi sempre più appassionatamente ed in questo momento sono l'uomo più contento del mondo, non riesco a contenere la mia felicità. Quello che viene dopo, è gioia pura.
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La mattina dopo, mi sveglio prima io di lei e mi incanto per qualche minuto nel guardarla dormire. È così tranquilla e serena, amo vederla così. Decido di prendere in mano la situazione e di andare a preparare la colazione, così da fare una sorpresa ad Althea. Ripongo tutto sopra un vassoio e lo porto in camera, come un vero gentiluomo, e lo appoggio sul comodino per poi sedermi di fronte a Thea.





"Hey" la sveglio delicatamente dandole tanti piccoli baci. "È ora di svegliarsi", lei apre gli occhi ancora mezza addormentata e mi guarda. "Ma che ore sono?" "Le dieci e mezza" rispondo continuando a guardarla. "Ti ho preparato la colazione, anzi in realtà l'ho preparata per entrambi perché anch'io devo ancora mangiare" metto il vassoio in mezzo a noi quando noto che anche lei si sta mettendo a sedere di fronte a me. Mi sorride "Grazie, non dovevi", io alzo le spalle ed iniziamo a mangiare, fino a quando, scherzando e facendo gli scemi, non inizio a farle il solletico e ci ritroviamo faccia a faccia. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, fino a quando io non mi avvicino per baciarla. "Ma che stai facendo?" si allontana bruscamente.





"Ma... io pensavo che..." balbetto confuso. "Ma nulla, con che diritto lo stavi facendo?" sta scherzando spero. "Pensavo che dopo stanotte..." non mi lascia nemmeno finire la frase. "Dopo stanotte un bel niente, è stato un errore, ero presa dall'euforia e da quello che mi avevi detto, quindi mi sono lasciata andare, ma non significa nulla. Ti prego di dimenticarlo", si alza di scatto ed inizia a vestirsi "Dove vai?" le chiedo. "A casa, mi sembra ovvio, per favore non cercarmi, mi farò viva io. È stato uno sbaglio, sono fidanzata e non mi capacito di aver fatto una cosa del genere", non mi lascia nemmeno il tempo di controbattere e se ne va, lasciandomi sconvolto come uno scemo sul mio letto.





E quindi lo faccio, mi alzo e decido di andare da una delle poche persone che saprebbe davvero consolarmi in questo momento, anche dopo essere stato abbandonato in questo modo, so che lei saprebbe capirmi sul serio come fa di solito.

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⏰ Last updated: Jan 16 ⏰

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Ti amo e non te lo dicoWhere stories live. Discover now