Capitolo 4

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PDV Victor
Il giorno dopo sono con Vincent nel parco in cui sono stato con Althea ieri sera.

“Io davvero non so che cosa devo fare con quella ragazza” confido al mio amico in un momento di crisi. Lui mi dà una pacca sulla spalla per poi dirmi “Stai tranquillo, se dovrà accadere qualcosa con lei accadrà, se siete destinati prima o poi vi ricongiungerete, abbi pazienza” “Detta così mi sembra che sia morta” mi lamento.


Ogni tanto mi stupisco delle uscite di Vincent, le cose che dice sono giuste però le dice sempre in modi abbastanza strani.


“Hai capito che intendo”, non dico nulla e continuo a camminare. “E così ieri l’hai portata qui, è dove venivi sempre con…” “No, non dire quel nome, per favore” lo blocco prima che possa dire qualsiasi cosa. Questo è uno di quei momenti in cui non voglio ricordare. “Sai che un giorno o l’altro dovrai riuscire a superare questa cosa” mi ricorda Vincent. “La morte di qualcuno non si supera”




PDV Althea
Sto beatamente sul divano a guardare un film quando vedo Samantha entrare in salotto e guardarmi con un’espressione incuriosita di chi però la sa lunga.


“Quindi?” mi chiede. “Quindi… Cosa?” chiedo anche io di rimando mettendo in pausa il film. “Com’è andata ieri sera?” faccio posto sul divano a Sam e nel mentre incomincio a raccontarle quello che io e Victor abbiamo fatto ieri.


Quando finisco, Samantha ha gli occhi a cuoricino. “E quando avete intenzione di rivedervi? Intendo voi due da soli” “Non ne ho idea” rispondo con tutta onestà. “Però devi ammettere che, dopo la vostra uscita, hai finalmente capito che ricambi i suoi sentimenti” continua la mia migliore amica. “Ma quali sentimenti e sentimenti, a me non piace proprio nessuno” dico, e sono sincera. “Mh, vabbè. Comunque alzati, Vincent e Victor ci stanno aspettando al parco” sbuffo a questa sua affermazione.



Spengo la televisione e mi infilo le scarpe. Non appena arriviamo al parco, Samantha corre dal suo ormai fidanzato e ricominciano con le loro fusioni amorose, mentre io e Victor ci guardiamo imbarazzati. Mi avvicino a lui e lo saluto.


“C’è da dire che stanno davvero bene insieme però” penso ad alta voce. “Si, sembrano aver trovato il loro equilibrio” mi dà corda Victor ed io annuisco. “E tu? Hai un equilibrio o sei ancora… Instabile?” mi chiede. “Con instabile che cosa, intendi?” gli chiedo.

Vincent e Samantha iniziano a camminare ed io e Victor li seguiamo qualche metro più indietro. “Beh, loro hanno trovato il loro equilibrio perché stanno bene l’uno con l’altra, si completano a vicenda ma soprattutto sono in pace con loro stessi. Tu lo sei?” bella domanda, lo sono? Non rispondo, sperando che non insista.


Purtroppo, questo non accade. “Non hai risposto alla mia domanda” protesta. “Non penso” dico semplicemente. “E che cosa ti farebbe trovare il tuo equilibrio?” mi sta psicanalizzando di nuovo come la sera in cui ci siamo incontrati? “Non saprei”, queste domande mi mettono a disagio. “Cosa te lo ha fatto perdere? O forse dovrei dire chi” insiste il mio interlocutore. “È una lunga storia” “Abbiamo tutto il tempo”, sospiro


. Mi sento davvero pronta a parlarne con qualcuno che non sia la mia migliore amica? Probabilmente no, ma devo fare uno sforzo. “Il mio ex” “Mmh, sento odore di cuore spezzato” ironizza Victor. “Il tuo naso non si sbaglia” gli dò ragione. “Che cos’è successo?” “Mi ha tradita, con la mia migliore amica” le immagini di quel giorno mi tornano in mente.


“Samantha ha fatto una cosa del genere? E soprattutto, tu l’hai davvero perdonata?” domanda confuso. “No, non Sam. Un’altra ragazza. Fino a un po’ di tempo fa avevo due migliori amiche, ora solo Samantha. Trai tu le tue conclusioni” spiego.

“Come li hai scoperti?” “Una volta volevo fargli una sorpresa al lavoro e li ho trovati a fare sesso nel suo ufficio”, non so perché ma non è così difficile come pensavo, Victor mi mette una strana tranquillità. “Un classico” commenta quest’ultimo ed io annuisco, sentendo i miei occhi farsi lucidi. Lui lo nota e mi prende per mano accarezzandomela. “Stai tranquilla, lui non ti merita okay?” prova a consolarmi ed io tiro su col naso in tutta risposta, sentendo le lacrime scendere sulle mie guance.



“Dai” insiste lui. “Forse sono io che non lo merito” dico, con la voce rotta dal pianto. “Non dire queste cavolate, per favore. Non ti conosco da tanto tempo, ma mi sembri una ragazza intelligente, oltre molto bella. Lui non sa quello che si è perso” “Grazie” dico semplicemente, regalandogli un sorriso. “Figurati. Senti, ti va di vedere una cosa?” mi propone. “Che cosa?” “Seguimi” dopo aver sussurrato qualcosa nell’orecchio di Vincent, Victor mi fa strada per un sentiero molto piccolo, pieno di cespugli.


Dopo circa cinque minuti di camminata arriviamo davanti ad una sorta di piccola cascata. “Wow” commento, e la mia bocca assume la forma di una O. “Bello, vero?” ed io annuisco. “Qui venivo spesso con mia sorella quando era più piccola" mi racconta. “Avete un bel rapporto?” lui fa un respiro profondo ma non risponde. Vabbè.


“Io e mia sorella invece, quando eravamo più piccole, andavamo spesso al cinema assieme a nostra madre. Ho tantissimi bei ricordi con lei” gli racconto, sedendomi su un sasso e godendomi lo spettacolo che si trova davanti ai miei occhi. Lui si siede affianco a me. “Come si chiama?” “Chyler”, gli mostro una sua foto dal mio telefono. “È davvero una bella ragazza” commenta lui. “Si è vero” siamo molto simili: carnagione chiara e capelli. Le che ci differenzia oltre l’età sono il colore degli occhi (lei, al contrario mio, ha gli occhi chiari) e, a mio malgrado, l’altezza.



“E dov’è adesso?” “Inghilterra, tuo fratello invece?” “Spagna” amo la Spagna. “Ci sono stata una volta, da piccola” gli racconto. “Io ci vado spesso, quando mio fratello non può tornare a casa io ed i miei andiamo da lui” “I tuoi abitano qui?” gli chiedo e lui annuisce. “Abitano nell’appartamento di fronte al mio, siamo praticamente vicini di casa” ride lui facendo ridere anche me. “Anche i miei genitori abitano in questo quartiere” “Beh dai, in pratica siamo tutti vicini tralasciando i nostri fratelli maggiori”, dopo questa sua affermazione cala il silenzio.


Ho notato che, quando sono con Victor, ci sono spesso momenti di silenzio. Devo ammettere che, però, non mi dà fastidio. Solitamente le persone odiano il silenzio perché è una delle cose più vicine alla morte, ma io invece penso che a volte serva. Spesso le parole non bastano, o quantomeno non servono. C’è una citazione di Isabel Allende che dice “Silenzio prima di nascere, silenzio dopo la morte, la vita è puro rumore tra due insondabili silenzi”, e la trovo una frase molto bella e significativa.



“A che pensi?” mi chiede Victor. “A quanto faccia bene il silenzio in alcuni casi” “Concordo, amo il silenzio” sorrido, finalmente qualcuno che la pensa come me. “Ti ho conosciuta l’altro giorno ma mi sembra di conoscerti da una vita” mi informa Victor. “Come mai?” chiedo curiosa. “Abbiamo molti gusti in comune, come la lettura ed il cinema, entrambi amiamo il silenzio, ma soprattutto: entrambi siamo stati segnati da qualcosa che purtroppo gli altri non potranno mai capire” mentre dice le ultime parole, sento il mio respiro ed il mio cuore bloccarsi per qualche secondo, ha proprio azzeccato in pieno. Le persone non potranno mai capire ciò che qualcun altro ha passato.


“Chissà, magari in un’altra vita eravamo buoni amici” provo ad ipotizzare. “O fidanzati” ipotizza lui invece. “Tu dici?” gli chiedo e lui annuisce. “Non si può mai sapere” “Quante relazioni hai fino ad ora?” domando, rimanendo sul tema “fidanzamento”. “Una, ed è stata per me molto importante” “E poi?” “E poi cosa?” il suo sguardo, ora, è confuso. “Che è successo fra voi?” “Quando due persone non vanno d’accordo, purtroppo, l’unica soluzione è troncare. Io e la mia ex siamo stati insieme tanto tempo, ci siamo messi insieme a 14 anni e ci siamo lasciati tre mesi fa” “20 anni di relazione, deve essere stato difficile riabituarsi” commento. “Abbastanza, ma ci sentiamo ancora, ogni tanto. Abbiamo deciso di rimanere in buoni rapporti” “Come avete fatto? Insomma, hai detto che non andavate più d’accordo” “Siamo riusciti a superare i nostri conflitti”, se sono riusciti a superarli, perché non sono tornati insieme? “E perché non avete deciso di fare un passo indietro?” “Non è così facile come sembra. Ed io avevo anche altro per la testa” resta sul vago. “Qual è la tua storia, Victor?” “Un giorno te la racconterò, ma ora, oggi, non è il momento.”

Ti amo e non te lo dicoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant