(39) Ogni pezzo del mio cuore.

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<<Quando non si può tornare indietro, bisogna
solo preoccuparsi del
modo migliore per avanzare.>>


Lunedì mattina ho l'umore sotto i piedi a causa di mio padre e riesco a sentire le lacrime che fanno forza per uscire, ma non glielo permetto. Il mio mascara di Dior non può essere rovinato a causa di un uomo che non mi dà l'amore che merito.
Spero solo che fare lezione con la mia amatissima Dafne riuscirà a tirarmi su. Il bisogno di vederla cresce sempre di più e con il passare delle settimane mi rendo conto di quanto questa donna sia fondamentale per me e di quanto io sia ormai dipendente da lei.
Al solo pensare a lei che tiene la manina di suo figlio davanti a me, sorrido con il volto e con il cuore, e le lacrime si ritirano lasciandomi in uno stato di pace.
È davvero la mia donna-angelo lei...

Quando arriva la sua ora tutti i miei problemi vengono risucchiati dai suoi occhi che mi guardano allegri ed accesi dal sentimento che proviamo l'una per l'altra, io le sorrido e faccio un cenno di approvazione mentre la squadro per farle capire quanto la trovi attraente. Oggi ha i suoi capelli al naturale, ed i suoi meravigliosi ricci ben definiti le incorniciano un viso con occhi curiosi di leggermi dentro, degli zigomi alzati in un sorriso brillante e quelle labbra che prenderei a morsi.
Indossa un bellissimo cardigan fucsia con sotto probabilmente una cannottiera nera, ha un paio di jeans dal lavaggio scuro e dire che sono ogni giorno più innamorata di lei e del suo stile è inutile.

La Signorelli inizia a spiegare il sesto capitolo dei Promessi sposi, nonché miei protetti, e nel farlo riesco costantemente a percepire tutto l'amore che prova per ciò che insegna. Questo amore passa a me e riesce ad elevarmi in un universo parallelo, dove mi sento finalmente bene.
Prendo appunti su appunti mentre parla, segno le figure retoriche e rispondo alle domande che pone sui precedenti capitoli; di tanto in tanto scambio anche qualche parola con Louise, ma solo quando Dafne non parla, poiché desidero non perdermi alcun dettaglio che fornisce.

Come sempre, l'ora scorre fin troppo velocemente e suona la campana della ricreazione, così esco velocemente perché ho necessità di usare il bagno e cerco di fare più in fretta il possibile. Voglio stare un po' da sola con lei, se è possibile e se la prof di sostegno ce lo permetterà liberandoci della sua fastidiosa ed inutile presenza.
Entro nel bagno, saluto tutte le ragazze che mi conoscono e faccio in fretta per non impegnare i miei vestiti della puzza di fumo qui presente: desidero il profumo dell'ammorbidente che usa mamma sempre sui miei vestiti. Ed il mio profumo al cocco su di me, chiaramente. Anche se quello di Dafne sarebbe decisamente più gradito.

Quando sono nel corridoio a poca distanza dalla porta della mia classe, Alice mi blocca afferrandomi dal braccio e dice di dovermi parlare.

<<Alice cara, come non ho avuto tempo per te in questi ultimi mesi, non lo ho adesso. Ho cose più importanti a cui pensare.>>

Dopo ciò che ha fatto a me e a Dafne, non mi va nemmeno di sentire la sua fastidiosa voce, ma a quanto pare è così ostinata da prendermi dalla spalla e spingermi vicino alla parete.

<<Ma che cazzo fai? Vuoi forse un bacio?>>

Lei fa un ghigno che le approfondisce quella smorfia che ha di natura, ed apre bocca.

<<Ti credi tanto superiore, ma non vedi che nemmeno tuo padre ti vuole bene?>>

Non vorrei che fosse così, ma le sue parole arrivano affilate come una lama. Non ho nessuna intenzione di farle vedere l'effetto che queste ultime hanno su di me, quindi cerco di spostare il suo corpo di stazza sicuramente superiore alla mia liquidandola con poco interesse.

Professoressa, è vero ciò che sentiamo?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora