Le ragazze di oggi non sanno difendersi

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POV di Elek

In questo capitolo sono presenti contenuti espliciti, si consiglia la lettura a un pubblico adulto

Correvo per la foresta, con l'arco in mano e il cappuccio a coprirmi il capo, la faretra sulle spalle che sbatteva sulla mia schiena ad ogni falcata.

Era notte e c'era nebbia.

Non sapevo da cosa scappavo. Stavo solo correndo cercando di schivare le radici degli alberi come meglio potevo.

Ma sentivo qualcosa alle spalle dietro di me. Continuo a correre, saltai un tronco caduto con agilità. Continuavo a correre disperatamente, finché dalla nebbia non compare una roccia alta e larga come un muro. Mi voltai impaurita. Presi la freccia e tesi l'arco. Ma la bestia mi travolse prima ancora di tenderlo.

Mi svegliai di soprassalto, con il cuore a mille, nella mia umile capanna di legno e paglia.

Chiusi gli occhi, felice di ritrovarmi nel mondo reale.

Facevo quel sogno ogni notte e non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Ero nuda e a fianco a me dormiva un ragazzo molto più piccolo di me, con i capelli marroni spettinati e la barba non troppo lunga. Non era neanche l'alba e lui stava ancora dormendo.

Mi alzai, stando attenta a non fare rumore. Non avrei mai voluto che il ragazzo si svegliasse.

Alzandomi spostai un po' la coperta pallida che copriva il mio corpo completamente nudo. Andai all'anfora per asciugarmi il viso. Il ragazzo si svegliò e facendo la finta tonta mi lasciai riportare a letto dalle sue mani callose.

Come la maggior parte degli uomini si era svegliato eccitato, manco Pan in persona.

L'avevo trovato a cacciare nel bosco il giorno prima, si era perso e cercava rifugio. A tanti ragazzi succedeva, e a me non dispiaceva affatto avere qualcuno che mi facesse compagnia per la serata. Anche se prima o poi facevano tutti la stessa fine.

Il ragazzo, mi sembrava si chiamasse Kaviaris o qualcosa del genere, mi prese per la vita, mi buttò sul letto e lo lasciai fare. Anche lui era completamente nudo, con l'erezione più grossa che avessi mai visto. Aprii le gambe, invitandolo a soddisfare il suo desiderio, che dopotutto era anche il mio.

Si avvicinò e con voracità infilò subito il pene nella mia intimità.

Andai indietro con la testa, lasciandomi scappare un gemito. Lui rise soddisfatto e iniziò a spingere il bacino avanti e indietro prima lentamente poi sempre più velocemente.

Dopo un po' decisi di cambiare posizione e invertire i ruoli: lo costrinsi a fermarsi, mi alzai e lo ribaltai con un pugno. Atterrò sul pavimento con la faccia sconvolta. Stava per chiedermi qualcosa ma gli tappai la bocca con la mano e mi posizionai sopra di lui, prendendo le redini.

Gli bloccai le braccia e andai su e giù con il bacino senza fermarmi.

Era molto sconvolto dalla mia presa di posizione, ma era troppo impegnato a godere per protestare.

Venne tre volte in tutto prima che anch'io ebbi il mio orgasmo. Stupidi ragazzini, non durano niente.

Kaviaris aveva il fiatone per l'eccitazione e chiuse gli occhi per riprendere la calma.
Mi staccai da lui.

La Mortale E La LunaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora