Il giorno dopo il livido era ben più che visibile

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Il giorno dopo il livido era ben più che visibile. Tutto lo zigomo era gonfio e giallognolo, con qualche macchia violacea. Per mia fortuna, Aria se la cavava bene con il make-up e riuscì a sistemare il disastro che avevo in faccia. In ateneo, la mattina passò lenta, ma senza nessun intoppo. Dopo la pausa pranzo, invece, venni contattata dalla presidenza. Chiedevano un incontro e sapevo bene per quale motivo. Insomma, avevo preso un pugno per mettere nella merda quel coglione! Il minimo era contattarmi! Superata la porta del rettore, trovai Milo, la sua famiglia e il professor DellaMorte, oltre alla vigilanza.

«Signorina Perseghini. Benvenuta. Vorrebbe sedersi con noi?» Per quanto il discorso sarebbe stato grave, il sorrisino sul volto dell'uomo non mi stava per niente piacendo.

«Preferisco restare in piedi e vigile.» La frecciatina, tirò di più l'espressione sul viso del direttore.

Sentii gli sguardi di fuoco della famiglia Gasparri fulminarmi, ma me ne fregai. «Ma certo, ma certo. Allora chiariamo subito perché siete qui. Siamo tutti a conoscenza della situazione della scorsa sera, testimone anche il professore qui presente. Con questa consapevolezza, vorrei subito mettere fine a questa incomprensione.»

Come, scusa? «Incomprensione?»

«Sì, certo. Il qui presente Milo Gasparri ha deciso di porgere le sue più sincere scuse e di non importunarla più, fino alla fine della vostra collaborazione universitaria. Sono sicuro che si è trattato di un malinteso.»

«Un malinteso? Che mi ha lasciato un livido enorme come una mela sulla faccia, che molesta le ragazze delle facoltà e che ha cercato di farmi passare per pazza solo perché ho usato tecniche di autodifesa? Questo è un malinteso, anche se è stato ripreso dalle videocamere di sorveglianza?» domandai, esponendo calma la "situazione", come la chiamava lui.

Il rettore provò a rispondere, quando il padre di Milo prese parola. «Mio figlio non farebbe mai qualcosa del genere se non fosse istigato. Dal video è ovvio che lo stessi punzecchiando per farlo reagire.»

Ignorai papino Gasparri e fissai l'uomo responsabile dell'ateneo. «Queste non mi sembrano scuse, non che io le voglia o le accetti.»

«Nel video manca l'audio, ma non c'è dubbio che fosse un litigio in tutto e per tutto. Anche la ragazza nel video ha testimoniato un comportamento non consono da parte del signor Gasparri.» disse il vigilante.

Mamma Molestia si fece avanti, irritata. «Beh, se c'è stata violenza, dov'è il livido? Io non ne vedo sul viso della ragazza.»

«Strano che una donna non conosca il potere del trucco, dato il quintale di cerone che ha spalmato in faccia.» sbottai, prendendo una salviettina dalla borsa. «Vuole vedere il livido e controllarlo vicino al pugno di suo figlio? L'accontento subito.»

Strofinando con attenzione la guancia, mostrai loro il livido che si era scurito ancora più di quando lo avevo coperto la mattina. A quella vista, calò il silenzio per un attimo. «Ma dai! Potrebbe esserselo fatta da sola!»

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