Capitolo 10

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Anita

<<Buon compleanno sorellona!>> la mia sorella più piccola Chiara piomba nella mia camera mentre sto ancora dormendo.
Mi giro dall'altra parte mugugnando di lasciarmi stare.
<<Forza, alzati! Ho una sorpresa per te!>> mi tira via la coperta di dosso e mi trascina giù dal letto.
<<Mmmh...non ho voglia di sorprese. Voglio solo dormire>>
<<Questa ti piacerà! Ti do un indizio. È un'ottima cura per la depressione>>
<<Cos'è una seduta dallo psicologo?>> dico alzandomi a fatica.
<<No, è molto meglio! Se non sei pronta entro cinque minuti me lo terrò io il regalo!>>
<<D'accordo! Mi vesto e scendo>> dico sbuffando mentre lei esce di casa saltellando euforica.
Non sono proprio in vena di festeggiamenti e tanto meno di sorprese. Ma non voglio deludere mia sorella, ora che sono tornata e possiamo passare del tempo insieme.

Arriviamo davanti ad un canile. Guardo mia sorella perplessa.
<<Perché mi hai portata in un canile?>>
<<Tesoro sono giorni che stai in pena per quell'uomo. Voglio solo vederti felice e ho pensato di regalarti un cucciolo... Che ne pensi? Lui sicuramente non ti deluderà>> mia sorella è venuta a conoscenza di tutto quello che è successo, sia con George che con Luca. La guardo con le lacrime agli occhi. Lei è sempre stata la sorella che tutti vorrebbero. Così dolce e premurosa. Anche se io sono la maggiore, lei si è sempre preoccupata per me come farebbe una madre. Siamo cresciute da sole, senza un padre e una madre. I nostri genitori sono morti in un incidente quando io avevo 4 anni e lei era di pochi mesi. All'inizio abbiamo vissuto con gli zii, ma poi quando siamo cresciute ce la siamo viste da sole dandoci tutto l'appoggio reciproco. Ora lei studia all'università per diventare veterinaria, per questo ama molto gli animali.
L'abbraccio forte grata di averla al mio fianco.
<<Grazie, davvero. È il regalo più bello che potessi farmi>>
<<Voglio solo il tuo bene sorellina>> le do un bacio sulla guancia e lei mi asciuga le lacrime.
<<Dai, andiamo a scegliere il tuo futuro compagno di vita!>> scherza facendomi ridere.
Quando entriamo nell'edificio un rumore assordante mi spacca quasi i timpani. Tutti i cagnolini presenti cominciano a guaire forte in cerca di attenzioni.
Mia sorella corre subito vicino la gabbia di uno dei cagnolini e comincia ad accarezzargli il musetto tutta felice.
Ce ne sono tantissimi, da quelli piccoli che vogliono giocare a quelli più grandi che sonnecchiano in un angolo. Ma ad attirare la mia attenzione è un cagnolino di media taglia, nero e con il pelo corto. Mi avvicino alla sua gabbia. Quando gli allungo la mano per accarezzarlo lui rimane lì seduto, come se non si fosse accorto della mia presenza.
<<Charlie è un cane cieco. È qui da 3 anni, nessuno vuole adottarlo per questo problema>> il responsabile del canile si è avvicinato vedendomi stranita dall'atteggiamento del cane.
Mi si forma un groppo in gola al pensiero che questo cucciolo ha lo stesso problema di George.
<<Sono tutti così belli, li prenderei tutti!>> si avvicina mia sorella.
<<Allora hai scelto?>> mi chiede.
Guardo di nuovo il musetto del cagnolino.
<<Sì, voglio adottare Charlie. È cieco, ha bisogno di qualcuno che lo ami...>>
<<Sei sicura? Insomma ha bisogno di molte cure>>
<<Sì, voglio prendermi cura di lui>> se con George non ce l'ho fatta, voglio che questo cucciolo abbia tutto l'amore che merita.

Quando rientriamo a casa, troviamo una macchina nera parcheggiata.
<<Aspettavi qualcuno?>> mi chiede Chiara.
<<No>> i vetri sono oscurati.
<<E se fosse un malintenzionato?>>
<<Ma no, magari hanno sbagliato appartamento>> prendo in braccio Charlie e scendo dalla macchina. In quell'esatto momento scende dalla macchina...John! Che ci fa il mio ex autista sotto casa mia?
<<Buongiorno signorina Lombardi, mi scusi per la visita improvvisa, ma c'è una questione molto importante da discutere con vostra Maestà>> aggrotto le sopracciglia non capendo.
<<Quale questione?>>
In quel momento qualcun altro esce dalla macchina. È Charlotte.
<<Anita! Finalmente sei arrivata. Quanto mi sei mancata>> mi abbraccia con quel suo modo affettuoso che mi strappa un sorriso.
<<Ciao, ma che ci fate qui? È successo qualcosa a George?>>
<<No, ma mio fratello è un cretino e ora non vuole neanche scendere dalla macchina, perciò se non è un problema, potresti andare da lui e ascoltarlo? Per favore, è importante>> guardo l'auto oscurata. Lui è qui? Non riesco a crederci.
Come dovrei comportarmi?
<<È un onore avervi qui, principessa Charlotte! Io sono Chiara, la sorella più piccola di Anita>> mia sorella porge la mano a Charlotte e io le tiro una gomitata per il suo gesto informale.
<<Oh, è un vero piacere conoscerti!>> ovviamente Charlotte non bada alle formalità e la abbraccia come fosse un'amica.
Mentre loro fanno le presentazioni io rimango immobile a fissare l'auto, torturandomi le mani.
<<La vostra casa sembra così accogliente! Chiara, che ne dici se ci prendiamo un buon tè? Qui in Italia bevete il tè, vero?>>
<<Certo, ma la nostra specialità è il caffè...>> Chiara la conduce verso la casa, lasciandomi sola. Charlie è ai miei piedi che annusa quello che trova.
<<Andiamo a conoscere un amico?>> dico rivolgendomi a Charlie, il quale alza il musetto verso di me.
Gli metto il collare e raggiungo la macchina.
Apro la portiera con il cuore che mi scoppia nel petto. Non credevo che l'avrei mai più rivisto.
Lui è seduto con la schiena dritta e la gamba che trema, visibilmente teso. È sempre elegante...e bello come il sole.
<<Anita?>> si gira leggermente verso di me in attesa. Non rispondo, ma prendo in braccio Charlie e lo metto sul suo grembo. Lui si irrigidisce e Charlie comincia a leccargli il viso seguendo il suo odore.
<<Ma che diavolo...John! Toglimi questo coso da dosso! Charlotte, dove sei?>> urla cercando di allontanare il cane che non smette di leccargli ogni parte del viso.
La scena mi fa sorridere.
<<I suoi occhi non vedono, come i tuoi>> alla mia voce si blocca.
<<Anita, sei qui!>>
Mi siedo sul sedile affianco e chiudo la portiera.
<<Si chiama Charlie...è cieco. D'ora in poi mi prenderò cura di lui>> dico prendendolo di nuovo in braccio.
<<È fortunato ad aver trovato te>>
<<Che cosa ci fai qui, George?>> chiedo seria.
<<Io sono venuto per chiederti scusa. Sono stato un mostro. Non meritavi le parole che ti ho detto. Mi dispiace davvero tanto, Anita. È tutta colpa mia e di questa situazione di merda! Non avrei dovuto lasciarti andare>>
<<Hai detto che non vuoi l'aiuto di nessuno>>
<<Mi sono sbagliato! Io non posso farcela da solo. Ho bisogno di aiuto. Voglio essere aiutato>>
<<Mi fa piacere sentirtelo dire. E sono contenta che abbia fatto un passo avanti togliendo gli occhiali>>
<<Li ho tolti perché vorrei tanto poter vedere ancora i tuoi meravigliosi capelli color caramello>> a quell'affermazione rimango scioccata.
<<Come...come fai a sapere il colore dei miei capelli?>>
<<Quando te ne sei andata, ho visto per un attimo i tuoi capelli oscillare nel vento. Erano bellissimi. Non avevo mai visto dei capelli così belli. Da quel momento non faccio che sognarli ogni notte. Anita voglio che ritorni a lavorare per me. Io ho bisogno di te>>
<<Io...non posso...>> dico con le lacrime agli occhi. Lui mi afferra le mani.
<<Sto impazzendo senza di te. Mi manca sentire la tua presenza in casa. Mi manca la tua voce. Mi manca il tuo profumo. Mi manchi tu, Anita. Non voglio più sentirmi solo. Tu non sei assolutamente una stupida badante. Sei davvero molto brava nel tuo lavoro, ma oltre a questo, sei una donna speciale. Sei molto importante per me. Tu sei molto di più di una semplice badante>>
<<George...io non posso essere tua amica. Non ci riesco. Non posso aiutarti. Non sono in grado di renderti felice>> dico tra i singhiozzi.
<<Invece sì! Da quando ti ho conosciuta, le mie giornate sono migliorate. Tu sei l'unica cosa bella che mi è capitata da quando ho perso la vista. Tu sei la luce in fondo al tunnel che vorrei poter raggiungere. Io voglio te, Anita. E voglio uscire da quel tunnel solo con te>>
<<Lo vorrei tanto anche io...>> le sue mani si spostano sul mio viso e mi asciugano le lacrime.
<<Anche se non ti posso vedere, so che sei bellissima anche con gli occhi gonfi e pieni di lacrime>> sorrido e anche lui.
<<George...tornerò a Londra, ma solo se mi prometti una cosa. Lo devi giurare su chi ami di più al mondo, altrimenti non mi rivedrai mai più>>
<<Lo giuro sulla donna che mi ha fatto perdere la testa e che credo mi abbia fatto innamorare, ovvero te>> il mio cuore scoppia di gioia a quella frase.
<<Tu...mi ami?>>
<<Ti sto amando, ogni giorno di più. Quindi sì, ti amo Anita>> ricomincio a piangere come una fontana, ma questa volta di felicità. Non credevo che l'uomo più potente e testardo potesse amare una donna come me.
<<Beh allora se mi ami, promettimi che farai il trapianto il prima possibile. Fallo per me. Fallo per la donna che ha reso la tua vita migliore. Fallo perché anche io ti amo da impazzire>>
<<Te lo prometto. Farò il trapianto. Farò tutto quello che vuoi. Scalerò anche una montagna se so che ci sarai tu al mio fianco>>
<<Non ti lascerò mai più da solo. Ti accompagnerò ovunque tu voglia andare>>
<<Grazie. Grazie, davvero. Mi sento l'uomo più fortunato della Terra>> mi abbraccia così forte e io mi lascio andare perdendomi tra le sue braccia.
Poi si stacca e rimaniamo fronte con fronte attaccati.
<<Posso fare una cosa?>> mi chiede. Io annuisco e lui appoggia le mani sui miei occhi così che non posso vedere nulla. Poco dopo le sue labbra sfiorano le mie, così delicate e morbide.
Schiudo le labbra per approfondire il bacio e lui insinua la sua lingua rendendo l'atmosfera più passionale. Sento lo stomaco in subbuglio. La mente vola in mondi lontani e il cuore batte all'unisono con il suo. Mi sento in paradiso. Questo è il regalo più bello che potessi ricevere dalla vita.

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