capitolo dieci

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BENJAMIN

Il sedile di plastica gialla era freddo.

Poteva sentirlo attraverso i jeans che si erano raffreddati, non appena si era seduto, infilando il mento nella sciarpa e osservando le persone che affollavano la banchina del binario: una signora con un bambino appeso al braccio, che saltellava ogni tre secondi; una ragazza imbacuccata, con lo sguardo rivolto verso il cellulare; un signore vestito elegante con una valigetta stretta nella mano destra...

Inspirò, sentendo l'aria pesante della metropolitana solleticargli il naso e storcendo appena la bocca alla fitta di dolore che gli trapassò una tempia: forse sarebbe stato saggio dare retta a sua madre e passare un altro giorno a casa, però...

Però sarebbe impazzito se fosse rimasto di nuovo, tutto solo, fra quelle quattro mura.

La compagnia tramite messaggi alleviava quella sensazione di poco.

Meglio sopportare il mal di testa, piuttosto che impazzire del tutto.

Sbuffò, allungando le gambe davanti a sé e guardando la punta consumata e sporca delle scarpe da ginnastica: erano leggermente usurate sulla punta e sporche di terra lungo i bordi.

"Ti hanno già rilasciato?" Benjamin alzò la testa, lasciando perdere la contemplazione delle sue scarpe e sorridendo a Olivia che, in piedi accanto a lui, lo guardava dall'alto: "Ma non si dovrebbe rimanere di più per l'accusa di furto?" gli domandò, accentuando il sorriso e superandolo, accomodandosi sul sedile accanto a suo.

"Cominci a diventare monotona, farfadet" le disse, osservandola mentre si toglieva lo zaino nero dalle spalle e lo lasciava cadere a terra, proprio fra di loro e quasi sopra al suo.

"Come ti senti?" gli chiese Olivia, ignorando ciò che le aveva detto e allentandosi un po' la sciarpa bianca che aveva avvolto intorno al collo, in tinta con il berretto che copriva i capelli rossi che, ribelli, sfuggivano dai bordi e le incorniciavano il volto con piccoli ciuffi.

"Uno schifo."

"Potevi rimanere a casa anche oggi" gli disse lei, osservandolo con la testa inclinata e poi spostando l'attenzione su ciò che li circondava.

"Lo so, ma sarei impazzito" le rispose, osservandola mentre lei prendeva il cellulare e lo alzava, tenendolo davanti al viso e aggrottando appena l'espressione, mentre il suono della fotocamera che veniva usata arrivò alle orecchie di Benjamin: "Posso farti una domanda?" le chiese, vedendola annuire e tornare a fissalro:"Perché fotografi..."

Non finì la domanda, indicando con un cenno del capo ciò che li circondava e il signore attempato che aveva catturato l'interesse di lei.

Olivia abbassò lo sguardo, facendo portare anche lui l'attenzione al telefono che teneva in grembo e di cui stava accarezzando i bordi: "Non lo so" gli disse alla fine, lasciando andare un sospiro e storcendo appena la bocca: "L'ho sempre fatto, anche da piccola: mio fratello aveva la memoria piena delle mie foto, finché non mi hanno comprato un cellulare e poi mi hanno regalato la mia Canon" Olivia si appoggiò contro lo schienale, allungando anche lei le gambe davanti a sé e poi fissando il soffitto per una manciata di secondi: "Mi piace immortalare quello che i miei occhi notato, credo."

"Vuoi fare la fotografa da grande?"

"Mi piacerebbe" commentò lei, annuendo con la testa.

Un sogno per il futuro.

Lui non ne aveva. Non aveva idea di cosa avrebbe voluto fare, una volta finita la scuola.

Non sapeva nemmeno che facoltà scegliere ed era un qualcosa che avrebbe dovuto decidere a breve, oltretutto. Era all'ultimo anno di lycèe, a un passo dalla sua entrata nel mondo accademico e...

Ed era una lavagna completamente vuota: nessuna idea, nessun pensiero che lo facesse propendere verso un lato, piuttosto che un altro.

"Ti invidio" mormorò, cercando di piegare le labbra in un sorriso, non certo della sua riuscita però: "Se penso al futuro..." sospirò, storcendo la bocca e negando appena con la testa: "si tratta di qualcosa che mi spaventa: non ho particolari interessi e..."

"La cucina?"

"No, mi piace cucinare ma non mi ci vedo a farlo per il resto della mia vita: ho iniziato per caso, da quando i miei si sono separati, e perché non volevo che mia madre arrivasse a casa e dovesse fare tutto" si fermò, stringendo le labbra quasi fino a ridurle a una linea sottile.

Olivia rimase in silenzio al suo fianco, lui osservò le dita di lei tamburellare lungo i bordi del telefono, quasi come se stesse cercando una risposta da dargli: "Potresti considerare la carriera di ladro" gli dichiarò, facendolo voltare verso di lei e incontrare così il sorriso che le piegava le labbra: "Sei bravo in quello."

"Finiscila."


a/n: beh, ormai sapete come funziona, no? Nuovo giorno e quindi nuovo capitolo!

Non sto a tormentarvi più di tanto e, subito, mi scuso per gli eventuali errori lasciati qua e là (penso proprio che quando sarà conclusa, dovrò fare un bel lavoro di correzione). 

Come sempre vi ringrazio tantissimo per tutto il supporto che mi date: grazie per ogni lettura, voto e stellina che state dando a questa piccolina!

Infine, io vi do appuntamento a domani con un nuovo capitolo!

Una storia di NataleWhere stories live. Discover now