1. Strangers

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«No, Zayn» Louis era arrabbiato ed essere al telefono con il suo migliore amico che non era dalla sua parte lo faceva arrabbiare ancora di più.
E pensare che lui odiava arrabbiarsi.

«Lou, ascolta...» cercò di dire l'altro ragazzo ormai perdendo la pazienza.

«"Lou, ascolta" un cazzo. Non voglio farlo»

«Smettila di continuare a dire "no" come un bambino capriccioso e ascoltami per una volta» esclamò Zayn, decisamente perdendo la calma. «Lo so che non è quello che vuoi, ma è quello di cui, purtroppo, hai bisogno ora-»

«Avrei bisogno di una finta relazione?»

«Lasciami finire. Ora scusami, non avrò molto tatto, ma ultimamente hai proprio bisogno che ti si sbatti la verità in faccia, e in quanto tuo migliore amico è mio dovere farlo. Da quanto è morta tua sorella e la tua famiglia ti incolpa di questo non sei più lo stesso: esci quasi tutte le sere, sei molto spesso ubriaco e io e Liam siamo preoccupati per te. Tu non le guardi le riviste di gossip, ma noi lo abbiamo fatto per te e ti posso assicurare che ci sono ben pochi articoli che ti sostengono» iniziò il suo discorso Zayn.

«Sai quanto me ne importa...» borbottò Louis, tenendo però gli occhi bassi nonostante l'amico non potesse vederlo, perché forse un po', ma giusto un pochino, si vergognava di sé stesso e sapeva che l'altro ragazzo aveva ragione.

«Dovrebbe importarti invece, perché sta avendo ripercussioni sul tuo lavoro. Hai perso follower sui social e avrai meno fan che verranno ai tuoi prossimi concerti se continui così, soprattutto perché molti di loro sono accompagnati dai genitori. Tu credi che loro siano felici che i figli seguano un cantante che per la stampa è un alcolizzato? La risposta è no. Hai quasi ventitré anni, Louis, non rovinarti»

«E cosa c'entra la relazione finta con tutto questo?»

Zayn sbuffò, come se non potesse credere che l'amico fosse così lento a seguire il ragionamento che sia lui sia tutti i suoi manager avevano fatto.

«Centra. Perché anche se finta, una relazione può salvare un sacco di culi, ma bisogna recitarla bene»

«Se lo dici tu... ma non sono convinto. Comunque ora sono arrivato, ti richiamo quando ho finito l'incontro con Geoff. Ci sarà anche Liam, per cui se sarò troppo incazzato dopo ti informerà lui di tutto» concluse Louis, gli occhi fissi sull'enorme palazzo davanti a sé, sede degli uffici del suo manager e di un sacco di altre persone che non conosceva.

«D'accordo...» un piccolo sospiro «A dopo amico»
«Ciao»

Chiuse la chiamata ed entrò nel palazzo, mostrò il badge alla reception e si diresse agli ascensori per salire all'ultimo piano. Perché ovviamente doveva essere l'ultimo.

***

«Entra pure, Louis» lo accolse Geoff, il suo manager.

Il ragazzo salutò lui e Liam, che era affianco al padre, con un cenno della testa e si sedette sulla sedia di fronte alla scrivania per poi incrociare le braccia al petto.

«Dal tuo sguardo ostile, deduco che l'idea che abbiamo avuto non ti piace molto, vero?» iniziò la conversazione l'uomo.

«Già»
«Tomlinson, sei il migliore amico di mio figlio, ti conosco da anni, da ancora prima che passassi sotto la mia etichetta. Me ne intendo abbastanza per sapere che questa mossa si dimostrerà a tuo favore.»

«Geoff» iniziò secco Louis «ho deciso di cambiare management e tutta quella roba proprio perché prima mi facevano fare cose che non volevo. E ora tu stai facendo la stessa cosa nonostante mi avessi promesso che non sarebbe mai stato così»

Fake Boyfriends, True Lovers || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now