Yuta Okkotsu

241 9 0
                                    

"Daydream, I fell asleep mmh" canticchiò, nel mentre la testa vuota ma al contempo troppo pesante per provare a riempirla.
Il giradischi dell'epoca precedente suonava una bella canzone, la musica avvolgeva la stanza rendendola isolata dal restante della casa. La ragazza era seduta sul letto, dal materasso duro, al centro della stanza.
Nonostante i riscaldamenti spenti e la temperatura gelida di quella mattina, lei non si fece scrupoli per indossare un completo da notte leggero. Non aveva null'altro addosso, si rifiutava di provare freddo, troppo concentrata per mantenere i nervi saldi e sbollire la rabbia.
Dopo un po' si chiese se al suo arrivo si sarebbe sentita meglio, ma questo fece solo nascere in lei l'ira pura, non sapeva se sarebbe riuscita a tenerla a bada ancora a lungo.
E mentre il nervosismo aumentava, la ragazza prese un sorso dal calice che reggeva già da un po' nella mano destra. Non aveva mai bevuto, o almeno non così; aveva sentito che l'alcool riscalda, valeva la pena provare. Si era sempre chiesta come ci si sentisse a far ondeggiare l'alcolico nel bicchiere, assaggiarne un sorso e poi fingere di essere soddisfatta dal suo sapore.
Non era buono il vino, per niente, ma almeno sembrava calmare tutta quell'agitazione.
"Such a beautiful day".

Chiuse la portiera della vettura nera e subito si affrettò a dire "Grazie del passaggio signor Ijichi".
Il guidatore si propose in numerosi saluti, ma il ragazzo ne ascoltò solo la metà, se non di meno. Il viaggio era stato una tortura, sembrava interminabile. Era arrivato, sì, ma non poteva fare a meno di domandarsi se lei fosse ancora lì ad aspettarlo. Si sarebbe dovuto scusare, certo era la mossa migliore.
Nonostante il peso del borsone, non ci impiegò molto a salire tutte le rampe di scale e arrivare davanti al suo appartamento. Con la porta di casa davanti pensò che volendo avrebbe potuto impiegarci anche un po' di più, giusto per rimandare ancora quel momento. Ma con ogni probabilità lei era lì, e farla aspettare oltre non sarebbe stata proprio la scelta più giusta. La decisione migliore, quante ne aveva prese di buone decisioni?
Molte, ma erano giuste solo per lui, e pochi altri. Più tardi si sarebbe occupato di riflettere a pancia all'aria su come stabilire le priorità che, con il suo ritorno, erano cambiate.
Si decise finalmente e, infilando la chiave nella toppa, varcò la soglia dell'abitazione dove, per poco meno di un anno, aveva vissuto.
"Sono tornato" ebbe la decenza di sussurrare, anche se la delusione di non trovare lei sull'uscio ad attenderlo un po' lo aveva ferito.
Così andò subito in camera da letto per posare la valigia che teneva ancora stretta in mano. Attraversò il salotto, notò qualche particolare diverso e crebbe la speranza in lui di trovarla in bagno o da qualche altra parte, gli sarebbe bastato sapere che c'era.
Appena entrato nella stanza si fermò, non poteva essere più felice.
"TN-chan" le disse con un'espressione di sollievo dipinta sul volto.
Lei non fece lo stesso, anzi, sembrava essere davvero sul punto di scoppiare. Era passato tanto tempo, eppure il ragazzo riusciva ancora a capire quando era il momento di correre ai ripari. Così si tolse quel sorrisetto dalla faccia, nel mentre che posava il borsone a terra, in malo modo. Allo schianto del bagaglio lei sembrò riscuotersi, abbastanza da chiudere lievemente gli occhi per il fastidio.
"Non ti fa piacere rivedermi?" le chiese dopo un po' lui, ancora in piedi davanti alla donna, soggetto della sua piena attenzione.
TN prese ancora un sorso, poi posò il calice ai suoi piedi, con attenzione per non rovinare il tappeto con quella porcheria."Vorrei dirti di no, Yuta".
Almeno gli aveva rivolto la parola.
Il ragazzo provò a fare un passo verso di lei, ma nel momento stesso in cui tentò di avvicinarsi lo sguardo carico di furia cieca e rancore di TN lo colpì.
No, avrebbe dovuto trovare un altro modo per ridurre le distanze.
Si piegò, poggiando le ginocchia al suolo con le gambe larghe, scrutando gli occhi della sua amata da un'altezza diversa. Sapeva che a TN faceva piacere avere una discussione alla pari ed il linguaggio fisico per lei valeva tanto. Quella piccola attenzione l'avrebbe almeno un po' rassicurata e fatta sentire il centro della sua piena attenzione. Nell'insieme sembravano un devoto adorante ed una statua sacra: lei seduta sull'alto letto, lui in ginocchio, a debita distanza per non infastidirla.
La ragazza sembrò gradire, ma l'ira era sempre lì, la stava covando da un po'.
"Mi hai lasciata qui, per più di un anno. E ti sei portato dietro quella Rika, che io stentavo a sopportare già da prima, ma che ora detesto con tutta me stessa. Poi torni qui, contento di essertela spassata, felice di trovarmi ancora ad aspettarti. Forse dovrei detestare più me che te l'ho permesso, ma non riesco ad addossarmi una parte della colpa sapendo che mi avresti potuta portare con te".
Finalmente si era decisa a parlare, pensò Yuta. Ci era voluto un po' ma, conoscendola, TN non sarebbe riuscita a resistere ancora dal spiegare il motivo del suo malumore.
Il ragazzo si prese un attimo per riflettere, scegliere la formula giusta di parole, con attenzione. Alla fine parlò: "Mi sembra di avertelo detto alla mia partenza, eri libera di lasciarmi in qualunque momento. Ma sei qui, lo siamo tutti e due. Qualcosa significherà, o no?". In quel momento ci fu un click nella mente della ragazza, un campanello d'allarme. Yuta era cambiato, complice l'anno in Africa e tutte le responsabilità che aveva affrontato da solo, adesso non era più il ragazzino timido. Lo aveva visto dai suoi occhi, così annoiati e saccenti, non più quelli di prima. TN non riuscì a frenare un fremito di eccitazione verso il nuovo, si domandò se il suo fidanzato fosse cambiato davvero del tutto o quella che vedeva era solo apparenza.
"Significa che sono una stupida, una che non capisce quanto vale. Ti avrei potuto mollare, ma la tua espressione dispiaciuta mi avrebbe tartassata nella testa. È colpa tua, del tuo amore e tutto il resto". Con una mano TN si era coperta la faccia, era davvero sul punto di esplodere in urla e pianti isterici. Quando tolse le dita dal volto osservò con attenzione Yuta gattonare verso di lei. Diamine, qualunque suo movimento le sembrava quello di un perfetto sconosciuto: così estraneo e imprevedibile. Non seppe dire se questo le facesse piacere.
Intanto il ragazzo era arrivato ai piedi del letto, intenzionato a voler avere un confronto diretto. L'unica cosa che lei poté fare fu stare a guardare mentre, ancora una volta, quello sconosciuto le rivolgeva la parola.
"Quindi adesso le tue scelte sono una mia colpa? Pensavo saremmo migliorati entrambi con questa distanza, invece ti sei inacidita ed io non sono più così tollerante".
Questo non lo avrebbe saputo sopportare neanche a mente fredda, sarebbe stato sempre un limite per la ragazza essere giudicata da chi le aveva fatto un torto ben peggiore. Così si sporse e posò il piede in mezzapunta sul petto di Yuta.
Lo fece con forza, eppure lui non si mosse. Decise quindi di colpirlo con le parole: "Credi di poterti ergere a giudice solo perché adesso sei tranquillo? Non provarci neanche, perché hai sbagliato, sei in torto e non tentare di farmi cambiare idea. Te ne sei andato e non hai avuto la decenza di farti sentire, neanche una volta" quasi urlò in preda all'isteria. Lei era così nervosa, bisognosa di sfogarsi, battere a terra i piedi ed urlare finché non si sarebbe sentita vuota.
Con quegli occhi vacui, un po' stanchi ma terribilmente seri, Yuta la stava perforando. Sembrava volerla rimproverare, ma rimase in silenzio in attesa che finisse. La rispettò, ma TN sembrò non notarlo.
Lei ormai non riusciva più a controllarsi, oscillava tra un tono arrabbiato e carico di rancore ed uno debole e tremolante. "Mi sei mancato da morire, come l'aria. E ora sei qui, sono capace solo di urlarti contro. Stai zitto, non mi parli, mi dai torto. Già non ti sopporto più, almeno dimmi cos'hai fatto in questo anno".
Il fidanzato sembrò pensarci, poi distogliendo lo sguardo dai suoi occhi le rispose: "Lo sai che non posso dirtelo".
Non fece in tempo a finire che lei ritornò di nuovo all'attacco.
"Cosa c'è che non puoi dire alla persona che ami? O almeno credo tu mi ami, non ne sono più così sicura. Possibile che io non sappia quasi nulla di te?".
Seguì un silenzio, le urla sembravano ancora rimbombare nella stanza tanto era pesante l'aria. Improvvisamente non c'era più il freddo, il vino sul tappeto o il pranzo da preparare. Tutto era scomparso, sfumato, sgranato come uno sfondo in una scena di un film.
"Pensi che non me ne importi, che per me sia facile. Ti chiamerà Rika pomeriggio, perché lei era così dispiaciuta di vedermi triste che si è preoccupata per me più di quanto facessi io stesso. Ero in pensiero, triste, a pezzi tanto da non aver fame. Non è stato facile per entrambi, ma non pensare mai più di potermi dire che per me è più semplice stare lontano o non pensarti". Gli occhi, quelle due palle luminose ed oscure, adesso erano di nuovo puntate nelle tue per spiarti l'anima.
Yuta prese la tua gamba dalla caviglia e la posò con il piede al suolo. Poi riprese: "Se hai pensato questo è colpa mia, che non ho fatto nulla per rassicurarti, o diminuire la distanza contattandoti in qualche modo. Forse non mi perdonerai subito, ma voglio recuperare almeno un po'. Sei stata così male per me".
Si alzò in piedi, la sua figura era davvero quella di un uomo nuovo. Ti accarezzò la guancia, poi lasciò che la sua mano scivolasse sul collo, sulla spalla scoperta fino a non toccare più niente.
"Non ti ho perdonato" TN si era allontanata dal suo tocco, più impaurita che disgustata.
"Lo so ed ora che faccia qualcosa per farti capire quanto io sia spiacente. Ora stenditi TN, lascia che mi prenda cura di entrambi".
Non avresti dovuto subire l'effetto di questo parole, eppure il tono dolce, quello sguardo a cui avresti imparato a non dire di no, quel corpo che ti era mancato così tanto stringere quando eri in preda ai singhiozzi...no, non ti sarebbe stato possibile fare resistenza, non oltre.
Così ti arrendesti, seguendo quel dolce ordine e abbandonandoti al morbido tocco di quelle forti mani.

Conteggio parole: 1790

Non ve lo sareste aspettato eh, invece sono piena di sorprese. Mi sono divertita a scrivere questa one shot, Yuta è un personaggio un po' sottovalutato. Secondo me merita di più, soprattutto in quest'ultimo periodo di JJK.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy 🌜

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

One ShotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora