Toji Fushiguro - Pigiama

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Ti eri coricata già da un po', la giornata era stata pesante ed ora un po' di riposo non avrebbe guastato. Avevi indossato il primo completo trovato nell'armadio, senza concentrati sul tipo di pigiama, eri così sollevata di dover togliere la stretta biancheria intima ed indossare solo una canotta ed un pantaloncino.
Una volta esserti stesa sul materasso fresco avevi avuto modo di rilassarti per davvero, godendo della temperatura della sera, più accettabile di quella del giorno. Apristi gambe e braccia, usando tutto lo spazio a disposizione. Questo ti fece notare che stranamente tuo marito non era lì con te e nemmeno si stava preparando per andare a dormire.
Non ti preoccupasti molto di questo, dato che c'erano momenti in cui Toji aveva piacere a prendersela comoda.
Di fatti uscì dal bagno circa un quarto d'ora dopo, con il suo pantaloncino del pigiama addosso.
"E io come dovrei stendermi? Forza spostati".
Il suo tono un po' burbero ma scherzoso ti fece rannicchiare nella parte di materasso che ti era concessa occupare data la stazza di Toji. Ti poggiasti sul fianco, il braccio sotto il cuscino, e guardasti il tuo compagno: quando si stese le molle del letto protestarono un po' e sentisti chiaramente un dislivello tra la tua parte e quella di tuo marito, leggermente più bassa della tua.
Sorridesti lievemente, trovando per la prima volta buffa una cosa così banale.
"Te la sei presa comoda in bagno stasera, ti sei preparato per qualcosa di speciale?" domandasti, giusto per il gusto di parlare un po', ammettendo solo a te stessa che sentire la sua voce stanca e un po' roca di fine giornata ti rilassava da morire.
"Dovrei dirlo io a te, hai indossato un completino niente male, mi sa che questo non l'ho visto molto spesso".
Mentalmente ti desti uno schiaffo in faccia: come potevi aver pensato di prendere una cosa a casaccio dal mobile non curandoti del fatto che fosse uno dei pigiami che usavi per istigare Toji la sera?
Era di un colore che faceva un bel contrasto con la tua carnagione, tutto in raso, bordato da una piccola striscia di pizzo. Eri allibita dal fatto che orami la tua condanna a morte era segnata, ma comunque non potesti restare in silenzio dopo la frase di Toji, così gli rispondesti a tono: "È ovvio che tu non lo abbia visto tanto spesso dato che è ancora integro".
"Divertente tesoro, se vuoi rimediamo subito" ecco la scintilla nei suoi occhi e nel tono che subito ti avvertì che anche una sola parola pronunciata con un tono diverso avrebbe comportato una conseguenza che non volevi. Eri davvero stanca quella sera e nonostante Toji ti eccitasse tantissimo con il suo modo di fare, con il suo corpo, con tutto sé stesso, non te la sentisti di dargli il lasciapassare, o almeno di permetterglielo così facilmente.
Toji era pur sempre un uomo dal carattere istintivo, predatorio, quasi animale si può dire, decidesti quindi di puntare tutto sulla sua reazione. "Amore non mi sento molto bene stasera: ho un cerchio alla testa, è insopportabile e quasi mi si chiudono gli occhi tant'è che ho preso un pigiama a caso dal mobile, non ho neanche fatto caso a come fosse. Domattina è il tuo giorno libero, avremo più tempo. Buonanotte". Ecco fatto, con un bacio a stampo ti voltasti dall'altro lato, lasciando Toji interdetto. Aveva seguito metà del tuo discorso, neanche ci aveva provato ad ascoltarlo tutto. La parte che lo interessò fu "ho preso un pigiama a caso". No, tu non lasciavi mai niente al caso, eri una sporca calcolatrice e manipolatrice, non potevi aver detto sul serio. Tuttavia decise di accontentarti, fingendo che gli andasse bene ciò che avevi detto, lo avrebbe usato contro di te. D'altronde ti conosceva meglio di chiunque altro e sapeva cosa dire, come dirlo, che fare per accompagnare il suo tono suadente e farti fare esattamente ciò che voleva.
"Come vuoi" disse soltanto, come se non gli facesse né caldo né freddo. Questo ti lasciò un po' con l'amaro in bocca, ma non te ne curasti perché stavi ottenendo ciò che pensavi di volere.
I minuti passarono e nessuno dei due aprì più bocca, il silenzio ti stava quasi levando il respiro. Non ti aspettavi che lui non perseguisse il suo obbiettivo, come tutte le altre sere in cui aveva desiderio.
Così decidesti che se davvero ti era insopportabile non sentire neanche la sua mano su di te allora dovevi dire qualcosa. "Dormi?" gli chiedesti soltanto, ottendendo come risposta un verso negativo. Non aggiunse altro, restò fermo senza neanche girare la testa verso di te, non che tu potessi vederlo dato che eri di spalle. Pian piano ti avvicinasti a lui, facendo una specie di marcia indietro strisciando sul letto.
"Cosa fai? Fa caldo, non starmi incollata che non respiro".
Ai, questo ti fece male. Ti bloccasti all'istante impegnandoti con tutta te stessa per non rispondergli con acidità.
Dovevi toccare i tasti giusti, usare le parole corrette e avresti ottenuto tutto ciò che volevi. Sì, avevi cambiato idea, il fatto di sentire tutto questo distacco tra te e tuo marito non potevi sopportarlo.
"Scusami, ma sai anche tu che non mi hai abituata a dormire senza sentirti vicino".
Toji stava lottando per non sorridere quando si girò di lato e ti posò una mano sulla zona tra il fianco e la coscia. Sorridesti vittoriosa quando il suo pollice cominciò a strofinarsi pigramente sul tessuto dei pantaloncini, provocando un fruscio appena udibile.
Sentisti il suo dito fare più pressione mentre andava avanti ed indietro e solo quando si bloccò pensasti di aver fatto qualcosa di sbagliato, magari un respiro di troppo.
"Tesoro" esordì Toji "non hai le mutandine stasera?".
Ghignasti lievemente alla sua domanda, consapevole che nel buio tuo marito non avrebbe mai potuto vedere la tua espressione. "Perché non controlli tu stesso, io non ricordo neanche".
Questo non dovevi proprio dirlo e lo sapevi, ecco che finalmente emerse la sporca calcolatrice che non eri altro.
Istigare così un povero uomo che stava già pensando di averla vinta su di te per l'ennesima volta, che crudeltà.
"Sono troppo stanco tesoro, facciamo domani mattina" usò le tue parole contro di te, ti maledicesti da sola mordendoti la lingua. Come già detto, questa battaglia era già persa dall'inizio, lo pensasti prendendo la mano di Toji e guidandola a spostare il tessuto del tuo pantaloncino in raso. L'orlo si alzò fino ad arrivare al suo limite, oltre la protuberanza dell'osso del bacino. Era stato un gesto lento e misurato che ti aveva mandato scosse per tutto il corpo, facendoti subire il tuo stesso colpo, anche se questo ebbe molto effetto anche sul tuo coniuge.
"Quindi?" lo incalzasti senza neanche lasciargli tempo di pensare alla prossima mossa "Ho le mutandine?".
Effettivamente la tua mano era sulla sua, come potevi saperlo?
Ma la tua domanda fu seguita subito da una risposta da parte sua: "Aspetta che controllo meglio, poi ti dico".
Toji infilò improvvisamente la mano oltre la gamba del pantaloncino, facendola salire di traverso verso l'elastico e toccando quindi la parte bassa del tuo addome.
Diamine quanto controllo ti sarebbe servito per non sussultare e non dargli la soddisfazione dei averti sorpresa. In quel momento tutta la tua moderazione sembrò scomparsa e un live verso di approvazione uscì dalle tue labbra.
"Penso proprio che tu non le indossi, come mai?".
Ti risvegliasti da quella deficienza momentanea provocata dalla sua mano e tentasti di rispondergli: "P-Perchè ho sentito dire che fa bene, insomma almeno una volta ogni tanto bisogna farlo".
"Vale anche per il reggiseno? Perché quello non lo indossi mai, non che mi dispiaccia. Che poi perché non dormire nuda a questo punto? Lo sai che non mi lamenterei".
Era impossibile riuscire a battere quest'uomo su un terreno che gli apparteneva in maniera così scandalosa, impossibile. Ti sforzasti per usare quei pochi neuronia ancora attivi e ignorare i baci sulle spalle che Toji ti diede tra una parola e la seguente.
"Bè perché è come se ti chiedessi di dormire nudo" non aveva senso come risposta, te ne accorgesti con abbastanza ritardo da non permettere di correggerti.
A quel punto Toji rise sulla tua pelle, lasciando che il suo fiato caldo ti facesse rabbrividire, e nell'intanto passò una mano sotto il tuo fianco per attirarti a sé.
"Non ci sarebbe niente di strano, anzi sei tu che mi costringi a mettere il pigiama".
'Come se un misero pantaloncino si potesse chiamare pigiama' pensasti sconfitta. Tentasti con un'ultima scusa, ormai rassegnata alla tua sconfitta: "E se i vicini ci vedono cosa pens-" ma ti fermò con la sua voce "Cosa vuoi che se ne freghino i vicini? Soprattutto se chiudiamo le serrande, non lascerei mai che ti vedessero come solo io posso". Il tuo essere abbattuta perché completamente annientata divertì molto Toji che continuò un discorso ormai diventato un monologo: "Su su, cosa vuoi che sia una notte in bianco? Domani è anche il mio giorno libero quindi hai più di 24 ore per farmi dimenticare il piccolo teatrino che hai messo in piedi stasera per darmi fastidio. Vediamo come te la caverai".

Conteggio parole: 1560

Ormai Toji è il soggetto principale dei miei pensieri anche se in testa ho già un'altra storia da scrivere oltre a "La mia disgrazia", nagasakimako lo sa bene.
Alla prossima.

🌛 La vostra Maddy 🌜

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