GIT- ANZI, NO. USCITA SCOLASTICA

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Allora, buongiorgio a tutti voi, miei cari lettori. Questo sarà un capitolo divertente. I promise.

Che ne dite, partiamo a bomba? (*sì!*)

Allora, partiamo dal fatto che eravamo accompagnati da una prof. di matematica, due di italiano e l'unica di religione. Tenete bene in mente quella di religione, in questo episodio ci servirà:

Eravamo arrivati in metropolitana e stavamo tranquillamente passando i biglietti nel tornello, o come si chiama quel coso strano. Vicino a questo c'era un cancello aperto da cui si poteva sia entrare, che uscire. Un tizio, più o meno trentenne con una bottiglia di birra in mano vuota (cioè, già stai così alle otto di mattina tesoro mio, pensa alle otto di sera-) ebbene, lui ci guarda e fa:

"Eddaje ragà oh fate i seri ma passate de qua *bestemmia*"

Allora. Allora. Adesso parliamone.
Primo, camomillati, secondo, ha bestemmiato davanti alla professoressa di religione (poverella, considerando i ragazzi di oggi per lei ormai le bestemmie sono all'ordine del giorno. Mannaggia oh, che mondo.) terzo, dovevate vedere l'occhiata velenosa che gli ha lanciato la prof. di italiano.
IO-
AHAHHAHAHAHAH
Non dovrei ridere, ma quell'occhiata io me la sogno di notte-
Immaginatevi un side eye.
Immaginatelo con gli occhi un pochino più socchiusi e le sopracciglia un po' più inarcate verso il basso.
Ecco. Più o meno era così.
Più o meno.
Più meno che più.

Nevermind, andiamo avanti.

Questa uscita scolastica probabilmente la ricorderemo soltanto per un episodio in particolare, molto comico:
Allora, eravamo sempre in metropolitana e dovevamo tornare a scuola. La prof di italiano urla:
"Ragazzi, provate ad entrare, che ne so io, spingete, ma dovete entrare."

Quindi arriva il treno, completamente pieno.
Ma pieno nel senso della parola eh: le persone erano letteralmente appiccicate l'una all'altra.

Noi ragazzi ci guardiamo negli occhi, e appena si aprono le porte ci fiondiamo dentro.
"FoRtUnA" vuole che fossi più o meno l'ultima ad entrare e che se le porte si fossero chiuse probabilmente metà della mia schiena sarebbe rimasta fuori, quindi, con la mia indecisione (non sapevo se rischiare e rimanere dentro o uscire) mi sono ritrovata completamente in mezzo alle porte, così arriva la mia salvatrice: la prof. di religione mi afferra per un braccio e mi trascina fuori, quindi mi seguono a ruota altre due ragazze della mia classe. L'unico poveraccio che è rimasto sopra (almeno, l'unico del nostro gruppetto) è Simone (sempre lui) che poveraccio, è letteralmente sbiancato anche perché, ci ha raccontato più tardi quando ci siamo congiunti, un signore l'ha tenuto per lo zaino, quindi non è potuto uscire (Raziel, io sarei morta).
Eh niente, quindi siamo rimasti in banchina in attesa del prossimo treno mentre la prof di italiano ci guardava da dentro e ci mimava con le labbra la fermata a cui scendere.

Allora. Eravamo più o meno una decina di ragazzi con la prof di religione che non sapeva se buttarsi sui binari, ridere o piangere, ma fortunatamente ha scelto la seconda opzione. La profe è ancora con noi XD

Solo... la faccia di Simone...
Caspita, e noi sadici: lo abbiamo guardato dritto negli occhi, abbiamo sorriso e abbiamo fatto:"ciao" con la mano.
AIUTO HAHAHHAHA non avrei voluto ritrovarmi nella sua stessa situazione.

Va be', le cose più importanti le ho dette. Magari dopo faccio un capitolo con altre perle :)

Come va? Avete fatto uscite scolastiche anche voi?

P.s. perdonate il capitolo caotico, la mia mente in questi giorni è piena di pensieri e idee e ormai non riesco neanche a fare una frase di senso compiuto. Chi mi presta due neuroni?

Diario di una ragazza di terza mediaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora