Prologo

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Pianeta in orbita alla stella λ Orionis

Il silenzio dall'alto del fiordo era assordante. Quando non c'è vento che sibila tra le rocce, o muove milioni di foglie nei boschi ad un ritmo così regolare da sembrare la risacca del mare, quando il mare è talmente lontano, mille metri sotto di te, da non sentire il rompersi delle onde contro i sassi, quando non c'è neanche un insetto che ronza in cerca di un fiore che incrocia la tua strada, quando l'ultimo stormo di uccelli se n'è andato verso territori inadatti per aver perso il senso dell'orientamento e aver trovato morte certa, o hanno deciso di togliersi la vita sbattendo contro le pareti di roccia, allora nella tua testa emergono i pensieri più forti, quelli che non ti abbandonano mai, quelli peggiori, quelli incastonati nella tua anima e che il tuo fragile cuore non può sopportare più.
Un tempo il tuo paese era il più bello del mondo: colori, profumi, vita. Poi l'hai visto pian piano spegnersi come si spengono le luci degli uffici del tuo posto di lavoro prima di uscire e tornarsene a casa. Niente più colori: il cielo grigio e la luce opaca della stella madre ha spento il primo interruttore. Niente più profumi: la terra ha esaurito il suo nutrimento per i fiori e le piante. Anche gli insetti che trasportavano le polveri della riproduzione non ci sono più, annientati da un clima mai costante e sempre imprevedibile o contagiati da misteriosi agenti patogeni: ed ecco che un'altra stanza è stata spenta. Niente più compagnia: le persone si sono rinchiuse in casa a vivere una vita parallela sui "social" network, quasi come se la prima fosse troppo spaventosa e avessero preferito lasciarla di fuori scacciando una bestia minacciosa. Alcune, anzi troppe si affidano all'aldilà suicidandosi, altre cercano risposte di qua annullando la propria vera vita. E poi ci sono i pochi che accettano quello che sta succedendo e aspettano che il corso della storia faccia rinascere la speranza.

Dem Hull era uno di quelli che stavano per scegliere la morte. Che tu sia in una stanza di due metri per uno senza porte oppure in una steppa sconfinata circondata solo dall'orizzonte, non riuscirai mai a uscire da quel posto. Dem cercava il conforto di altre persone, parenti, amici, amanti, perché tutti hanno bisogno di calore umano per trovare un senso in ciò che li circonda. O almeno era quello che credeva, e non trovando calore nelle persone si sentiva il cuore congelato. Se solo avesse capito che l'essere diventati come degli automi fosse derivato proprio dalla distanza sociale, forse il senso di queste cose l'avrebbe per un secondo fatto rassegnare e dire "vaffanculo, morte! Questa non è la mia ora". Se teneva gli occhi aperti, poteva immaginare quell'assenza di tutto come l'inferno, e se chiudeva gli occhi riusciva solo a concentrarsi sul vuoto che le persone e quel mondo avevano riservato per lui.

Qualcosa ruppe il silenzio. Era un sibilo, una vibrazione che percepiva sulla pelle, non dalle orecchie. Si stava avvicinando, allora si voltò e in contrasto con il cielo un punto nero stava emettendo un ronzio sempre più fastidioso. Quando arrivò sopra di lui riconobbe un drone. Esitò qualche istante a 4 metri sopra la sua testa, poi gli si posizionò di fronte. «Ciao!», dal drone uscì una voce femminile dal tono molto suadente. «Bellissimo panorama, non trovi?».
Dem non rispose, credeva fosse la voce di un computer programmato per dire cose belle, non che ci fosse una persona vera che parlava via radio da una sala di controllo.
«Non sei di molte parole, vero? Vedrai, le cose andranno meglio. Ci sono tante persone nel mio centro ricreativo ansiose di conoscere gente nuova, fare nuove amicizie, passare del tempo insieme.»
Dem non ci credeva, perché doveva essere vero se negli ultimi dieci anni non aveva incontrato nessuno per andare via insieme e conquistare il mondo? Continuava a non parlare. Anzi, quel drone iniziava a dargli fastidio, forse in quella natura morta l'ultima cosa di cui avesse bisogno era proprio un ronzio artificiale. Sarebbe veramente bastato sentire il canto di un uccello in volo o il suono di uno sciame di insetti che danzava sopra l'erba per credere che forse qualcosa poteva essere cambiato in meglio. Dem si alzò in piedi e guardò il drone dritto nella videocamera.

Il sogno di JuliaWhere stories live. Discover now