capitolo 5

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quella sala d'attesa per l'aereo, sembrava immensa, piena di persone attorno a Mirko, tra cui Filippo con gli occhiali da sole neri facendo un pisolino, come al solito perché non aveva dormito la sera prima, con la sua felpa beige e i sue pantaloni della tuta grigi, le cuffie dell'apple sempre sull'orecchie, era tranquillo perso nei suoi pensieri e gli occhiali che gli coprivano gli occhiaie dalle notti che aveva passate insonni.
Pablo con il suo pc a montare qualcosa, forse una base, andava a ritmo con la testa concentrato sulla linea che pian piano si stava per fermare dato che era finito il suono, invece Mirko aveva un foglio stracciato in mano a righe chissà dove preso nella tasca del giubbotto in pelle, voleva scrivere, sono queste le situazioni in cui scrive, le più banali, pensò allo strano viaggio che doveva fare con Filippo, quindi pensò a due persone da sole in una stazione, pensando, scavando tra i suoi pensieri si ricordò della battuta che aveva fatto prima di entrare e di fare il check-in Filippo disse "Pablo però un'agenzia molto più figa potevi trovarla cazzo, io e Mirko guarda che siamo famosi. Dai Mirko pensiamo che questa sia un volo per Bel Air" Mirko sorrise al ricordo, scrisse qualcosa che però era buttato un po' così, "eravamo soli in quel quartiere e tu scambiavi quella stazione per Bel Air", pensó se farlo vedere a Pablo o meno, temendo che potesse capire il riferimento alla battuta dell'amico. Si mise di fianco a Pablo dato che in mezzo tra loro due c'era Filippo che stava ancora dormendo, "ehy" disse per dirgli che era lì, Pablo lo notò e si tolse le cuffie "dimmi", "praticamente ho scritto questa frase ma non mi convince, mi dai un consiglio?", annuí e prese il foglio, "allora l'idea ci sta ma io ti dico di riscriverlo meglio", Pablo capì che quelle due cose scritte c'entravano Filippo ma non glielo disse perché sapeva che avrebbe cancellato tutto, "va bene sistemo".
I ragazzi dopo un'oretta vennero chiamati per imbarcare e prendere i loro posti, Pablo fece stare loro due vicini e lui poi di fianco, Mirko vicino al finestrino, perché lo aiutava a pensare, poi Filippo avrebbe comunque dormito pure la. Filippo dopo un po' che stava dormendo appoggiò la testa sulla spalla di Mirko ma dato che alla fine dormiva pure lui gli venne automatico appoggiare delicatamente la sua testa sulla sua.
Mirko fu il primo a svegliarsi, sbadigliò e si guardò intorno, notò che Filippo era appoggiato sulla sua spalla, non si spostò, piuttosto si limitò a guardarlo sereno, con un viso spensierato, nessun pensiero negativo in mente, Mirko rimase per un po' a guardarlo rimanendo concentrato su i suoi tratti illuminati dalla poca luce del finestrino, sembrava un angelo ma era tutt'altro che così, non sapeva cosa provava ma sapeva che quella scena voleva che durasse in eterno.
Filippo tutto d'un tratto si svegliò, Mirko distolse subito lo sguardo guardando il telefono, "ehi" disse Filippo all'altro palesemente facendo cose a caso con il telefono per far vedere che lo stava utilizzando, "ehiii" ricambió il saluto, "cos'è quel foglietto tutto stropicciato?" gli chiese guardando l'altra mano di Mirko con un foglietto, "no niente ho scritto qualcosa", Filippo questa cosa lo incuriosì tanto, gli prese il foglietto che aveva in mano e lesse cosa c'era scritto "eravamo soli in quel quartiere tu scambiavi quella stazione per Bel Air e scappavamo da quelle sirene come se fossimo in una scena del crimine", Filippo sorrise al riferimento alla battuta che aveva detto prima di partire, non sapeva che avesse segnato così tanto in Mirko, "passami la penna", lui gliela passó, Mirko vide che stava scrivendo qualcosa e cancellando altre.
Dopo dieci minuti quasi fece un breve ghigno soddisfatto di quello che aveva scritto, "dimmi se è meglio quanto eravamo soli in quel quartiere quella stazione ci sembrava Bel Air e scappavamo da quelle sirene come in una scena del crimine" Mirko rimase estasiato dalla voce di Filippo e dalla sua leggerezza nel cantarla, Mirko pensando a quelle cose non aveva sentito neanche cosa diceva veramente concentrato troppo sulla voce, "com'è ti piace? poi se non ti piace vedi te" disse Filippo risvegliandolo dai suoi pensieri "aspetta lo rileggo un'attimo e ti dico" la rilesse e ci stava proprio bene a differenza di quello che aveva scritto lui.

come se ci bastasse solo un'altra bugia - irama & rkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora