Il primo giorno di lavoro era passato, e con esso anche l'ansia che aveva di fare brutta figura, era una ragazza abbastanza ansiosa di suo infatti proprio per questo in passato era stata vittima di una delle sue piú grandi dipendenze, ovvero l alcool; ovviamente non era quella l'unica motivazione che l'aveva spinta in quel tunnel, ma anche il suo rapporto con i genitori da sempre difficile, non erano mai stati molto presenti nella sua vita, lavoravano molto, e quando tornavano a casa erano fin troppo stanchi per darle retta, quindi era praticamente cresciuta da sola, poi dopo la nascita di Gregory passavano piú tempo a casa, ma il loro primo pensiero era il suo fratellino, spingendola poi a chiudersi totalmente in se stessa reprimendo le sue emozioni per poi esplodere e sfogarle in modi non molto sani . Ma il peggio arrivò quando conobbe il
suo ex ragazzo, il primo e l'unico di cui si sia mai innamorata davvero, talmente innamorata da non vedere la realtà e da non capire che in realtà la sua persona preferita stava per diventare il suo peggior incubo; la manipolava a fare ciò che voleva, era violento verbalmente, gliene diceva di tutti i colori per poi scusarsi il giorno dopo con un qualche regalo costoso, e lei non volendo accettare la realtà lo perdonava sempre, non riuscendo ad accettare che la stava distruggendo pian piano, l'unica valvola di sfogo che la faceva stare meglio era il bere,le faceva dimenticare le sue preoccupazioni, la faceva sentire accettata, la faceva sentire finalmente a suo agio in mezzo a quelle brutte situazioni dalle quali non riusciva ad uscire in alcun modo. Continuò cosi fin quando non inizió a mostrare i sintomi della sua dipendenza, i suoi genitori finalmente si accorsero che effettivamente qualcosa non andava nella loro figlia, e preoccupati la mandarono in una comunità basata sulle dipendenze per aiutarla, siccome era giá molto grave la sua situazione; Essi si riempirono di sensi di colpa rendendosi conto di non essere stati capaci di prendersi cura di lei e di non esserci stati per capire come si stava riducendo la loro povera bambina.
In comunità i ragazzi avevano a disposizione anche uno psicologo che le diagnosticò il disturbo borderline di personalità con tanto di prescrizione di stabilizzatori dell'umore che fu obbligata a prendere li dentro e i primi mesi appena uscita dai suoi genitori, poi quando andò a vivere da sola finalmente, smise totalmente di andare in terapia e di prendere farmaci, odiava sentirsi cosi, come una persona malata terminale destinata a prendere medicinali per il resto della sua vita, non sarebbe stato il disturbo a controllare la sua vita, ma la sua vita a controllare il disturbo. Ovviamente dopo aver saputo della comunità il suo ''ragazzo'' l'aveva lasciata definendola una ''psicopatica malata senza controllo'' , questo le fece molto molto male, e trasformò la stima e l'affetto che provava per lui in odio, un odio incontrollato e un desiderio di vendetta, aveva giurato che gliel'avrebbe fatta pagare prima o poi. Ormai era un anno che era finalmente sobria, ma il suo nuovo sfogo per modo di dire, dato che era anch'esso una vecchia abitudine, era farsi del male fisico, l'unico modo per gestire le sue brutte crisi caratteristiche del suo periodo depressivo che la portava a dormire molte ore, non mangiare molto, non uscire, ma ora che finalmente aveva un lavoro voleva evitare tutto questo e cercare di distrarsi il piú possibile.
Il giorno dopo prima di andare a lavoro decise di andare dal proprietario per l'appartamento per parlare del suo pagamento in ritardo, sperando le sarebbe venuto incontro in modo da poter tenere la casa senza ritornare dai suoi o peggio ancora chiedere i soldi a loro, se la sarebbe cavata da sola come in passato.
L'ufficio del signor Anderson era li dinanzi a lei, e bussò.
Sig. Anderson: si?
Nina: sono Nina Reiss posso?
Sig.Anderson: prego.
Nina entrò e vide l'uomo di mezza etá affacciato alla grande vetrata che si imponeva sulla città, era un uomo molto ricco, possedeva molti appartamenti e case in quel quartiere e il suo ufficio con sembianze futuriste si trovava sull'attico .
Sig.Anderson: prego accomodati cara.
Nina si sedette subito dopo di lui e disse: salve, si ricorda di me?
Sig.Anderson: certo, Reiss quella che non ha ancora pagato questo mese giusto?
Nina: si sono io, non ê che potrebbe ritirare l'avviso di sfratto? Sto lavorando, dovrei avere i soldi al piú presto e verrò a darveli personalmente .
Sig.Anderson: ragazzina, io vorrei tanto venirti nuovamente incontro, ma non è la prima volta mica eh! Sono buono lo sai, ma non ingenuo.
Nina: lo so signore, e la ringrazio, ma davvero sta volta pagheró e sarà cosi anche per i prossimi mesi, lo prometto!
Sig.Anderson: mi dispiace cara, non posso , se lo facessi con te dovrei farlo anche con gli altri, e capisci che ci perderei molto, sono stato molto paziente, ma ora è troppo, voglio l'appartamento libero prima di lunedi.
Nina aveva le lacrime agli occhi e disse; la prego, farò qualsiasi cosa, mi serve l'appartamento.
Sig.Anderson: allora signorina Reiss, o se ne va da qui da sola, o chiamerò la sicurezza del palazzo, sa ho molto da fare.
Nina si alzò da quella sedia ,fece per uscire dalla stanza, ma prima si giró di nuovo verso l'uomo ed urlò : va a farti fottere stronzo!
Ed andò via arrabbiata con le lacrime che le rigavano il volto senza fermarsi, ora davvero era la fine, dove sarebbe andata a finire? In mezzo ad una strada ? L'unica cosa certa era che non sarebbe mai tornata dai suoi costi quel che costi.
In macchina davanti al ristorante si sistemò il viso per non far capire che aveva appena finito di piangere, ed entrò pronta a fare il suo lavoro e distrarsi senza pensare troppo a cio che era appena accaduto.
Clara: Ehi Nina buongiorno .
Nina: oh ehi Clara.
Clara: come va?
Nina: beh, non considerando che a breve vivrò in mezzo alla strada , bene, a te?
Clara: oh mio dio, ma come?
Nina: purtroppo non ho pagato l'affitto perché non avevo soldi, e ho ricevuto un bel avviso di sfratto, eccitante no?
Clara: se chiedessi un anticipo ad Henry e William? Sono sicura che ti aiuterebbero, tutto pur di non far andare via anche te da qui.
Nina: con quei soldi sicuro non pagherò il mio attuale appartamento.
Clara: perché?
Nina: ho mandato il proprietario a farsi fottere.
Clara scoppiò a ridere e subito dopo Nina si uní a lei, intanto arrivò un ragazzo dai capelli biondi rasati, poco piú alto di loro, che si mise in mezzo alle due mettendo entrambe le braccia intorno ai loro colli e disse: come mai ridete così tanto? Posso unirmi a voi?
Clara si liberò dalla sua presa e disse: lasciami andare pervertito.
?: ehi sta calma.
Clara: anche no, vedi di non spaventare Nina.
?: non si spaventerá, comunque piacere, sono Ian Hook.
Nina: Nina Reiss.
Ian: piacere bella. Adoro il Freddy Fazbear, soprattutto ora che lavoro con un altra bellezza come Clara.
Clara: non ci provare, va a portare le scatole in magazzino va!
Ian: agli ordini M'Lady, ci vediamo bellezze.
Nina: ma chi è?
Clara: purtroppo lavora qui.
Nina: eh ma va, ma perché l'hai chiamato pervertito?
Clara: perché lo è, ci prova con tutte le ragazze che lavorano e hanno lavorato qui, le guarda in modo inquietante, questo ti basta?
Nina: beh, basta evitarlo no?
Clara: tsk auguri, te lo trovi letteralmente dovunque, comunque ora vai da William su.
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In Another Life
FanfictionTW ⚠️: (contenuti forti come: alcolismo, autolesionismo, descrizione di omicidi e pensieri malati, sangue) Lui voleva essere immortale Lei voleva morire William Vincent Afton Nina Reiss