PROLOGO

59 11 34
                                    

Sienna cammina piano verso il muretto su cui sono seduto ad attenderla; sono diversi giorni che non ci incontriamo qui e dopo l'ultima volta che è successo – in cui sono andato via quasi scappando – direi che non immaginava affatto di vedermi oggi.

Sono stati giorni difficili, tormentati... Ho rimandato il più possibile questo momento, anche provando a scappare definitivamente da lei... Ma non posso farle questo. Lei prima o poi scoprirà la verità, ed è meglio che la sappia da me. Deve saperla da me. Perché lei di me si fida.

Quando si accorge che la sto aspettando spalanca la bocca, questa proprio non se l'aspettava.
Inizia letteralmente a corrermi incontro, non ci vediamo da troppi giorni e questa per lei deve essere una vera e propria sorpresa.

Qualcosa nella mia espressione, però, deve tradirmi... Ed è ovvio che sia così: so quello che sta per accadere, la confessione che sto per fare... E so che questo sarà un addio.

Involontariamente mi accorgo di avere gli occhi gonfi e lucidi, Sienna allora smette di correre e si avvicina camminando piano, forse impaurita dall'eventualità che, muovendosi più velocemente, io possa scappare via.

«Andrea...» Dice quando arriva di fronte a me.
Parla piano, quasi sottovoce... Deve intuire che non sto per rivelarle niente di buono.
«Ciao, Sienna,» rispondo cercando di restare calmo.
«Che fine hai fatto, Andrea?»
Non rispondo.
Cosa dovrei dire esattamente?

Ti ho mentito, Sienna, l'ho fatto per tutto questo tempo! E sai perché? Perché sono stato un egoista, proprio come è accaduto con mio padre! Volevo conoscerti, parlarti, rubare il tuo tempo e le tue risate, i tuoi umori felici e le tue belle notizie.
Il mio compito era diverso: avrei solo dovuto aiutarti a credere in te stessa, poi avrei dovuto ottenere il perdono di mio padre attraverso te.
Ma io ho voluto di più! Ho voluto entrarti nel cuore e nella mente, e adesso devo chiederti di dimenticarmi, di lasciarmi andare via.
So come reagirai... O forse no. So però che non sono pronto, ma non c'è più tempo e deve sembrare che lo sia.
So che non riuscirò mai davvero a dirti addio, e la parte più meschina di me spera che anche per te sarà così.

«Andrea, devo chiederti scusa. Sono stata invadente e ho sbagliato, mi dispiace.»
«Non hai sbagliato nulla, Sienna.»
I suoi occhi vogliono urlarmi qualcosa, forse vogliono chiedermi una spiegazione... O forse cercano solo la conferma di qualcosa che hanno già intuito.

«Che succede, Andrea?»
Scuoto il capo.
Sienna prende a raccontarmi dell'incontro con mio padre, di tutta la tristezza che si porta dietro e della sua volontà di rimettere insieme la famiglia. Penso che in fondo è caparbia quanto me, non si è ancora arresa con l'idea di aiutarmi ad aggiustare le cose...

Non rispondo nulla, continuo a restare in silenzio.
«Andrea... Io non capisco...»
...
«Che succede?»
«Mi dispiace,» dico e non riesco ad aggiungere altro.
«Di cosa?»
«Mi dispiace, Sienna.»
«Di cosa, Andrea? Cosa è successo?»

Allunga una mano per afferrare la mia, la stessa che in un sogno le aveva trasmesso inquietudine. Perché sono stato meschino fino in fondo, e ho provato anche a lasciarla in un sogno. Ma non sarebbe stato giusto, lei non lo meritava. Meritava questo momento, di vedermi affranto e impaurito... Una piccola punizione per il grande errore di essermi innamorato di lei e non averle confessato tutto prima.

Indietreggio di un passo... Ma non durerà, è arrivato il momento di dirle tutto.
Sienna fa un passo in avanti e allunga ancora una mano nella mia direzione.
Faccio lo stesso, rispondendo al suo movimento.

Ma quando la mia mano dovrebbe incontrare la sua, ci affonda invece dentro, letteralmente.
Sienna ritira la sua sussultando e portandosela sul petto, all'altezza del cuore.

Il tempo che restaWhere stories live. Discover now