ACTIONS SPEAK LOUDER THAN WORDS

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<< Certo che ci vai mamma. Sei sempre così triste ultimamente >> Charlotte mi rivolse un sorrido dolcissimo. Quella bambina continuava a farmi pensare che avesse molto più della sua età. I suoi discorsi mi lasciavano spesso senza parole. Le dissi che non l'avrei lasciata sola per una notte intera e che magari avrei raggiunto Scarlett il giorno dopo, se ne avessi avuto voglia. 

<< Non sono malata mamma, puoi andare con i tuoi amici. Io starò benissimo con Diamond >>  disse sorridendo alla sua babysitter. 

Quelle parole mi spezzarono il cuore. Sapevo che mia figlia non fosse malata e che il suo problema non l'avrebbe messa in pericolo di vita, ma lasciarla sola non mi faceva sentire molto tranquilla. Diamond intervenne tranquillizzandomi a sua volta e dicendomi che l'avrebbe portata allo zoo il giorno seguente. Remavano tutte contro la mia volontà di restarmene a casa a passare una domenica come tutte le altre. 

Scarlett mi guardò aprendo le braccia come a dirmi " è fatta. Non c'è nessun problema. Si parte". 

Eppure non sapevo ancora dove dovessimo andare e con chi. Le chiesi se ci fosse di mezzo quel folle dell'amico del suo amico: Vulkan Kurt. Ma lei me lo negò categoricamente. 

Preparai in fretta e furia un piccolo borsone in cui misi solo un paio di pantaloni in pelle verde militare. Una maglia in seta dello stesso colore ed un cardigan in lana dorato. Ci aggiunsi anche un'abbigliamento sportivo. Scarlett mi aveva consigliato di portare qualcosa di comodo e di caldo pur non rivelandomi la destinazione. Ero certa che anche per lei fosse una sorpresa.

Quando arrivammo nell' atrio del nostro palazzo non notai la solita macchina di Alp ad attenderci, ma una limousine bianca, una di quelle che avevo sempre detestato. Pensavo non ci fosse niente di più pacchiano nel mondo dei motori. Scarlett mi fece cenno di raggiungerla ed entrammo contemporaneamente in quella supposta bianca. Il suo interno era molto accogliente. C'erano comodi sedili in pelle. Qualcuno aveva pensato di farci trovare delle flûte di Champagne ed io evitai di fare domande. Dopo circa due ore giungemmo a destinazione. La macchina arrestò la sua corsa al di fuori di un'enorme villa circondata da vetrate. Si riusciva addirittura a vedere il suo interno, ad ammirare il design moderno. 

Scarlett non fece in tempo a bussare alla porta che Baris si fiondò sul ciglio ad accoglierci. 

<< Benvenuta Scarlett >> disse rivolgendole un sorriso. Poi, la superò avvicinandosi a me che ero rimasta alla sue spalle. 

<< Benvenuta nella mia umile dimora Dea >> disse avvicinando le labbra al dorso della mia mano sfiorandomela. Pensai che quella casa fosse descrivibile in mille modi tranne che con l'aggettivo da lui usato. E ne ebbi la conferma non appena varcammo la soglia del grande portone blindato. All'interno c'era una scala in marmo bianco con striature grigie che conduceva ai piani superiori. Ipotizzai ce ne fossero almeno altri due, perché erano quelli che riuscivo a vedere dalla mia posizione. La cucina poteva benissimo competere con quella dei più grandi e prestigiosi ristoranti del mondo. C'erano tre persone a dedicarsi ai fornelli, che ci salutarono educatamente. Superata la zona cucina, varcammo una seconda porta scorrevole che ci condusse in un immenso soggiorno con tre divani in pelle grigia, due poltrone dello stesso colore. C'era anche un grosso camino a bioetanolo a calare dal soffitto imponendosi al centro della stanza. il tavolo in marmo nero era ben apparecchiato e c'erano due signore che ci stavano poggiando sopra delle gustose pietanze. 

Baris ci fece segno di seguirlo su per le scale e ci mostrò le nostre stanze che erano una di fronte all'altra. 

<< Indossate i costumi e raggiungiamo gli altri nella piscina all'ultimo piano. Purtroppo, non ha ancora nevicato abbastanza e non possiamo divertirci sulle piste domani. Ma, nessun problema, troveremo qualcosa da fare >> concluse strizzandomi l'occhio. Poi, si voltò di spalle e lasciò la stanza.

TWICE - Like a stormWhere stories live. Discover now